Pare che non sia una bufala, anche se io lo spero ancora ardentemente. Non sono ancora disperata perché lo shock mi ha resa ebete ed incredula. Non lo saprei neppure se non fosse grazie ad un amico che ha contribuito a divulgare la notizia uscita su Il Secolo XIX. Non so ancora se ringraziarlo. Ero concentrata sulla commemorazione della caduta del muro di Berlino e cercavo notizie sulla presunta morte del Califfo dell’IS quando mi è spuntato l’articolo in questione, dal titolo: “Alfano vieta le sparatorie nei film”. E come resistere? Non è il primo d’aprile ma per una domenica mattina va benissimo. Solo che pare sia vero! Suvvia, al Secolo XIX non possono essere impazziti. Serietà oblige, cerco altre fonti. Per ora è un scoop del quotidiano ligure ma ahimè, trovo una circolare del 2011. No, peggio, la faccenda risale al 1975 e poi a una circolare del 1978 che regola le armi ad uso scenico e che prevede che le armi da fuoco devono essere “private di efficacia offensiva e fra esse anche quelle che rientrano nella comune accezione di armi a salve”. E meno male! Sì vabbé, però nel 1990 hanno esagerato stabilendo che tutte le armi ad uso scenico avrebbero dovuto essere dotate di tappo rosso! Posso immaginare lo scontro armato tra l’eroe ed il cattivo che in una sparatoria finale, nel bel mezzo di meravigliosi effetti speciali fanno “Pouf”, sputando il naso rosso della loro arma ridotta ad un naso da clown! Vi risparmio pietosamente il numero di circolari in merito che, a parte la logicissima questione della carica a salve, sono state lasciate ad ammuffire in qualche cassetto, tappo rosso compreso.
Sempre attonita rileggo l’articolo del Secolo XIX nella speranza che il collega dalla penna ironica, per la storia Michele Anselmi, si sia follemente divertito a prenderci in giro. Lo cito: “Da ieri, anzi da mercoledì 5 per l’esattezza, le armi di scena sono bandite dai set cinematografici e televisivi. L’ha deciso una direttiva del ministero degli Interni, in assenza di nuovi regolamenti. Ergo: non si possono girare sparatorie, neanche impugnare pistole o fucili, che siano Beretta o Glock, Kalashnikov o M-16, Winchester o moschetti della Prima guerra mondiale”. Anche i moschetti della Prima guerra? Giustamente, il collega si chiede come gireranno la parte che si svolge in Italia del prossimo 007… Daniel Graig disarmato? Oh santa pazienza…
Angelino! Sì Alfano, lui! Il genio degli Interni ha sbagliato film! Vuol dire che in Italia si dovranno rispolverare i peplum? Neanche più i western? Oppure chi volesse cimentarsi in una serie poliziesca dovrà armare gli attori di pistole e fucili di legno? E poi ci dicono che guardiamo troppo le serie americane… Ma anche il tedesco Derrick è armato!
Egregio Signor Ministro dell’Interno, la prego! Forse occupato com’è ha perso qualche puntata ma così facendo lei sta rovinando l’industria cinematografica italiana a favore di quella dello Stato Islamico. Perché vede, i video dell’ISIS, che vanno dal corto al lungometraggio, mostrano crociati armati di spade, gli assassini sono armati di coltelli ed altre armi bianche. Loro sì che sanno preparare sceneggiature alla scimitarra. Diamogli atto, all’uso della lama hanno aggiunto una disposizione alla preparazione di bombe che non rientrano fra le armi da lei vietate. La prego Ministro Alfano, continui ad occuparsi del dibattito sugli scontri tra polizia e gli operai dell’AST che lei stesso ha definito “concitato contatto fisico”, un’espressione pittoresca che le ruberò per definire una rissa. Continui a preoccuparsi del rischio ebola, insomma, si occupi… ma la supplico, tolga subito questo divieto prima che se ne accorgano anche all’estero, prima che James Bond boicotti il nostro paese, prima che l’Italia diventi il paese privilegiato per girare i film del Califfato… per favore…
Luisa Pace