Spiegata l’assurda “notizia” del SI che ha “raccolto le firme necessarie” e del NO che “non ha raggiunto la soglia”.
Il comunicato ANSA di cui avevamo scritto mercoledì è, in realtà un pasticcio atto a confondere le idee della gente.
La richiesta di referendum sulla c.d. riforma costituzionale, votata dal Parlamento, che a norma dell’art. 138 della Costituzione, in mancanza di una votazione favorevole della maggioranza assoluta dei componenti delle Camere può esser richiesta da “un quinto dei componenti di una delle Camere, da cinque Consigli Regionali o da cinquecentomila cittadini”, era già stata validamente richiesta dal prescritto numero dei Deputati ed anche dei Senatori. Perché, evidentemente, di referendum non se ne possono richiedere due (baggianate dello “spacchettamento” a parte miseramente fallita) perché una seconda (o, magari, anche terza) richiesta? PER I SOLDI!!!
Ad iniziativa del P.D. sono state infatti raccolte 500.000 firme, assolutamente non necessarie né utili ai fini del referendum la cui tenuta era già assicurata (salvo le manovre Renzoconfidustriali messe in atto per evitare il voto con qualche pasticcio) dalla richiesta del quinto dei parlamentari.
Pare, però che ai promotori del Referendum, anche se “promotori” di qualcosa di già “promosso”, vada un consistente “rimborso spese forfettario”.
Così quel comitato promotore, che abusivamente viene definito “Comitato per il SI”, abuso che però ben evidenzia il carattere e la finalità sostanzialmente truffaldina di questa “pleonastica” iniziativa si BECCHERA’ DENARO PUBBLICO con il quale potrà finanziare la già ultrafinanziata campagna per il SI.
Ma, a questo punto, poiché il referendum costituzionale, diversamente da quello “abrogativo” (art. 75 Cost.) che ha una finalità specifica (“…per abrogare una legge…”) viene “promosso” in forma e con finalità neutra, quindi non per “confermare”, o, invece, per “respingere” la legge di riforma (così che la definizione di “Comitato per il SI” è, al contempo falsa e rivelatrice della vera finalità del falso e del marchingegno) qualsiasi destinazione data al denaro pubblico così poco cristallinamente introiato, diversa dalla semplice routine della raccolta delle firme e della informazione obiettiva del pubblico sul contenuto della votazione, sui suoi effetti, sulle modalità etc. sarà da considerare illecita e, quanto meno assai probabilmente, costituirà reato (art. 316 bis c.p.). La giurisprudenza e le prassi giudiziarie sono andate molto più in là, considerando reato di malversazione anche la “distrazione” di somme già incassate a titolo di rimborso. Il fatto di non condividere tale giurisprudenza non comporta che si debba evitare di segnalare alle solerti (talvolta) Procure il sostanziale abuso.
Dobbiamo dire che il fatto che un cosiddetto comitato per il NO abbia, accortosi dell’altrui marchingegno, voluto imitare tale operazione, anche se con finalità di una sostanziale “legittima difesa”, è stato a nostro avviso un errore, che il mancato raggiungimento della “soglia” (ma, poi, se la richiesta non fosse stata già utilmente effettuata, è da ritenere che quelle firme si sarebbero dovute sommare a quelle del cosiddetto SI, non potendosi assumere una “diversità… “razziale” dei firmatari) non cancella, ma in qualche modo aggrava tale errore.
Concludendo: il partito del SI non ha certo scrupoli sui mezzi per raggiungere i suoi fini. Mezzi ne ha tanti e tanti ne tirerà fuori man mano che, malgrado tutto, ci si avvicinerà al voto.
Finora li ha utilizzati soprattutto per confondere le idee. Li utilizza e li utilizzerà per far sì che la gente non sappia che razza di baggianata è la cosiddetta riforma costituzionale.
Noi dalla nostra parte abbiamo la ragione e la capacità di ragionare, la possibilità di fare in modo che anche gli altri ragionino ed abbiano di che ragionare.
Sgombriamo il campo dalle bugie, dalle sciocchezze e dai noiosi lunghi commenti di Renzi e dei suoi.
Cari Amici! Al lavoro!
Mauro Mellini