“Vittime di mafia” – scrive Antonio Evangelista nella prefazione del libro – prima ancora che libro e documento é un testamento rivolto soprattutto alle generazioni future, i cui lasciti principali sono una dignità, un coraggio e un’onestà che ti fa venire la pelle d’oca e gli occhi lucidi, che fa salire un groppo alla gola, mentre i pensieri e le parole si affollano nella mente. Allora apri le finestre e gridi nel buio della notte, quando le urgenze materiali si placano e l’orecchio della coscienza é in ascolto: sono incazzato nero e tutto questo non lo voglio vedere più”.
Scorrendo queste righe ho avvertito, con Fabio e Gian, la rabbia e il disappunto, che ci riconducono alle difficoltà del vivere quotidiano, soprattutto in questo periodo di crisi economica indotta, a parer mio, da una ancor più devastante e penetrante crisi valoriale e di conseguenza sociale, che disorienta e spiazza, soprattutto i più giovani.
Il pregio di questo libro, sta non solo nell’esposizione di un fenomeno, il crimine, che è antico quanto l’uomo, ma soprattutto, nella presentazione di esseri umani, divenuti loro malgrado eroi, e nel modo più tremendo.
Finalmente, lasciatemelo dire, in questo libro si legge di uomini e donne, fatti di carne e sangue, di sudore e di fatica, di amore e di speranza. In queste pagine non si narra di soggetti equivoci, contrabbandati per campioni o addirittura eroi, creati dal nulla e propagandati da un circo mediatico indecente e indegno, che non valgono neanche l’ombra delle storie di Michele, Giuseppe, Vincenzo, Salvatore, Angelo e tutti gli altri piccoli, grandi esempi di dignità e coraggio. In queste pagine non ci sono fenomeni da baraccone, nani, ballerine, escort, giocolieri, giullari e via dicendo … le cui storie fanno da eco al vuoto nel quale il Paese sta rovinando. In questi capitoli c’è l’Italia migliore, c’è la vita vera della gente, ci sono persone che sanguinano e sudano, persone autentiche, che, queste sì … a loro insaputa, sono divenute difensori di verità e paladini di giustizia.
Questo libro va letto perché le mani di chi lo ha scritto, sono mani incazzate che ancora si indignano e Dio sa quanto ce ne è bisogno in questo momento. Qui si parla di uomini e donne che arrivati a un bivio della vita hanno dovuto scegliere e scegliendo, non hanno tentennato nell’imboccare la via più dura, più faticosa, più pericolosa ma più giusta. Da queste pagine trasuda un dolore indicibile e una ancor maggiore sete di giustizia e la coscienza si scuote dinanzi a persone così semplici e comuni, che di tanta grandezza hanno dato prova con una naturalezza tale da fare impallidire chi dei morti di mafia si riempie la bocca e solo quella…”
Gli autori:
Fabio Fabiano nasce ad Agrigento nel 1967. Ripercorrendo le orme paterne, a diciannove anni si arruola nella Polizia di Stato. Nel 1996 consegue la laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Palermo. Lavora alla Sezione Volanti della Polizia di Agrigento e dal 2010 è assegnato alla Sezione Catturandi della Squadra Mobile di Agrigento.
Alla vocazione poliziesca si unisce quella radiofonica (da oltre vent’anni conduce come dj un programma musicale su una radio locale) e quella giornalistica (cura da oltre due anni la realizzazione di documentari televisivi).
Nel 2008 ha pubblicato “Il Caso del Morto per fortuna” romanzo poliziesco della serie L’Ispettore di Falco. A seguire, nel 2009 ha pubblicato “Cuore di Gesù” che compendia le sue grandi passioni e le arricchisce delle competenze professionali acquisite nel corso della sua lunga carriera investigativa. Nel 2013 ha pubblicato “Il frutto della Corteccia” quarto capitolo della serie “I casi dell’Ispettore Di Falco”.
Gian Joseph Morici nasce negli Stati Uniti, a Rochester, nel 1959. Di padre siciliano e madre americana rientra presto nella paterna Sicilia, ad Agrigento, provincia ad alta densità mafiosa. Cresce quindi in un ambiente in cui la presenza della mafia è palpabile ed incide nella vita quotidiana anche di chi con questa non ha nulla a che spartire.
Figlio di commercianti conosce il volto peggiore di questo male quando a Gela viene ucciso un amico fraterno della famiglia, nonché collega, per essersi opposto alla richiesta di pizzo ed avere fondato la locale associazione antiracket.
Un evento che segna profondamente il suo percorso in favore di una cultura antimafiosa. Dedito alla tutela delle tematiche ambientali è stato oggetto di minacce di probabile matrice mafiosa come riportato da media nazionali e da interrogazioni parlamentari.
Ha scritto articoli pubblicati dalla stampa italiana ed estera sui temi della mafia, del terrorismo e dell’intelligence.
Nel 2006 apre il blog, trasformato poi in giornale on-line, La Valle dei Templi.
Vive attualmente a Parigi.
Prefazione
Antonio Evangelista Dirigente della Digos di Asti. Evangelista dal 2007 al 2010 dopo essere già stato a capo della Digos ha ricoperto il ruolo di dirigente della Mobile. Dal 2010 al 2012 è stato in missione in Bosnia come consigliere del Ministero dell’Interno dirigendo le indagini sui crimini di guerra e guidando la polizia criminale nei Balcani. Nel 2011 ha fatto parte della delegazione italiana che ha partecipato alla “Terza Sessione del Forum internazionale sulla criminalità e diritto penale nell’era globale”, tenutosi a Pechino. Autore dei libri “La torre dei crani” e “Madrasse”.
“Vittime di mafia”, edito dalla Monetti Ragusa Editori, prestissimo in tutte le librerie online al seguente codice isbn :9788899008208 o direttamente alla MReditori all’indirizzo mail : commerciale@mreditori it