C’è negli “Amici del Bar dello Sport” giunti ad occupare posti di responsabilità politica che per anni aveva costituito il bersaglio del loro istintivo dileggio “per quelli che comandano”, un astio che non si placa neppure verso sé stessi e verso quelli che, grazie alla demagogia del vilipendio, li hanno mandati a far qualcosa che la loro brutale ignoranza ha sempre e solo dileggiato.
Cinquestelle e, in misura forse un po’ minore i “leghisti”, sono i fedeli dell’antipolitica, della tesi della “politica ladrona”, dei “parlamentari scaldapoltrone”.
Bisogna dire che, giunti ad occuparsi, per uno di quei tragici momenti di debolezza in cui rischia di affogare la democrazia, le cariche, i personaggi in quanto tali da sempre da loro dileggiati, si sono dati da fare con grande successo per impersonare quei ruoli nei modi peggiori che si erano affaticati a rappresentare nella loro “antipolitica” del dileggio.
Anzi sono peggio e ancor peggio, benché ciò sembra impossibile, diventano ogni giorno, azzuffandosi anche o soprattutto tra loro come mute di cani idrofobi.
I loro “provvedimenti”, le loro “riforme”, i loro “risparmi” sono quelli che presuppongono che le istituzioni della Repubblica siano un inutile sperpero di denaro rubato al Popolo e “dagli al Parlamento, dagli ai Deputati, dagli ai Senatori.
La prima preoccupazione dei Cinque Stelle. è stata quella di imporre il silenzio ai loro Parlamentari. Una rigida regolamentazione del Gruppo vieta ai Parlamentari grillini di prendere la parola se non per specifici incarichi dei loro “Gruppi”.
Ed impone loro il silenzio anche con la Stampa. Si dirà: “con certa gente ottima cosa!”. Ma poi ci si accorge che i più sbracati li hanno mandati a fare i Ministri. Magari ministri silenziosi anch’essi con la “mordacchia” della Casaleggio & Associati S.r.l.”.
La “mordacchia” era un terribile attrezzo imposto alla bocca degli eretici mandati al rogo perché morendo non potessero pronunziare parole “scandalose”.
Così agli “scaldapoltrone”, tali ritenuti per una annosa e martellante propaganda negativa, si sono imposti a sostituirli scaldapoltrone reali ed incontestabili per disposizione accettata della loro stessa parte politica, cresciuti col voto ottenuto tambureggiando certi argomenti.
I Parlamentari, dunque, sono per i Cinquestelle scaldapoltrone. Tutti o quasi, a cominciare da quelli che sono stati eletti e si proclamano “Cinquestelle”.
Del resto a dare per scontato che un Parlamentare è solo un voto in più che spetta al Gruppo di appartenenza, una specie di “azione” in base alla quale determinare il peso delle uniche volontà dei “padroni” che in Parlamento (dove poco s’ha da parlare) possano essere espresse, sono tutte quelle che predicano con stupida faciloneria nientemeno che il “mandato imperativo” cioè la “condizione” per il Parlamentare perchè possa legittimamente rimanere tale, sia quella di rimanere “fedele”, cioè incatenato al suo Gruppo e, magari alle sue cavolate.
Posta dunque questa condizione di dipendenza delle figure, della volontà e dell’utilità del Deputato e del Senatore è difficile negare che i Parlamentari siano troppi. Troppe “monarchie”. Troppi ordini imposti ed accettati. Troppa “verità” pappagallescamente ripetuta secondo gli ordini superiori. Troppa violazione del principio costituzionale della libera rappresentanza popolare spettante a ciascun Parlamentare.
Ed allora è evidente: “perché così tanti Parlamentari?”. “Sono troppi”. Tanto devono tutti votare secondo gli ordini ricevuti. Sono veramente inutili, perché li si comanda di esserlo (anche se, magari altra certa gente di oggi sa fare che questo) degli scaldapoltrone.
Di qui la riforma della riduzione del numero dei Parlamentari. “Così si risparmia”. Certo non si può fare una legge per mandare solo Toninelli a fare l’usciere.
Ma se si dà per scontato che i Parlamentari altro non debbano fare che ciò che anche un Toninelli può fare c’è poco da stare allegri.
Il numero dei Parlamentari è nel nostro Paese, effettivamente pletorico.
Ma la realtà della nostra Nazione è estremamente frastagliata, socialmente e culturalmente. Un numero rilevante di partiti è un dato di fatto. Una realtà che non può facilmente e fedelmente essere rappresentata da un numero ristretto di persone.
Che, poi chi sta oggi in Parlamento non sia capace di rappresentare manco sé stesso è una tragedia che non si elimina certo riducendo il numero dei rappresentanti del Popolo. I primi ad essere “sfrattati” sarebbero i meno peggio.
E, intanto: attenzione! Se passa questa riforma costituzionale bisogna necessariamente, credo proprio, cambiare la legge elettorale che prevede collegi, collegini, maggioritari e proporzionali con tanti seggi da spartire.
Non vorrei proprio che, riformata la Costituzione e ridotto il numero dei Parlamentari, ci si “dimentichi” di far anche una nuova legge elettorale. Per non essere condannati a tenersi gli attuali, anche i “troppi”, i “superflui” (e peggio) Deputati e Senatori per tutta la durata di questa Sciagurata Legislatura.
Potrebbe rivelarsi una trappola.
Una assicurazione della vita di questa malaugurata legislatura con i suoi autentici scaldapoltrone.
Tragedia nella tragedia.
Mauro Mellini
12.07.2019