19 Maggio 2025
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1 thought on “Incontro con il giornalista e scrittore Gabriele Romagnoli

  1. Gentile dottor Romagnoli,
    ho letto su’ Repubblica’ del 15 agosto il suo articolo sulla mummia del Similaun.
    Sperando di fare cosa gradita le invio copia di una’ lettera aperta’ da me diretta recentemente all’EURAC di Bolzano.
    Cordiali saluti

    Gian Luigi Carancini
    P. S. L’articolo citato nel test, in formato PDF, può essere scaricato andando al sito “Gian Luigi Carancini, Academia edu.”

    GIAN LUIGI CARANCINI
    Lettera aperta all’EURAC di Bolzano circa la mummificazione di Ötzi – 1 luglio 2019
    Ho riletto in questi giorni la versione in italiano del libro di K. Spindler su Ötzi, e mi ha colpito
    un brano, che sembrerebbe poter dare ragione alla mia ricostruzione riguardo alla natura funeraria
    del rinvenimento (v. Gian Luigi Carancini, Aspetti dell’iconografia delle statue-stele e dei massi
    incisi in Europa tra Eneolitico ed antica età del bronzo – Confronti e convergenze con altre fonti
    archeologiche nell’ambito del bacino del Mediterraneo, Preistoria Alpina, 46 II, 2012: 255-265) e,
    soprattutto, a quanto avevo presupposto circa la possibile mummificazione artificiale del cadavere,
    che ho sempre ritenuto avvenuta a valle immediatamente dopo il decesso di Ötzi, prima del suo
    trasporto e della sua tumulazione in alta quota, cioè prima che il tutto venisse sommerso dal
    ghiaccio (non ci è dato, tuttavia, di sapere quanto tempo dopo, se immediatamente all’indomani
    della deposizione del cadavere – per altro assai improbabile -, o piuttosto molto tempo dopo, cioè
    nel lasso di tempo che – secondo la Commissione di Bolzano – avrebbe permesso il processo
    naturale di mummificazione: ad ogni buon conto, prima, cioè, dell’avanzamento del ghiacciaio, che
    avrebbe coperto il tutto.
    Tuttavia sottopongo all’attenzione della Commissione un brano della versione italiana del libro di
    K. Spindler, nel quale viene riportato il verbale del giudice istruttore Böhler, redatto subito dopo il
    rinvenimento del cadavere (p. 51):
    « La formazione dell’adipocera non si è potuta verificare [probabilmente si tratta di una
    maldestra traduzione dal tedesco del concetto di ‘assenza di adipocera’, Nota GLC.] perché il
    cadavere doveva già essere mummificato prima di rimanere congelato tra i ghiacci».
    C’è da chiedersi a questo punto se sia possibile l’ipotesi (sostenuta dalla Commissione di
    Bolzano), che la mummificazione sia avvenuta in alta quota per effetto del vento caldo del Föhn, in
    coincidenza del periodo primaverile avanzato o degli inizi dell’estate, che resta comunque l’ambito
    temporale certo del decesso di Ötzi, qualunque sia l’interpretazione da dare a tutta la vicenda.
    A questa ipotesi ufficiale lo scrivente ha inteso contrapporre – in considerazione, soprattutto, 1)
    del fatto che non vi è traccia di azione di parassiti sul cadavere, e, 2) data per certa, su cui tutti
    concordano, l’assenza, o comunque la scarsissima presenza di tracce di adipocera sul corpo
    mummificato – l’ipotesi secondo la quale, si riassumono qui brevemente i termini della questione,
    rimandando all’articolo citato i particolari, ci troveremmo di fronte ad un decesso verificatosi a
    bassa quota e, subito dopo, ad una mummificazione artificiale del cadavere eseguita
    ugualmente a bassa quota mediante ‘affumicatura’ con impiego di fuoco di legna (del resto,
    dando per scontato il fatto che si tratti di una tumulazione e non di ”assassinio in alta quota”,
    non vi sono tracce di alcuna pira nel luogo del rinvenimento!).
    Inoltre, la presenza di oggetti, tra cui l’ascia, tipologicamente di epoca recenziore rispetto alla
    deposizione del cadavere mummificato (stando almeno alle datazioni radiometriche), può essere
    spiegata in coincidenza di uno dei momentanei arretramenti del ghiacciaio avvenuto già in epoca
    protostorica, fenomeno, del resto, scontato, e ribadito anche negli ultimi tempi dai glaciologi.
    La tesi qui ribadita è stata recentissimamente avallata dal prof. Mauro Bacci, titolare della
    Cattedra di Medicina Legale dell’università di Perugia:`«La mia opinione è che l’affermazione di
    Spindler [attraverso la citazione del rapporto di Böhler, Nota G.L.C.] in ordine alla formazione
    dell’adipocera (processo innescato dall’idrolisi autolitica del tessuto adiposo) non sia
    avvenuta perché il cadavere era già mummificato ma non certo per l’azione del Föhn. La
    mummificazione naturale correlata all’ambiente secco, caldo e ventilato è un processo che
    richiede, per un soggetto adulto, non meno di 6-12 mesi e che non arresta l’intervento della
    fauna cadaverica [grassetto e sottolinearura, G.L.C.].
    In ogni caso anche volendo immaginare condizioni ambientali ostative allo sviluppo di ditteri
    necrofagi, l’assenza di parassiti quali coleotteri, acari, atropodi, non sarebbe giustificata in un caso
    di mummificazione “ambientale”. Ritengo pertanto che l’ipotesi di una mummificazione artificiale
    precoce che abbia subito arrestato ogni processo trasformativo sia l’unica che possa giustificare il
    mancato rilievo dei suddetti parassiti»

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