“Anche questo e’ un morto sul lavoro”
L’Osservatorio Indipendente sui morti sul lavoro ci informa che “sono 133 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno.
Se si aggiungono i morti sulle strade, “in itinere” e di categorie con assicurazioni proprie pensiamo si superino già i 260 morti complessivi (stima minima)”.
Da ieri, a questa triste lista, occorre aggiungere il nome di Calogero D’Urso, di Casteltermini, che con i suoi colleghi di lavoro ha avuto un incidente vicino al ponte Verdura, al rientro dal lavoro.
CGIL e FILLEA, mentre si stringono commossi ai familiari, non possono che rilanciare con forza il senso di una battaglia, che va avanti da decenni, per affermare che occorre maggiore sicurezza nel lavoro, che il lavoro deve servire a vivere e non a morire.
In questa assurda morte ci sono anche tanti elementi che la rendono ancora più emblematica e tragica: il lavoro che non c’è e la necessità, pur di averlo, di caricarsi lo stress assurdo di lavorare così lontano da casa; l’insicurezza delle nostre strade.
Tutti elementi che è possibile cambiare, per i quali abbiamo sprecato tante parole al vento, nella disattenzione e nell’indifferenza di quelli che debbono decidere.
Non rendiamo vano anche questo ulteriore sangue, rendiamogli onore cercando di far compiere a questa nostra società un passo in avanti: abbiamo bisogno di lavoro, di lavoro pulito e sicuro, non permettiamo più che quelle tristi liste di morti si allunghino ancora.
Il Sindacato vuole continuare ad essere lo strumento ed il luogo dove questa battaglia si organizza, il luogo della solidarietà tra i lavoratori.
Massimo RASO Vito BAGLIO