Primo appuntamento il 4 giugno nel Ravennate, a Punta Marina nella Riserva Naturale del Bosco della Mesola per illuminare la notte di Biodiversità
Nei primi anni Sessanta, a causa dell’inquinamento dell’aria, e, soprattutto in campagna, a causa dell’inquinamento dell’acqua (gli azzurri fiumi e le rogge trasparenti) sono cominciate a scomparire le lucciole. Il fenomeno è stato fulmineo e folgorante. Dopo pochi anni le lucciole non c’erano più.
Pier Paolo Pasolini in un articolo pubblicato nel 1975 sul Corriere della Sera, creava un parallelismo tra le due fasi dell’allora partito al Governo, la Democrazia Cristiana, e la fase del prima e dopo la scomparsa delle lucciole, Sono ora un ricordo, abbastanza straziante, del passato: e un uomo anziano che abbia un tale ricordo, non può riconoscere nei nuovi giovani se stesso giovane, e dunque non può più avere i bei rimpianti di una volta.
Resta il fatto che a partire dagli Anni ’60 effettivamente le lucciole sono notevolmente diminuite e restano un romantico ricordo nella maggior parte dei cittadini delle grandi città e non solo.
Sono in declino infatti in molte aree del mondo, in alcune aree addirittura sono dimezzate come in Malesia e Thailandia, a causa soprattutto della deforestazione. In Europa il Paese che ha visto la diminuzione maggiore è l’Inghilterra.
Per tale ragione la comunità scientifica mondiale è preoccupata per il destino di questi ColeotteriLampiridi, che nella loro fase larvale si nutrono di molluschi e hanno quindi bisogno di zone umide e, soprattutto, non inquinate.
In Italia la popolazione di lucciole è diminuita notevolmente negli ultimi dieci anni, soprattutto ai margini delle grandi città e in molti ambienti agricoli. I pesticidi che agiscono sulle larve, la cementificazione che distrugge i loro habitat, l’aumento di luce artificiale e l’inquinamento luminoso sono le cause principali per cui i silenziosi dialoghi d’amore delle lucciole stanno diventando sempre più deboli e rari.
Infatti, le magiche luci emesse dalle lucciole è il modo con cui comunicano tra loro.
Il maschio, mentre vola, nel periodo dell’accoppiamento emette una luce “fredda” di intensità variabile per attrarre la femmina. Quest’ultima a sua volta emette segnali luminosi per comunicare la disponibilità all’accoppiamento. La femmina depone tra le 70 e le 100 uova nelle fessure del terreno e tra le foglie. Da adulte le lucciole smettono di nutrirsi e impegnano le energie nella riproduzione. I maschi muoiono poco dopo l’accoppiamento, le femmine sopravvivono ancora qualche giorno, il tempo di deporre le uova. In autunno sgusciano fuori le larve che subito iniziano a nutrirsi. Le larve vivono circa 2 anni e si nutrono di lumache e chiocciole.
Quindi proprio gli agricoltori che usando i pesticidi allontanano le lucciole potrebbero trovare giovamento proprio dalla loro presenza!
Tuttavia nel momento in cui variano le condizioni ambientali le popolazioni di lucciole possono ritornare, così come è avvenuto di recente nelle aree naturali protette urbane, così come nelle riserve naturali statali.
Il Corpo forestale dello Stato gestisce 130 Riserve Naturali Statali, veri gioielli di natura e scrigni di biodiversità. La tutela dell’ambiente si trasforma in protezione per la flora e la fauna al loro interno, e anche delle lucciole, veri e propri indicatori ecologici. Se vediamo le lucciole oltre a godere di uno spettacolo magnifico sappiamo che l’ambiente è sano, senza veleni e pesticidi.
In Italia sono tre le specie più conosciute: Luciola italica, Luciola lusitanica e Lampyris noctiluca. Le femmine delle ultime due non volano, e nell’ultima hanno un aspetto larviforme.
A partire dalla magica notte tra il 23 e il 24 giugno, dedicata a San Giovanni, nelle Riserve gestite dalla Forestale saranno organizzati eventi per conoscere e scorgere le lucciole e comprendere meglio i delicati equilibri che caratterizzano la biodiversità. Le date saranno differenti e segnalate sul sito del Corpo forestale dello Stato.
Buone pratiche quali diminuire le fonti di luce artificiale all’esterno e l’inquinamento luminoso, non utilizzare pesticidi, fitofarmaci e altri veleni, fare orti biologici, aumentare le aree verdi, creare i “Prati delle lucciole” per dare la possibilità a questi speciali Coleotteri di riprodursi e continuare il ciclo della vita, può aiutare a riportare nelle proprie aree cittadine non solo i fantastici coleotteri, e contribuire a vivere in un ambiente sano.
La leggenda delle fate nasce anche dalle lucciole, le lucciole vivono nella memoria, nella fantasia, nelle storie, nei ricordi… le lucciole non possono essere condivise con whatsapp!
Aiutiamole a vivere meglio.