Un po’ scherzando, un po’ per innata cattiveria, avevo commentato il passaggio di Angelino Alfano dal Ministero del Viminale alla Farnesina come conseguenza del cambiamento di specializzazione professionale della Moglie, nota avvocata d’affari.
Ora, un po’, magari, per quanto si dice per piaggeria verso il nuovo titolare del Ministero dell’Interno, Minniti (già al Comitato Parlamentare per i Servizi Segreti), ma anche per una serie di provvedimenti da tempo individuati come necessari ed ora adottati dal suo Ministero, lo “spostamento” di Alfano sembra proprio sia stata una rimozione. Per errori, magari, di tutto il Governo Renzi (capita qualcosa di simile, quando il più esposto è quello politicamente più debole).
I provvedimenti di Minniti sono il minimo da farsi di fronte alla minaccia islamica ed alla “invasione umanitaria”.
Il bello, cioè il brutto, è che quanto (tantissimo) resta da fare importerebbe proprio una politica estera, o almeno, intracomunitaria di cui non c’è da attendersi da Alfano nemmeno l’odore.
Non può pretendersi troppo dalla versatilità professionale della Avv.ssa Alfano.
Mauro Mellini