A quanto da noi scritto lo scorso 15 gennaio “Omaggio a Corrado Carnevale” si è unito, con parole degne dei suoi elevati sentimenti, l’Avv. Virgilio Gaito caro nostro Amico, il quale ha voluto aggiungere un pensiero per quanti ebbero a subire inconcepibili persecuzioni, indagini infamanti allo scopo di colpire, come loro, il grande e valoroso Magistrato. In particolare Virgilio Gaito ha voluto ricordare la vicenda dell’infame aggressione giudiziaria, compiuta con tale perversa finalità e con tragiche conseguenze, in danno dell’Avv. Enzo Gaito. Malgrado l’omonimia Enzo e Virgilio Gaito non erano legati da un rapporto di parentela, ma da una grande amicizia e da una reciproca stima.
Anch’io, che ho conosciuto Enzo Gaito, che mi onorò della sua amicizia e che ebbi modo di apprezzare per le sue eccezionali doti di avvocato e di giurista sento il bisogno di ricordarlo e di ricordare la stupida ed infame umiliazione che gli fu inflitta dai golpisti giudiziari. Non potrei farlo meglio di Viriglio e di come Virgilio lo ha fatto l’altro giorno nella lettera a me diretta.
Voglio quindi pubblicare qui le parole dello scritto di Virgilio che riguardano la vicenda e la figura dell’Avv. Prof. Enzo Gaito.
“Non è noto se non per i familiari, i collaboratori e pochi amici il dramma vissuto di riflesso da quasi tutti gli Avvocati che avevano assistito clienti condannati dai giudici di merito e che avevano sostenuto innanzi al Giudice Carnevale i motivi di ricorso da lui accolti.
Anche loro videro riconosciuta la loro assoluta innocenza, ma ad uno traessi il Prof. Avvocato Enzo Gaito, titolare della cattedra di procedura penale all’Università di Roma, uno tra i più seri e brillanti Maestri in campo penale, al quale ero legato da vincoli profondi di reciproca stima ed affetto fraterno, autore di magistrali difese coronate da successo innanzi alla Corte presieduta da Corrado Carnevale, ritengo doveroso rendere omaggio alla memoria di vittima illustre di quella barbara istruttoria condotta con mal riposto accanimento dai zelanti inquirenti che, pur conoscendone e stimarono la statura morale di professionista integerrimo e di docente universitario di indiscusso prestigio, non si fecero scrupolo di irrompere un triste giorno nel suo Studio che misero a soqquadro in presenza di collaboratori, dipendenti e clienti alla ricerca di prove di vaghi sospetti di suoi cervellotici illeciti legami col Presidente Carnevale. Quelle prove non furono trovate semplicemente perché non esistevano altro che nella fantasia di quei moderni emuli della Santa Inquisizione. Innanzi ai quali Enzo, profondamente ferito nel suo spirito di gentiluomo e di Maestro di etica per generazioni di allievi, chiese immediatamente essere interrogato per fugare anche il minimo dubbio, ma la ferita era stata troppo profonda e dopo pochi giorni si rivelarono in lui i sintomi di un male incurabile che in pochi mesi lo condusse alla tomba.
Alle esequie una folla di amici, estimatori, colleghi, docenti universitari, Magistrati di ogni ordine e grado, uomini delle Istituzioni vollero testimoniare il rimpianto ma anche la rabbia per la ingiusta punizione inflitta ad un Maestro di diritto e di etica, vittima innocente di quel clima di giustizialismo allora nascente e poi malauguratamente consolidatosi anche attraverso quella legislazione dell’emergenza…”
Virgilio Gaito