Credo che la decisione del governo centrale di Madrid sia giusta, per diversi motivi, ed è una decisione che possiamo leggere riflessa negli assurdi referendum che si stanno svolgendo in Veneto e Lombardia.
Ovviamente ci sono situazioni storiche che è impossibile ripercorrere tutte, molto più simili a quello che è successo ad esempio in UK con la Scozia, piuttosto che in Italia.
E va tenuto conto che per cultura, lingua e tradizioni, la Catalogna è a tutti gli effetti una regione differente dalla Castiglia o dai Paesi Baschi, per dire.
Ma senza appellarsi al famigerato articolo 155 di una costituzione che non conosco, penso che questa indipendenza sia un atto di violenza politica, antistorica, e non voluta neanche dalla maggioranza dei Catalani.
Penso che il referendum sia stato sostanzialmente una truffa, e che l’unica vera volontà si quella di affrancare una regione ricca da un paese mediamente più povero, sia per questioni economiche che di potere.
Più o meno la stessa motivazione che spinge Lombardia e Veneto a fare pressione.
Ma questi ribelli de noantri, al di là di cavalcare il populismo facile degli esagitati, non hanno alcuna visione.
Non capiscono che in un modo ormai connesso senza barriere la battaglia non la fai in pochi milioni di riccastri contro trenta milioni di poveracci (si fa per dire) spagnoli.
La battaglia è contro 350 milioni di ricchi americani, contro un miliardo e mezzo di cinesi di cui almeno cento milioni stramiliardari, idem il miliardo e rotti di indiani.
La battaglia una regione povera di risorse naturali la fa con il mare di petrolio che giace sotto l’Arabia Saudita, contro le masse che premono dall’Africa.
La battaglia è globale e solo mettendo insieme abbastanza persone, risorse, idee si può pensare di vincerla.
Altrimenti la Catalogna si ritroverà con la bandiera sul pennone ma con le pezze ar culo.
Rodocarda