Dramma dei migranti. Legambiente Sicilia sottoscrive l’appello per l’apertura di un canale umanitario per il diritto d’asilo europeo. In Sicilia chiede l’adozione di una legge regionale in materia di immigrazione ed asilo.
Legambiente Sicilia, nel corso dell’ultimo direttivo regionale, ha approvato un ordine del giorno in cui rinnova il proprio impegno all’interno del “Comitato 3 ottobre” nel chiedere il riconoscimento della data del 3 ottobre come “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”, in ricordo delle 368 persone che hanno perso la vita in un naufragio vicino alle coste di Lampedusa. Queste morti si potrebbero evitare con una politica dell’accoglienza fondata sui diritti e la solidarietà. L’impegno e le risorse profusi nell’operazione Mare Nostrum non bastano – è scritto nell’odg- a impedire il prodursi di tragedie come quella ora in corso, è necessario che il Governo adotti iniziative volte a richiamare un maggior coinvolgimento dell’Unione Europea e la razionalizzazione delle misure di soccorso e di accoglienza, anche attraverso una modifica del regolamento Dublino in modo da rispettare la libertà di autodeterminazione e l’unità dei nuclei familiari dei richiedenti asilo.
Per questo Legambiente Sicilia sottoscrive l’appello per l’apertura di un canale umanitario per il diritto d’asilo europeo, invocato dall’UNHCR, dalle principali ONG e dal sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini affinché chi fugge da guerre e persecuzioni possa chiedere asilo alle istituzioni europee senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi. In Sicilia – è scritto ancora – va adottata al più presto una legge regionale in materia di immigrazione ed asilo con previsioni certe di stanziamenti di bilancio regionale, e con una particolare attenzione per le esigenze dei soggetti più vulnerabili, come i minori, le donne, sempre più spesso vittime di violenze e di sfruttamento, le vittime di tortura, con percorsi di formazione e di qualificazione del personale Nella consapevolezza che i cambiamenti climatici e lo sfruttamento delle risorse ambientali e delle persone dell’intero continente africano sono tra le principali cause delle migrazioni – come ci ricorda il dossier “Profughi Ambientali. Cambiamento climatico e migrazioni forzate” del Dipartimento Internazionale di Legambiente – a partire dall’appuntamento di Festambiente Mediterraneo, assume come proprio il tema della lotta agli squilibri geopolitici ed economici, del sostegno di politiche finalizzate alla riduzione del rischio e all’adattamento ai cambiamenti climatici e del riconoscimento giuridico della condizione di “rifugiato ambientale”.