“Messina si farà portavoce di una richiesta di verità che troverà in oltre mille luoghi d’Italia momento di riferimento”. Così Don Ciotti, Presidente nazionale di Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, impegnata lunedì 21 marzo a Messina nella XXI Giornata della memoria dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, intervistato da Raffaella Calandra a Storiacce in onda sabato 19 marzo alle 21.30 su Radio 24.
“E’ un momento molto complesso e molto difficile – ha aggiunto don Ciotti a Radio 24 – Alcuni segnali ci hanno dimostrato che dietro la parola antimafia si sono nascosti in tanti. Libera non è perfetta, ma è una realtà pulita. Noi siamo stati i primi a sollecitare la Commissione antimafia di approfondire rispetto anche a questo mondo così detto dell’antimafia”.
“Oggi dietro la parola antimafia – ha concluso il Presidente di Libera don Ciotti – si sono nascoste tante realtà. E allora io credo che sia giusto saper distinguere per non confondere. Si è creato un clima negli ultimi anni veramente molto complesso e molto difficile”.
Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, a Radio 24: Per il Parlamento non è una priorità il pacchetto di norme per modificare la gestione dei beni confiscati
“La mafia ha capito che l’antimafia è un affare. Io se fossi un mafioso farei l’antimafioso”. Cosi afferma Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, politico autore dell’art. 416-bis c.p. ucciso dalla mafia il 30 aprile 1982, in un’intervista a Raffaella Calandra a Storiacce in onda sabato 19 marzo alle 21.30 su Radio 24 dopo il suo recente abbandono dall’associazione antimafia Libera.
Ci sono “segnali di dialogo tra me e Libera – ha aggiunto Franco La Torre a Radio 24 – In organizzazioni dove c’è un leader fortemente autorevole, si confida sulla capacità della guida di risolvere. Libera ha bisogno di maggiore democrazia che consenta anche la formazione e la selezione della classe dirigente di Libera di domani”.
Franco La Torre, intervistato da Raffealla Calandra a Storiacce in onda sabato 19 marzo alle 21.30 su Radio 24, si è anche espresso in merito al caso di Silvana Saguto, l’ex Presidente delle Misure di prevenzione del tribunale di Palermo che gestiva i beni confiscati: “Se ci fossero state quelle norme che adesso sono in discussione al Parlamento e che speriamo vengano approvate al più presto, anche se, mi spiace dirlo, sembra che non siano una priorità, (la Saguto, ndr) avrebbe avuto molti meno margini. Secondo me – ha concluso Franco La Torre – l’elemento di maggiore fragilità sta nella parte dell’antimafia politica e istituzionale”.