Già alla vigilia del discorso del Presidente Obama per presentare il suo piano d’azione per lottare contro lo Stato islamico e chiedere alle nazioni musulmane di unirsi alla sua coalizione, un appello era giunto dal web poco dopo l’annuncio della morte in Siria di Assan Abboud, il leader del “Movimento islamico degli uomini liberi del Levante.
Un invito ai du’aat ed agli haqq (“Coloro che invitano all’Islam” ed agli “Uomini di Dio”) per raggiungere l’unità e combattere insieme quelli che lo Stato Islamico definisce “infedeli”, ma anche le nazioni musulmane, comprese le loro forze armate, che si fossero unite alla coalizione dei miscredenti per combattere lo Stato Islamico. Secondo il sito di notizie iracheno Alsumaria, non più tardi di 48h fa i leader delle 20 più grandi tribù avevano deciso di ribellarsi all’ISIS dopo che i miliziani fondamentalisti avevano ucciso molti dei loro.
Un ulteriore invito ad una tregua era stato lanciato ieri dallo Stato Islamico, che poneva come termine ultimo per l’approvazione tre giorni. Già stamane diversi appartenenti alle organizzazioni fondamentaliste islamiche che combattono in Siria e Iraq chiedevano l’adesione all’appello per fare fronte comune contro la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. Tra gli altri, lo Sceicco Abul Ezz al-Najdi del Comitato Fatwa al Tawhid e della piattaforma Jihad.
Si è tenuto dunque un incontro al termine del quale i capi delle tribù sunnite hanno giurato fedeltà allo Stato Islamico offrendo il loro sostegno a uno stato islamico sotto un’unica bandiera e un imam per combattere contro quello che oggi ritengono il nemico comune: i paesi della coalizione guidata dagli Stati Uniti.
All’incontro hanno partecipato gli anziani Hebb e i notabili delle tribù dei sunniti in Iraq e Levante.
gjm