Intervista a cura di Freddy Mulongo
Traduzione di Luisa Pace – Testo originale in francese sul sito di Reveil FM Intérnational
Thierry Michel Atangana: “Hanno rubato 17 anni della mia vita. Mi batto contro l’impunità, il Camerun deve rispondere delle sue azioni” !
Thierry Michel Atangana sembra essere un uomo forte e sereno al quale il regime dell’irremovibile Paula Biya, dittatore part-time che trascorre 6 mesi all’hotel Intercontinental di Ginevra e 6 mesi in Camerun, ha quasi spezzato il destino. Thierry Michel Atangana è in piedi! Durante i 17 anni trascorsi nei carceri del Camerun sua mamma e sua sorella sono morte, sua moglie lo ha lasciato con i quattro figli. Oggi ha 51 anni, deve ricostruire la sua cerchia famigliare che, come dice Michel, “si è spezzata a causa della prigionia”!
Michel Thierry Atangana, francese originario del Camerun, ha trascorso 17 anni imprigionato in una cella di 7m2 senza finestre, nei sottosuoli della Segreteria di Stato alla Difesa del Camerun, senza essere passato in giudizio e nel segreto. Per 15 anni è stato abbandonato come un apolide poiché la Francia ha cominciato ad interessarsi del suo caso soltanto nel 2012.
La serenità di Thierry Michel Atangana veramente sorprendente! Come dice l’adagio di Nietzsche “Ciò che non uccide rende più forti “. “Hanno rubato 17 anni della mia vita. Mi batto contro l’impunità, il Camerun deve rispondere delle sue azioni”, dichiara Thierry Michel Atangana senza odio!
La vicenda Michel Atangana comincia nel 1994, quando questo giovane e promettente ingegnere finanziario viene inviato a Yaoundé per gestire un progetto di costruzione di infrastrutture di trasporti con la supervisione di una struttura creata dal Camerun, una società francese ed europea – il Comitato di pilotaggio e di controllo degli assi stradali, finanziato da fondi privati. Concretamente, era incaricato di trovare dei finanziamenti, ossia degli investitori. Ma tre anni dopo tutto precipita. Il 12 maggio 1997, all’étà di 33 anni, Michel Thierry Atangana viene arrestato, ufficialmente per appropriazione indebita. Ufficiosamente invece, gli si rinfaccia la sua vicinanza a Titus Edzoa, ex segretario generale di paul Biya, che ha improvvisamente presentato le dimissioni in aprile, annunciando in contemporanea la propria candidatura alle presidenziali. Il politico sarà a sua volta incarcerato il 3 luglio e liberato allo stesso tempo di M. Atangana, presentato come futuro direttore della campagna di Titus Edzoa. Eppure il francese afferma di “non essere mai stato un oppositore di Paul Biya”. “Non ho mai messo un piede in politica. Un’inchiesta seria, anche elementare, avrebbe permesso di riordinare le cose”, aveva denunciato in un’intervista concessa ad Afrik.com nel marzo 2014.
Michel Atangana trascorre 56 giorni in stato di fermo, senza avvocato. Il 3 luglio è condannato a 15 anni di carcere. Stranamente il primo appoggio gli giunge dagli Stati Uniti: nel 2005 il dipartimento di Stato gli riconosce lo statuto di prigioniero politico. Myriam Zaine, presidente dell’Associazione Atangana contro l’Oppressione e l’arbitrario (AACOA) si è congratulata per l’azione diplomatica e di terreno degli americani lungo tutti quegli anni: “Il dipartimento di Stato ha allertato il mondo nei suoi rapporti annuali”, ricorda Myriam Zaine, “la Francia sapeva ma non ha fatto nulla”, ha martellato. “E’ come se avesse dimenticato che era francese”, ha riassunto William Bourdon, uno dei tre avvocati di Michel Atangana. Myriam Zaine ha anche ringraziato la Fondazione Kennedy, l’ONG Freedom House nonché Amnesty International. Il 23 ottobre 2008, il giudice d’istruzione del Tribunale di Mfoundi pronuncia un’ordinanza di non luogo a procedere, annullando cos`tutte le accuse contro di lui. Il 4 ottobre 2012, Michel è nuovamente giudicato per gi stessi fatti e condannato a 20 di carcere. Conformemente a questa pena, che teneva conto della prima, deve trascorrere 5 anni supplementari in carcere. Il mese successivo, l’Ambasciatore francese ai Diritti umani, François Zimeray, incontra il prigioniero. Il 25 gennaio 2013, Amnesty International lo dichiara ufficialmente “prigioniero di coscienza”. In maggio, il Presidente francese François Hollande dichiara che la durata della sua detenzione è inammissibile.
Il 13 novembre 2013, il Gruppo di Lavoro sulla Detenzione Arbitraria dell’ONU pubblica il suo parere salvatore riconoscendo l’arbitrarietà della detenzione. Chiede la liberazione Michel Thierry Atangana, sanzioni contro i responsabili della detenzione arbitraria, un indennizzo e la restituzione completa dei suoi beni, beni dei quali è stato completamente spogliato al momento del suo arresto. Il 17 dicembre, nonostante le raccomandazioni dell’organismo delle Nazioni Unite, la Corte suprema del Camerun rigetta i ricorsi di Atangana. Tuttavia è sicuramente il parere del Gruppo a convincere il presidente Biya di concedergli finalmente un condono della pena in base ad un decreto del 18 febbraio 2014. Pochi giorni dopo, il 24 febbraio, Michel è infine liberato dalla sua “cantina”, senza sapere che la sua battaglia non è ancora finita.
Michel Atangana non è ancora stato riabilitato. “Per il momento non ho ricevuto alcun sostegno dalla Francia. Dopo l’incontro con il Presidente della Repubblica, non è stato fatto nulla”, ha dichiarato senza giri di parole. “Oggi, questo silenzio va a beneficio di chi mi ha torturato per lunghi anni”, ha aggiunto, “bisogna porre termine a questo silenzio”. Concretamente, il cinquantenne è sempre colpevole agli occhi della giustizia del Camerun. I suoi conti sono ancora bloccati ed i suoi beni sono confiscati dallo Stato camerunese. Non può condurre una vita normale, ecco perché continua a reclamare giustizia per sé stesso ma anche e soprattutto per evitare che un tale malfunzionamento si riproduca.
“Hanno rubato 17 anni della mia vita. Mi batto contro l’impunità, il Camerun deve rispondere dei propri atti”, rivendica Thierry Michel Atangana davanti ai giornalisti.
Freddy Mulongo è fondatore e direttore generale della radio Réveil FM International. Congolese di Kinshasa vive da tempo a Parigi dove esercita come giornalista. Réveil FM International fa rivivere Réveil FM quella radio che Mulongo e che fu spenta dal Governo del Congo assieme ad altre radio. Giornalista impegnato appunto ha organizzato, tra le altre cose, il primo Forum Internazionale sulla libertà di stampa, per i diritti umani e contro l’impunità, assieme al collega Roger Bongos, nel marzo 2014. Scrittore, ha pubblicato due libri “Dix questions” e “En toute liberté”, il primo sul Congo post Joseph Kabila ed il secondo sul non rispetto dei diritti umani nella Repubblica Democratica del Congo.