Ho letto, con la repulsione che mi provoca tutto quanto esprime stupidità assieme a supponenza e prevaricazione, quanto è accaduto all’on. Giorgia Meloni che si è vista recapitare una “nota formale” di censura da parte di un certo U.N.A.R. (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) per una sua dichiarazione politica in cui sarebbero state contenute “espressioni contrarie all’immigrazione musulmana in Italia che… “alimenterebbero una comunicazione basata su pregiudizi e stereotipi che non favoriscono un adeguato e sollecito processo di integrazione e coesione sociale”.
La prima reazione è stata di insofferenza e di rigetto rispetto all’apprendimento (mi scuso della mia precedente ignoranza al riguardo) della stessa esistenza di un così cretino “ufficio”, autore della ancor più cretina nota, falsificante, oltre tutto, il testo della dichiarazione dell’on. Meloni (che non ha parlato di “immigrazione musulmana”, ma “da paesi musulmani”. Chi non capisce la differenza non pretenda di mettere bocca in certe cose). Ecco dunque un altro ente che definire inutile è un complimento, perché è sicuramente dannoso proprio per l’integrazione e coesione di cui, sempre a vanvera, parla quella nota. Renzi pensa a rottamare il Senato, “ovvia, così si risparmia”. Quanto si spende per un simile ente non me lo domando semplicemente perché il danno che esso fa è superiore certamente alla questione del suo costo.
Di solito, di fronte a queste scoperte, purtroppo sempre più frequenti, sono portato a mettere subito per iscritto il mio sdegno ed il mio rifiuto di rassegnazione. Ma questa volta, di fronte all’insopportabile stupidità arrogante di quella “nota” recapitata alla Deputata Giorgia Meloni e, soprattutto, di fronte alla lezione di liberalismo e di dignità del suo ruolo di Parlamentare (ma anche di dignità e di libertà di tutti i cittadini) da essa impartita con la sua risposta all’U.N.A.R., al Sig. De Giorgi, firmatario della nota, ed al presidente del Consiglio Renzi, del cui Governo l’U.N.A.R. è espressione ed organismo, non basta la solita “solidarietà”. Il fatto mi suggerisce riflessioni assai complesse, che vanno oltre la stupidità e l’arroganza della prevaricazione insita nell’esistenza stessa dell’ente incaricato di censurare le opinioni nostre e dei nostri rappresentanti in Parlamento.
Non è particolarmente importante il fatto che le opinioni “censurate” della on. Meloni non sono affatto “pericolose” espressioni di intolleranza e di discriminazione razziale o religiosa. E’ però un dato di fatto incontrovertibile che situazioni complicate e non facilmente districabili che spingono all’esodo popolazioni oggetto di persecuzioni o comunque esposte alle peggiori violenze ed alle più terribili sofferenze sono quelle di “paesi musulmani”, che la jihad è la guerra santa contro noi “occidentali” degli islamici e non dei buddisti o degli ortodossi. Situazioni di fronte alle quali ritenere che l’unico dovere degli altri popoli sia quello di “accogliere” quelli che sembrano essere i perseguitati che riescono a scappare, senza muovere un dito per reprimere e venire a capo della violenza, intolleranza religiosa, guerra “unilaterale” di religione, è addirittura grottesco e sostanzialmente complice dei violenti, quali che essi siano.
Quel che le riflessioni mi suggeriscono è che una lezione di libertà di espressione, di dignitoso rifiuto di un komeinismo della pseudotolleranza e di un bugiardo egualitarismo tra le religioni, le situazioni politiche, le responsabilità per le violenze ed i soprusi, vengono da una supposta “fascista”, che professa, però, idee delle funzioni del Parlamento e dei Parlamentari e delle relative prerogative e salvaguardie, che questo confusionismo “rottamatorio” di Renzi, del renzismo e della “democrazia del gradimento” sembra ignorare e non saper neppure immaginare.
Cadono le ideologie di cui facevano il loro supporto i partiti, spazzati via assieme (??) alle loro malefatte. Cade purtroppo, lo spirito delle libere istituzioni, il senso dell’inviolabilità del Parlamento, che quelle ideologie fasulle si erano bene o male accollato più per convenienza che per convinzione. A sostenere il valore di certi principi costituzionali, di certi ruoli delle Istituzioni libere e di chi li assume e le rappresenta troviamo, guarda caso, Giorgia Meloni, antagonista aperta del Partito Democratico-Monocratico e della sua raffazzonata ed approssimativa democrazia.
Giorgia Meloni è leader di quel che resta di Alleanza Nazionale, ex M.S.I., il partito “neofascista”.
Ma, anche se mi provassero che tiene in casa il ritratto di Mussolini con avanti il lumino votivo, non mi piegherei a darle della “fascista”, e ciò per quello che oggi è stata capace di insegnare a Renzi e ad altri.
Piuttosto direi che, scomparse e travolte quelle ideologie che monopolizzarono l’antifascismo, rimane oggi, minoritario ed emarginato, l’antifascismo istintivo, “estetico” e “moralistico”, come oggi sono portato a definirlo, di antica ma salda derivazione illuminista che, combattuto dal fascismo e sprezzato e pressoché demonizzato, poi, dall’antifascismo lottizzatorio dei partiti “ideologici” del consociativismo, fu quello che io conobbi nella mia adolescenza, “ereditai” da mio Padre e da molti suoi amici, e che conservo, più per la mia ignoranza delle ideologie e del “grande pensiero politico” che per cosciente elaborazione ed approfondimento e che oggi è, e mi sembra difficile poterlo negare, l’unica speranza per un nuovo liberalismo.
Forse dispiacerà a Giorgia Meloni se le attribuisco, per quel che mi sembra sia capace di concepire e di esprimere, questo “antifascismo estetico” e “moralistico” che qui ed ora non posso certo illustrarle e che mi limito a dire essere quello di Vitaliano Brancati e di molti altri come lui che pure, magari, erano stati fascisti. Ma anche se non le piacerà, io continuerò ad attribuirgliene, con rispetto ed ammirazione, almeno un po’. Quel che conta è che non mi smentisca con i fatti.
Mauro Mellini – www.giustiziagiusta.info