GESTITO DA TELEFONO AZZURRO
Fenomeno più segnalato al Nord (56%)
In crescita le segnalazioni che vedono come vittime i più piccoli, anche di 5 anni (22%)
Il 30% delle vittime riporta di aver commesso atti di autolesionismo, il 10% di aver tentato o pensato al suicidio
Bullismo e cyberbullismo sono in questi giorni al centro dell’attività parlamentare, con la votazione della proposta di legge mirata alla regolamentazione di un’emergenza sociale in costante aumento e dai risvolti potenzialmente drammatici. Non solo per la vittima, ma anche per il bullo e per tutta la comunità. Minaccia, infatti, sempre di più anche i bambini di 5 anni, coinvolge sempre più ragazze e ha ripercussioni anche sugli spettatori dei casi di violenza.
Queste alcune delle evidenze emerse nel dossier diffuso oggi da Telefono Azzurro, un report che, attraverso i casi gestiti nel corso dell’anno scolastico 2015-2016 dal proprio Centro Nazionale di Ascolto, evidenzia la punta dell’iceberg di un fenomeno che ancora troppo spesso costringe le vittime al silenzio e gli adulti a non rendersi conto di quanto succede.
Da quasi trent’anni impegnata nella tutela di bambini e adolescenti, Telefono Azzurro è in prima linea per contrastare e intervenire nei casi di bullismo offline e online. L’Associazione, la cui linea gratuita 1.96.96 (attiva 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno) – composta da un team di psicologi, neuropsichiatri ed educatori specializzati – a seguito di un Protocollo siglato con il Miur è stata indicata “Linea nazionale di contrasto al fenomeno del bullismo”. Un canale aperto con bambini, genitori e insegnanti che vogliono segnalare situazioni di violenza a scuola, cui si aggiunge anche la chat (www.azzurro.it/chat). Il protocollo prevede anche attività di sensibilizzazione, prevenzione e formazione nelle scuole, con azioni mirate messe in atto da personale specializzato.
Per questo e per tutte le altre richieste di aiuto, la linea 1.96.96 è sempre aperta e disponibile per bambini e adolescenti in difficoltà.
I numeri del dossier
Dal settembre 2015 al giugno 2016 Telefono Azzurro ha gestito circa 1 caso al giorno di bullismo e cyberbullismo, un dato preoccupante che rappresenta solo la punta dell’iceberg rispetto alla vastità del fenomeno. In totale i casi gestiti sono stati 270, che hanno richiesto un totale di 619 consulenze.
· Area Geografica: il fenomeno viene alla luce maggiormente al nord, dove sono stati gestiti circa il 45% dei casi e da dove vengono segnalati il 57% dei casi nazionali di cyberbullismo.
· Nazionalità: prevalenza delle vittime di nazionalità italiana (con un dato che si attesta attorno all’85% dei casi): bambini e adolescenti di origine straniera contattano Telefono Azzurro principalmente per altre motivazioni parlando di episodi di bullismo o cyberbullismo solo legati ad altre difficoltà.
· Genere: Le femmine vittime di bullismo sono il 45%, dato che sale al 70% per episodi di cyberbullismo.
· I bulli sono generalmente maschi (60% dei casi) e amici o conoscenti della vittima. Le ragazze sono responsabili del 25% dei casi in cui la bulla agisce sola, cui si aggiunge un 15% in cui opera in gruppo.
· L’Età delle vittime si sta abbassando: un trend in crescita è quello che vede come vittime bambini sempre più piccoli, anche di 5 anni (22% dei casi). Le richieste di aiuto per episodi di cyberbullismo hanno inizio durante le scuole secondarie di primo grado e proseguono in adolescenza (1 richiesta su 2 coinvolge preadolescenti).
· Le problematiche associate al bullismo: i casi di richiesta di aiuto per bullismo o cyberbullismo vengono segnalati anche con altre problematiche: problemi scolastici, difficoltà relazionali e problematiche legate all’area della salute mentale (bassa autostima, ansia diffusa, paura o fobie, gli atti autolesivi, le ideazioni suicidarie e i tentativi di suicidio) le principali.
Le conseguenze del bullismo
Tra le conseguenze dell’essere vittima di bullismo che vengono riportate nelle richieste di aiuto gestite da Telefono Azzurro si evidenziano le situazioni di ansia diffusa che possono portare all’abbandono/dispersione scolastica, ad atti autolesivi, alleideazioni suicidarie e ai tentativi di suicidio. Il 30% delle vittime di bullismo mette in atto comportamenti di autolesionismo, mentre il 10% avrebbe pensato o tentato il suicidio.
Le difficoltà emotive e comportamentali sperimentate dalle vittime e dai bulli possono continuare anche in età adulta producendo outcomes negativi a lungo termine, come per le vittime una bassa autostima e con scarso valore di sé, una maggiore tendenza alla depressione; per i bulli a comportamenti antisociali o vandalici, all’uso e abuso di sostanze (come alcool o droghe), fino all’aggregazione in gang o allo sviluppo di comportamenti criminali.
Anche gli “spettatori” possono sviluppare conseguenze in relazione a quanto vissuto: sviluppo di sentimenti di colpa o di impotenza per non essere intervenuti nell’interrompere il bullo o nell’aiutare la vittima e, a lungo termine, scarsa empatia o incapacità di fidarsi degli altri.
I Segnali. Sia nei ragazzi che nelle ragazze che vivono forme più o meno gravi di bullismo e cyberbullismo è possibile evidenziare:
a) paura o rifiuto di andare a scuola o di frequentare i luoghi dove avvengono gli atti di bullismo;
b) tristezza, rassegnazione, solitudine, disagio psicologico-emotivo;
c) timore di parlarne con genitori o insegnanti per paura di non essere ascoltati o creduti, difficoltà relazionali, desiderio di cambiare scuola o contesti in cui si trovano a diretto contatto con i bulli.
“Il dibattito che si è aperto in Parlamento sul tema è un segnale molto positivo per la lotta al fenomeno del cyberbullismo. E’ fondamentale che si arrivi in tempi brevi ad una legge precisa ed efficace, su una base condivisa, che renda possibili interventi immediati. Accanto a questo, occorre valorizzare le azioni preventive e il ruolo degli adulti: far sì, quindi, che i bambini possano crescere accompagnati da genitori e insegnanti preparati e formati sul tema della sicurezza in rete”, ha dichiarato il Professor Ernesto Caffo, Neuropsichiatra infantile e Presidente di SOS Il Telefono Azzurro Onlus, “E’ estremamente importante che le vittime si sentano sostenute, credute e vengano aiutate con molta attenzione, competenza e sensibilità: solo questo può permettere loro di interrompere il considerarsi bersagli senza difese, attivando così un circolo virtuoso di reciproco supporto dove, al contempo, si possano costruire soluzioni congiunte ad un problema che non è del singolo ma è dell’intera comunità. Nel difficile intervento in cui si trovano a operare, i nostri operatori lavorano sull’autostima dei ragazzi, affrontandone le emozioni, come tristezza, paura e vergogna”.