A dire che quella che avevamo era la “Costituzione più bella del mondo” era, non a caso, un attore comico.
La Costituzione del 1948 era un capolavoro di ipocrisia di coloro che l’avevano redatta. Che erano in grande maggioranza non solo delle oneste persone, ma anche delle “persone serie”, tra le quali non mancavano davvero grandi giuristi.
Ma gli equivoci della vita politica italiana e non solo italiana erano troppo rilevanti perché il lavoro della Costituente non ne dovesse essere trasformato in una sorta di partita con i coltelli sotto il tavolo.
Certo ne è derivato che il sistema costituzionale, nato in tali circostanze, fosse improntato all’esigenza di cercare una reciproca garanzia contro gli abusi del potere (ricerca vana: non si può “limitare”, cioè “regolare” l’abuso!). Piuttosto che a realizzare l’”equilibrio dei poteri”.
Il cosiddetto “bicameralismo perfetto” era uno degli espedienti in cui tale diffidenza si manifestava.
Ora, anche se gli equivoci restano ed altri continuamente se ne aggiungono, era arrivato il momento di cancellare questo sistema diretto a garantire meglio la paralisi dell’esercizio del potere che ad assicurarne il migliore uso.
C’era il precedente vecchio ma non di poco conto del bicameralismo dello Statuto Albertino (Camera dei Deputati e Senato di nomina regia). Un sistema bicamerale nato anch’esso dalla diffidenza verso ipotesi di prevalere nella Camera elettiva di “estremisti” magari repubblicani. Ma in pochi anni il “bicameralismo perfetto” dello Statuto era stato cancellato, senza che il Senato perdesse una sua funzione. Non ne dipese mai la “fiducia” ai governi, né l’indirizzo legislativo e di “politica” generale. Ma esso conservò una funzione preziosa di “limatura” delle leggi, di eliminazioni di fratture dell’armonia ordinamentale. Altre funzioni si potrebbero ipotizzare: il controllo delle nomine governative (ambasciatori, capi militari, dirigenti di grandi enti) etc. etc.
Prevale invece il pasticcio. Inevitabile in una riforma di così grave importanza sciorinata nel tumulto dell’Aula in piena atmosfera di “tutti contro tutti”, di “impuntature” per ragioni di prestigio e di ostruzionismo (con le manovre per superarlo).
Sono venute fuori ipotesi addirittura raccapriccianti e, pare, il “compromesso” si farà proprio su di esse, magari incrementando il raccapriccio.
Ma alla base di tutto ciò c’è la totale incapacità di una visione dei problemi del funzionamento della complessa macchina dello Stato.
Renzi non arriva più in là della “rottamazione” e dell’”arraffare” altro potere da aggiungere a quello che oggi è suo e del suo partito “monocratico”. Non è questa gente da far Costituzioni.
E nemmeno regolamenti condominiali.
Mauro Mellini – www.giustiziagiusta.info