Ha suscitato una certa meraviglia ieri a “Porta a Porta” Matteo Salvini chiamato a commentare il trionfo elettorale, presentandosi in camicia “borghese”, senza il giacchetto da poliziotto o da pompiere che oramai è diventato abbigliamento abituale del Ministro dell’Interno.
Non si tratta però di un caso. Salvini, cedendo ai consigli dei suoi più vicini collaboratori, ha deciso di evitare di sfidare il provvedimento del Procuratore della Repubblica di Bracciano, dott. Servaggio che lo ha iscritto nel registro degli indagati per “peculato d’uso”.
A seguito di un elaborato rapporto della Guardia di Finanza e di un altro, dei Carabinieri di Cosenza, il dott. Servaggio è venuto alla conclusione che il giacchetto da poliziotto e gli altri da pompiere etc. che oramai Salvini indossa abitualmente non sono stati da lui acquistati e che li ha prelevati da uno dei magazzini del Ministero. Una minuziosa indagine sui precedenti ha portato il Magistrato ad escludere che la carica del Ministro importi l’uso di tale indumento come “divisa” e che comunque quel capo di vestiario gli sia stato consegnato come dotazione “ratione muneris”.
Pare che, informato del fatto, Di Maio abbia redatto una dichiarazione, che però ha deciso di sospendere per le elezioni in corso, con la quale ribadisce la fiducia del Movimento 5 Stelle per la magistratura ed assicura che quanto prima porrà al Consiglio dei Ministri la questione, ipotizzando, qualora resti ferma l’iscrizione nel registro degli indagati, la cacciata di Salvini per “abuso di giacchetto”. Per ora pare che sia intervenuto una sorta di “armistizio”.
Salvini non apparirà più in pubblico con quegli indumenti, tanto più che il dott. Servaggio pare ne abbia disposto il sequestro.
Mauro Mellini