Chi sono Messineo Michele e Germanà Calogero? Vice questore Vicario di Trapani, Messineo, “al tempo della programmazione delle stragi del 92 93 “ , Capo della Mobile di Trapani nello stesso periodo, Germanà.
Nessuno prima di loro aveva mai “attenzionato” Matteo Messina Denaro del quale tutti conoscevano già la caratura omicidiaria. Nel 91 spadroneggiava al Paradise Beach Hotel di Marinella di Selinunte come quartier generale . Si vantava già di avere commesso tanti omicidi alternando tale attività criminale con la predisposizione al ruolo di sciupafemmine. Per una ragazza austriaca, ospite dell’albergo, viene ucciso pure il Vice direttore Gonzales che si opponeva alla spocchiosa padronanza del Matteo.
Queste e tante altre le referenze del famigerato latitante, allora collettore nella sua zona , assieme al patriarca suo padre Francesco Messina Denaro, della cupola mafiosa siciliana. A Castelvetrano si programmavano le stragi del 92. L’intuito dei più attenti Poliziotti Messineo e Germanà diventa un verbale che entrambi sottoscrivono sul personaggio Matteo Messina Denaro, di suo padre Francesco, di tutti i mafiosi che, soltanto dopo oltre 4 anni , venivano indicati , con l’operazione Omega , dal primo vero pentito della provincia trapanese, Antonio Patti.
4 anni di stragi, di lutti nazionali, di disastri sociali se solo qualcuno non avesse occultato quelle indagini cristallizzate. Anzi , Vincenzo Calcara, il discusso pentito che vanta sentenze che ne acclarano l’attendibilità, mentre di contro nel corso di una nostra conversazione, parla di insabbiamenti da parte di più procure siciliane (tutto registrato) recita una parte, suggeritagli forse da infedeli rappresentanti delle Istituzioni (le sue parole sono chiare quando afferma che uno di questi soggetti era a libro paga di Francesco Messina Denaro e anche in questo caso tutto è stato debitamente registrato) per sollevare il polverone depistatorio , utile a proteggere proprio quel Messina Denaro Matteo posto da Riina a capo dell’esecutivo stragista. Calcara , pure se dello stesso rione cittadino, della stessa generazione, vicino di casa, accusa tanti soggetti indicandoli quali inverosimili mafiosi (molti in realtà innocenti, altri di modesto spessore) ma si guarda bene di citare quelli veri e, soprattutto Matteo Messina Denaro. Eppure, dopo 25 anni, si dice, senza però farlo, di essere disposto a spiegarne le ragioni. Smentisce platealmente Buscetta con la castroneria della impossibilità dello stesso di non potere ricoprire il ruolo di capomafia….perchè latitante! Rispetto l’impossibilità di ricoprire il ruolo di capomafia per un latitante, soltanto pochi giorni addietro ammetterà che si trattava di informazioni riferitegli e che lui aveva in seguito dichiarato. Chi gliele riferì, e quando? Lui, che era l’uomo di fiducia di Francesco Messina Denaro, così riservato da non aver contatti con altri ‘salvo qualche personaggio di scarso spessore) aveva necessità di apprendere da altri questi aspetti? Il VQuestore Messineo viene accusato da Calcara di avere avuto costruita la sua casa di abitazione dal Sindaco Vaccarino, a sua volta “eletto democraticamente capomafia”. Nessun vero operaio di quel cantiere ebbe mai a vedere il Calcara che asseriva di avere giornalmente prestato la sua opera edile del Dr Messineo. Anzi , nessuno lo conosceva , nemmeno di vista!
Oggi ammette il Calcara di “avere fatto 4 pentiti”. Ma su questo argomento, così come su altri, torneremo a breve documentando quanto da lui affermato.
4 pentiti? Tutti del suo spessore, definito “fradiciumi” da tutti collaboratori veri mafiosi. Brusca, Sinacori, Siino, Geraci Bono, Patti …e decine di altri? Tra i 4 pentiti, convinti da Calcara , c’è anche Pietro Scavuzzo, incaricato di “infangare “ il Dr Messineo con improbabili interessi per reperti archeologici, addirittura consegnati nella sede palermitana dei Servizi Segreti?
Un’accusa palesemente falsa, utto come sentenziata dai Magistrati Inquirenti, dopo 5 anni di esilio in terra di Calabria del Dr. Messineo. Tra i più giovani alti Dirigenti . Bloccato nella fulgida carriera per meriti sul campo!
E , in verità ringrazia Iddio, per essere sopravvissuto alla decisione mafiosa di passare dalla calunnia al ruolo di vittima sacrificale, come Rino Germanà, scampato miracolosamente ai mitra di Matteo Messina Denaro a Mazara. Verbalizza il pentito Benedetto Pellegrino che Calcara lo aveva convocato nella caserma di Piazza Venezia a Roma, con la presenza di copertura del Maresciallo Canale, offrendogli tutti i benefici possibili se avesse “imparato a memoria” le false accuse preparate contro i Poliziotti Messineo e Germanà e contro i politici On Culicchia e Sindaco Vaccarino. Tutti e quattro “colpevoli” di essere nemici di Matteo Messina Denaro.
