Voto in Catalogna: trionfo degli indipendentisti – Rajoy: nessun incontro con Puigdemont
La recente affermazione delle forze politiche indipendentiste alle elezioni catalane di giovedì non ha ancora smesso di generare polemiche, come anche sorpresa. Caratterizzata da un’affluenza del 82 %, record assoluto per una votazione in terra catalana, il test elettorale ha sancito la vittoria (probabilmente platonica perché la coalizione è isolata) del partito anti separatista Ciudadanos – Cittadini, capeggiato dalla 36enne andalusa Ines Arrimadas, ma ha anche testimoniato l’affermazione dei i partiti indipendentisti, che hanno raggiunto congiuntamente la maggioranza assoluta dei seggi, conquistandone 135, da suddividere in circa 30 a testa. Nello specifico grande affermazione di Junts per Catalunya, partito dell’ex presidente Puigdemont, attestatosi al 34%, di ERC dell’ex vice presidente del Governo catalano Oriol Junqueras arrivato al 32%, e della CUP al 4%. Da tale votazione ne è uscito ridimensionato il partito Popolare di Rajoy, giunto solo al 4%, come anche malissimo è risultato Podemos. Un vero scacco per lo stesso premier spagnolo, che aveva indetto tale elezione per poter fornire alla Catalogna un nuovo governo diverso dal precedente. Xavier Garcia Albiol, leader del Partito Popolare nella Catalogna, avrebbe commentato: “Non siamo stati capaci di mettere insieme una maggioranza alternativa all’indipendentismo nel Parlament”. Lo riporta il Corriere della Sera. La votazione è stata inoltre contrassegnata dalla protesta di moltissimi simpatizzanti indipendentisti, giunti alle urne in abiti gialli, in forma di solidarietà al vicepresidente Junqueras, e ad gli altri detenuti separatisti attualmente detenuti .
L’ex presidente Carles Puigdemont, che ha seguito da Bruxelles tutto l’evolversi delle elezioni, (al suo posto in Catalogna ha votato la 18enne Laura Sancho) aveva subito parlato, all’uscita dei risultati, di “stato spagnolo sconfitto” e di “risultato inequivocabile”. Il leader catalano, in conferenza stampa nella città belga immediatamente dopo la l’affermazione indipendentista, aveva anche riconosciuto la volontà di vedere il premier Rajoy, puntualizzando però di essere ”disposto a incontrarlo ma non in Spagna“, e di voler tornare in Catalogna solo a condizione che venga effettivamente ripristinata la democrazia. Il premier spagnolo Mariano Rajoy, dopo aver ribadito che il commissariamento nella regione proseguirà ugualmente fino alla formazione di un nuovo governo, avrebbe comunque approvato l’ipotesi di un dialogo diretto tra il Governo centrale spagnolo e gli esponenti del nuovo governo catalano (in particolare con Ines Arrimadas , capolista del partito Ciudadanos), rifiutando però qualsiasi possibile incontro con Puigdemont.
Nella giornata di ieri ha parlato Marta Rovira, segretaria di Erc, che ha puntualizzato che “è ora di trovare le soluzioni politiche», come riporta Il Giornale, mentre Puigdemont dal Belgio nelle ultime ore è ritornato a proporre un tavolo di incontro con Mariano Rajoy, auspicando che il premier ascolti finalmente le ragioni del popolo catalano.
Nonostante la vittoria indipendentista, una vera soluzione alla crisi non sembra ancora vedersi davvero all’orizzonte.
Graziano Dipace