di Giuliano Girlando
Per la prima volta in Italia e in Europa sono stati denunciati in blocco tutti i giornalisti che si sono occupati dell’indagine “Mafia Capitale”. E quindi rei di aver raccontato ai lettori il lavoro svolto dalla procura di Roma in maniera troppo dettagliata.
Gli avvocati delle difese sono andati in procura e hanno così depositato un esposto contro 78 giornalisti e 18 direttori di testate nazionali. Secondo i legali, dunque, c’è stata «la plurima violazione del divieto di pubblicazione degli atti di un procedimento penale nella fase delle indagini preliminari». Un esposto del genere non era mai stato presentato in nessuna procura.
Al documento, depositato il 24 settembre scorso, sono stati allegati anche tutti gli articoli pubblicati tra il 3 e il 9 dicembre 2014 (appena scoppiato lo scandalo) e il 5 e 6 giugno (giorni in cui sui quotidiani sono stati riportati (nel dettaglio) gli ulteriori arresti nell’ambito dell’inchiesta «Mafia Capitale».
Lecito che gli avvocati della difesa preparino le barricate, ma ora mi chiedo, in maniera altrettanto lecita: è un bavaglio? Sono querele intimidatorie? Ma soprattutto non è il caso che l’ordine dei giornalisti di Roma e del Lazio dicano qualcosa? Se ora l’esercizio del diritto di cronaca viene colpito così duramente cosa ci dobbiamo aspettare?
Diceva Arthur Miller che “Un buon giornale, suppongo, è una nazione che parla a se stessa.” E di cosa stiamo parlando? Di un probabile sistema gelatinoso che coinvolge politica imprenditori, cooperative e personaggi da un passato e un presente ben poco rispettabile. E su questo sistema è dovere della cronaca raccontare, informare e scrivere affinchè l’opinione pubblica di questo paese sia messa al corrente di quello che accade.
Se raccontare ciò è reato, se il diritto di cronaca rappresenta un crimine contro gli interessi di pochi rispetto ai tanti, allora come blogger, cronisti e giornalisti siamo “criminali”, ma questo non spetta nemmeno agli avvocati della difesa stabilirlo, anzi è la giustizia che dovrà dirlo. Noi nel frattempo continueremo a fare il nostro lavoro, nonostante tutto e tutti.
Giuliano Girlando
(fonte: I Cittadini)