Tutti vittime di Calcara che, per oltre 20 anni beatifica Canale, ora lo accusa di essere il traditore del Giudice Borsellino (ma non solo questo, così come risulta dalla registrazione delle telefonate intercorse) confermando così le accuse identiche fatte da Brusca, Siino, Sinacori etc etc..
Ad oggi , Calcara risulta impunito pur con il più assurdo florilegio diabolicamente gridato dovunque : “ per prender per fessi i Giudici e i Carabinieri basta solo un po’ di fantasia”, aveva scritto Sarullo, detenuto insieme a Calcara, attribuendo al pentito queste parole. Così come, non meno preoccupante e degna di maggior considerazione, la lettera che Calcara, detenuto in Germania, scriveva al suo avvocato chiedendo consigli in merito alla brillante idea di fare il falso pentito, raccontando i retroscena di due delitti – dei quali nella lettera ammette di non saper nulla – e a seguito dei quali era stato interrogato proprio dal Dott. Messineo. “Con questa lettera volevo imbrogliare il Ministero facendo finta di essere come Buscetta” “ il fine giustifica tutti i mezzi”, dirà poi dinanzi i giudici. Lo stesso Calcara, che a suo dire si sarebbe affiliato a “cosa nostra” nel 1979, in una lettera datata febbraio 83, sentiva il bisogno di inventarsi la storia di due omicidi dei quali afferma di non saper nulla, salvo a distanza di tempo tornare a parlarne. Credibile? Secondo alcuni magistrati sì, secondo altri, per niente.
Vincenzo Calcara pretende che vengano pubblicate le sentenze, lo impone in ogni modo. Una cosa che ci ripromettiamo di farlo, ma che certamente non sarà sic et simpliciter, viste le incongruenze, le presunte mancate verifiche e le sue più recenti affermazioni con le quali con le quali adombra le figure di due alti magistrati che, a suo dire, lo proteggerebbero, e ben tre procure che, a suo dire, avrebbero insabbiato le indagini su Matteo Messina Denaro. Non spetta a me giudicare le affermazioni di Calcara, il quale comunque non può essere credibile un giorno sì e un giorno no, secondo l’argomento.
Forse sarebbe opportuno che qualche Signor Procuratore chiedesse di poter ascoltare la registrazione dei colloqui telefonici tra me e il pentito, ma, se così non fosse, sono certo che le registrazioni saranno comunque ascoltate nelle aule giudiziarie, visto che Calcara afferma di avermi in precedenza querelato e che a breve presenterà un’ulteriore querela. Calcara, un proverbio siciliano recitava: “Nun ludari la jurnata si nun scura la sirata (Non lodare la giornata se non è passata la serata)”. E forse, grazie a te, non è ancora finita…
Gian J. Morici
Io vorrei che qualcuno mi spiegasse, perché tra tutti i collaboratori di giustizia, il Calcara è l unico che continua ad esternare, anche con l’utilizzo di social network, vicinanza alla famiglia del giudice Paolo Borsellino.I riscontri sulla sua “attendibilità” si sono già avuto nelle sedi di giustizia, e dovrà proseguire sempre nei noti luoghi di giustizia! Eppure, la recente sentenza della Corte di assise di Palermo, dovrebbe far aprire occhi e testa a tanti che ancora lo considerano “attendibile”. Complimenti a J. Morici, articolo completo e ben documentato! Per me sul Calcara tanto è da “scoprire”. E da libero cittadino scrivo che la giustizia dovrebbe metterlo sotto torchio sul serio, per comprendere la genesi del suo inizio di collaboratore..fino ad arrivare ai nostri giorni.aspetto il prossimo articolo, e comu veni si cunta.
Scusate il refuso…recente sentenza del Tribunale di Palermo…non Assise…capita. Il Calcara è presente in molte sentenze, anzi sto cercando quella della sua condanna per il reato che commise nel settembre 1982. Se qualcuno che legge può aiutarmi, incluso il Calcara. Grazie.
Considerata l’importanza chiedo che venga convocato il Sig Morici anche in considerazione dell’attualità degli argomenti trattati riconducibili al depistaggio della strage di Via D’Amelio.
Se la Magistratura Inquirente oggi ha rinviato a giudizio Uomini delle Istituzioni con la grave accusa di aver ordito il depistaggio conseguente alla strage appare assolutamente incomprensibile che non abbia preso ancora uguale iniziativa sull’eventuale depistaggio preparatorio.
Su quel Calcara che come riferito da Sarullo “prendendo per fessi i Giudici” ha nascosto conoscenza e caratura di chi quella strage ha eseguito.
Che affermi di non essere stato ascoltato dalla Procura appare inquietante soprattutto per la responsabilità che cosi ritiene di poter addossare ai Magistrati. E’ possibile che ancora non sia stato sentito? Auspico che si avverta l’obbligo di sentire il Dott Morici perché lo stesso metta a disposizione della Magistratura tutte le registrazioni di cui parla nell’articolo.
Non escludo di sentire il Sig Morici e di acquisire le registrazioni nell’ambito delle investigazioni difensive al fine di valutare gli elementi utili per il mio assistito Prof Antonio Vaccarino.