Ero indeciso a chi dedicare il primo “mava…” del 2015.
A essere sincero, non ne avrei finora motivi personali, perché ho passato un Capodanno sereno, lontano da Roma.
Ma poi ho letto i resoconti della serata.
Con 600.000 persone in piazza, compresi molti bambini, con il freddo pungente e la normale difficoltà di gestione di una quantità di persone che si ammassa in uno spazio ristretto, magari con qualche bicchiere di vino di troppo in corpo è necessario, sarebbe necessario, un forte presidio del territorio.
E invece, presi da una personalissima battaglia sindacale di discutibile ragionevolezza, l’83,5% – scriviamolo grande: l’OTTANTATREVIRGOLACINQUEPERCENTO – dei vigili urbani di Roma decide di marcare visita con certificati, donazioni di sangue (ma proprio il primo dell’anno devi donare il sangue? con tutto il burro del pandoro in circolo?), legge 104 e cavoli vari.
Cosa speravano questi nostri concittadini che NOI stipendiamo per fornire un servizio?
Che scoppiasse qualche casino come a Shangai e di avere per tutta la vita qualche morto sulla coscienza?
Che ragazzotti ubriachi si prendessero a bottigliate a Campo de’ Fiori mentre loro donavano il sangue sereni in chissà quale ospedale?
Che magari, visto che non solo loro ma anche gli autisti dell’ATAC hanno fatto lo stesso giochino bloccando la Metro, il traffico impazzisse bloccando migliaia di persone per ore?
Per cui, il primo “invito”, sentito, dell’anno lo rivolgo a chi non ha rispetto degli altri, e pur di portare avanti le proprie opinioni sarebbe anche disponibile a salire su un piedistallo di morti e feriti.
R.C.