Un altro caso di un “collaboratore di giustizia” delinquente e calunniatore. E’ il caso di Pasquale Salemi, agrigentino.
Varacalli è un “assassino e calunniatore” sotto protezione.
Salemi è un calunniatore in corso ed in occasione della sua “collaborazione” mezzo (si fa per dire) estortore e commerciante di “protezioni”. Ambedue hanno fruito di un mal riposto credito e di altrettanti mal riposti “favori” e “distrazioni” di magistrati.
Una notizia clamorosa, ma parziale ed in qualche modo distorta, è riportata da siti internet Siciliani: “Fuori dal programma di protezione il pentito che ha tradito lo Stato”.
Notizia distorta perché Pasquale Salemi non si può dire abbia “tradito lo Stato”: è sempre stato un imbroglione. E’ stato condannato per calunnia commessa “nell’esercizio delle sue funzioni” quando collaborava con la “giustizia” (si fa per dire) “sostituendo” un suo cugino assassino con altre persone (tanto avevano già altre condanne, così si è giustificato).
Non è stato perseguito per estorsioni benché avesse mandato ad un grosso negoziante di indumenti di moda un’intimazione di rifornirlo di un guardaroba per tutta la famiglia, con chiare allusioni alla sorte della “carriera politica del figlio”.
Ma dire che ha “tradito lo Stato” è una distorsione dei fatti. Lo Stato, in persona di carabinieri, poliziotti e magistrati ha sempre saputo che razza di personaggio fosse questo “collaboratore”. Si è giunti al culmine dell’uso perverso della cosiddetta motivazione, affermando nella sentenza di condanna delle persone da lui “chiamate in correità”, che la condanna per calunnia relativa alla “sostituzione” del caro cuginetto (per non dare dolore alla sua mamma cui era tanto caro…!!!) anziché menomare aumentava l’attendibilità di questo losco e spudorato figuro: perché attestava che avesse compiuto non uno solo, ma un doppio percorso di pentimento e di ritrovata legalità.
Questo è stato scritto di Pasquale Salemi “in nome del Popolo Italiano”. E’ dunque lo Stato che ha tradito la ragione, la giustizia, i Cittadini ed è entrato in combutta con questo imbroglione.
Il quale, poi, si è messo a commerciare tra l’altro con l’inclusione di donne, che attestava essere le sue amanti, nel programma di protezione di cui continuava ad usufruire.
Diversamente da Varacalli che, da cosiddetto pentito, ha fatto almeno una vittima sparandogli in bocca, Pasquale Salemi ha fatto vittime, accusando innocenti.
In realtà le sue accuse erano sbilenche e poco credibili. Ma hanno voluto credergli, magari perché …“doppiamente pentito”.
Avrà ben denunziato mafiosi veri. Ma la valutazione di un pentito non è, o non dovrebbe essere data, ovviamente, dalla prevalenza di accuse vere su quelle false.
C’è chi sta all’ergastolo sulla parola di questo truffatore mafioso e calunniatore.
Non si è voluto vedere il falso (cioè l’altro falso) da lui propinato per non “delegittimarlo”. E c’è chi sta all’ergastolo per questo “tipo di giustizia”.
Torneremo sul caso Salemi. E sull’ipocrisia vergognosa della “scoperta” del suo “tradimento”.
Ed invitiamo fin da ora l’on. Mattiello a farci conoscere il suo sublime pensiero su questo altro caso. Ci verrà a dire che anche Salemi non deve essere “delegittimato”?
Mauro Mellini