Lo “scandalo” della partecipazione della progenie del Capoclan Csamonica, buonanima, a “Porta a Porta”, il “salotto buono” di Bruno Vespa a RAI 1, merita considerazioni che “naturalmente”, e questo è lo scandalo vero, nessuno pare voglia fare.
Finora a Vespa era stato rimproverato (ma a bassa voce, per non irritarlo, col rischio che, magari, si “vendicasse” escludendoli dalle sue trasmissioni) di attenersi troppo a fatti, situazioni e personaggi “sulla cresta dell’onda”, alla moda, evitando di “scavare” (nelle dietrologie).
Ora pare gli si rimproveri (pur non essendo facile comprendere l’oggetto vero di tanto scandalo) di aver fornito ai telespettatori di RAI 1 la conoscenza diretta di personaggi di un mondo, noto solo da qualche giorno al gran pubblico e solo attraverso le cronache, neanche troppo serene ed obiettive, di un funerale, divenuto il centro delle più “importanti” discussioni politiche per giorni e settimane, mostrando il ruolo e la “caratura” avuti dal morto, ignoti, a quel che ci era dato sapere, a ministri, prefetti, questori oltre che a parroci e pontefici, finché Casamonica era stato vivo, anziché attraverso le riprese del suo mastodontico funerale, attraverso i vivi, i figli, che, poi sarebbero quelli dei quali ci si dovrebbe preoccupare se tanto clamore merita veramente il faraonico rito funebre della buonanima (si fa per dire: non vorrei incappare in un’accusa di concorso esterno proprio per l’uso di un termine pietoso).
Che c’è di tanto scandaloso nell’aver mostrato al pubblico, frastornato da tante chiacchiere su questi Casamonica mai prima intesi nominare (e che pare anche quelli che oggi si trappano le vesti non avevano mai saputo troppo bene chi fossero) lasciandoli parlare del morto cui avevano tributato le esequie “straordinarie”?
E’ scandaloso lasciar vedere alla gente come sono i mafiosi (se lo sono e come lo sono ed ammesso che quelli lì lo siano) e, magari gli appartenenti alla “Rommafia” di cui improvvisamente è emerso l’incombente “pericolo”?
L’impressione, di fronte alle manifeste assurdità di questo “scandalo”, è che non i Casamonica, ma Bruno Vespa ne sia l’obiettivo. Non ho mai conosciuto personalmente Vespa, né ho mai fatto l’apologia delle sue trasmissioni, che seguo ed ho sempre seguito assai poco, benché, indubbiamente, pare siano più importanti dei dibattiti parlamentari. Ma non mi meraviglierei che nella RAI (e nell’Italia del Renzismo e del Partito Monocratico) con o senza i Casamonica, Vespa sia divenuto di troppo.
Ma, anche se c’è questo, non è sicuramente solo questo.
Tutto ciò che ha a che fare con la mafia ed, anzi, con l’Antimafia, ha radici antiche, che scavalcano i brevi (e travagliati) momenti di culto delle libertà di pensiero e del pensiero stesso, per affondare nei più torbidi intrighi ed intrugli della demonologia e delle superstizioni demonologiche della Controriforma e del Medioevo.
Ed ancora una volta debbo dirmi grato a Guido Vitiello ed alla sua intuizione, se solo di intuizione si tratta, del carattere “devozionale” dell’Antimafia. In altri secoli, secondo i precetti penitenziali (ed inquisitorii) pretendere di vedere da vicino il diavolo era pretesa insensata e peccaminosa.
L’esistenza del Demonio era (non ho capito bene se nel Cristianesimo gesuita di Bergoglio ciò sia ancora in vigore, certo non è più “in evidenza” come una volta) articolo di fede.
Ma se ne doveva avere un’idea che rimanesse piuttosto vaga, con un’approssimazione che non superasse un certo limite e che, di per sé aumentava sgomento e paura. I particolari, semmai, dovevano essere lasciati a quanto superasse il filtro dell’Inquisizione e dei suoi accertamenti “giudiziali” attraverso le confessioni delle streghe (opportunamente torturate) che potevano arrivare alle rivelazioni delle abitudini sessuali del “Principe delle Tenebre”, piuttosto ovviamente, trasgressivo. E che (“risultava certo” dai verbali delle “confessioni” delle sciagurate!!!) pare avesse lo “sperma gelido”.
Tradotto nei termini delle demonologia odierna, il demonio-mafia può essere conosciuto dalla gente attraverso i “verbali dei pentiti” debitamente e interpretati in modo ortodosso da Travaglio ed altri “dottori in mafiologia autorizzati”. La pretesa di guardare da vicino il demonio-mafia è peccaminosa e pericolosa. Esibire i “mafiosi” al pubblico dei telespettatori è una sfida inconcepibile alla santità degli “insegnamenti” della patristica antimafia, come la lettura da parte dei “laici” delle Sacre Scritture.
Gli uomini hanno bisogno del demonio. Gli Italiani hanno bisogno della Mafia, magari di quella “ostiense” e “rom” secondo la “vulgata” dell’Antimafia.
Questo Vespa che ti va a mostrare in carne ed ossa, così come sono, i Casamonica inquinatori di una buona fetta di Roma e fondatori di un nuovo ramo delle mafie etc. etc. si comporta come un Martin Lutero che tradusse la Bibbia sottraendola a filtri, riassunti ed interpetrazioni dei “padroni” delle coscienze.
Eresia! E fortuna per Vespa che i roghi, quelli fatti di buona legna da ardere, non si accendono più, magari per lo scarseggiare e l’alto costo del combustibile!!!
Forse d’ora in avanti vedrò le trasmissioni di “Porta a Porta”. Se non si adegueranno all’ortodossia monocratica.
Mauro Mellini – www.giustiziagiusta.info