Ai Ministri della giustizia e dell’interno
Premesso che, secondo quanto risulta all’interrogante:
il sostituto procuratore della Repubblica di Palermo, dottor Nino Di Matteo, trasferito alla Procura nazionale antimafia in qualità di sostituto procuratore, avrebbe dichiarato di non voler assumere tali funzioni e tale ruolo e, quindi, di chiedere l’ “applicazione” alla Procura di provenienza.
In molte e significative città italiane, previa deliberazione dei Consigli comunali, al magistrato sono state conferite onorificenze da lui accettate in pubbliche manifestazioni;
tale diritto al conferimento e all’accettazione a magistrati in servizio era stato a suo tempo esplicitamente escluso dai Padri costituenti a presidio e a garanzia della loro autonomia ed indipendenza di giudizio.
Si chiede di conoscere:
se il Ministro della giustizia ritenga che il conferimento di una cittadinanza onoraria, specie se ripetuta sistematicamente, sia compatibile con i doveri di osservanza e di rispetto dell’indipendenza della magistratura che esigono l’impedimento di atti che importino influenze e condizionamenti e se il Ministro dell’Interno non ritenga di imporre o suggerire ai Comuni un uso dignitoso e adeguato alla solennità del gesto di eventuali conferimenti di cittadinanze onorarie:
se il meccanismo del trasferimento alla Procura nazionale antimafia di magistrati che poi, immediatamente o meno, chiedano ed ottengano l’applicazione alla sede ed all’ufficio di provenienza, implichi che debba essere loro corrisposta l’indennità di trasferta, e, in caso positivo, quale sia l’importo di tale indennità che spetterebbe al dottor Di Matteo qualora si realizzasse il suo intendimento.
Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-07456
Atto n. 4-07456
Pubblicato il 4 maggio 2017, nella seduta n. 817