Chissà se il giornalista Giulietto Chiesa legge il quotidiano Al- Monitor. La domanda non è niente affatto peregrina visto che potrebbe trarre numerosi spunti per scrivere degli scandali che sconvolgono gli Stati Uniti, Israele e i Paesi Nato. Se solo avesse letto l’articolo di ieri sullo scandalo che ha investito la famiglia Netanyahu avrebbe potuto aggiungere un’ulteriore perla alla sua già vasta collezione.
Il prestigioso quotidiano ha infatti tirato fuori i retroscena della scabrosa vicenda che vede coinvolti i coniugi Netanyahu nella gestione di casa Jerusalem’s Balfour Street, stigmatizzando l’indifferenza degli israeliani dinanzi le sconvolgenti rivelazioni che, a parere del quotidiano, chissà quali reazioni avrebbero dovuto produrre.
Le notizie prendono spunto dalla querela, definita “grave e imbarazzante”, presentata il 19 marzo dall’ex direttore della casa, Manny Naftali , contro Benjamin e Sara Netanyahu. Secondo il quotidiano, che se ne rammarica, lo scandalo non è riuscito a portare il dibattito pubblico al di sopra del livello del pettegolezzo, dell’umorismo e della satira, riflettendo l’indifferenza del pubblico e dell’arena politica israeliana.
La sconvolgente notizia riguarda in particolare i comportamenti di Sara Netanyahu, definita come “una donna capricciosa, prepotente e volgare che abusa i suoi dipendenti fino a che non si rompono, si dimettono sono licenziati. La maggior parte di loro – si legge nell’articolo – scompaiono dalla scena, pochi decidono di condurre una battaglia legale.”
Naftali, il querelante, viene dipinto come un ex soldato il cui passato di combattente non l’ha comunque aiutato a sopravvivere ai 20 mesi da incubo trascorsi in casa del premier israeliano. Dopo essersi dimesso il direttore della casa ha presentato querela contro i due coniugi. “Se la coppia fosse stata più generosa con il suo Tfr – prosegue l’autore dell’articolo -, è lecito ritenere che le nuove storie Sara sarebbero rimaste sepolte. Sulla base delle precedenti cause contro la famiglia Netanyahu, è probabile che la vicenda del direttore della casa sarà risolta con un compromesso finanziario, non saranno rivelati i dettagli.”
Certo, sarebbe gravissimo se la storia venisse insabbiata comprando il silenzio di chi avrebbe da narrarne i particolari. Ma alcuni dettagli sono comunque emersi. Dettagli tanto “importanti” che a parere del giornale dovrebbero portare gli israeliani a farsi un quadro della situazione: “Dopo una faticosa giornata di lavoro, il primo ministro è stato svegliato alle 3 del mattino dalle urla di sua moglie al direttore della casa per l’acquisto di latte in una confezione di plastica piuttosto che in scatola. Ma il polverone che, secondo Naftali ha interrotto il sonno del primo ministro, ha potuto dimostrare come il comportamento di sua moglie va oltre il mero pettegolezzo e ha un effetto deleterio su Netanyahu.”
Dinanzi una storia di una “gravità” del genere c’è da meravigliarsi dell’indifferenza degli israeliani. Nonostante l’opposizione politica abbia cavalcato l’onda dello scandalo, all’opinione pubblica sembra interessare molto poco. Chissà se un’opera di sensibilizzazione da parte della stampa estera non potrebbe sortire un effetto insperato. E qui giornalisti come Giulietto Chiesa potrebbero trovare ampi spazi. Dagli Ufo alle scie chimiche, dalla vicenda ucraina allo scandalo Netanyahu, di materiale per scrivere ce ne sarebbe tanto.
Ma l’incidente più grave che ha per protagonista la First Lady, è quello che la vede infuriata gettare “un vaso di fiori sul pavimento, sostenendo che i fiori non erano freschi e che una cosa del genere non sarebbe potuta accadere al Palazzo dell’Eliseo. Poche le discussioni affrontate seriamente sulla sostanza della vicenda- continua il giornalista -, soprattutto perché il modello ricorrente ha creato un certo grado di apatia tra il pubblico e nei media. L’indifferenza è stata avvertita anche in ambienti politici vicini e lontani a Netanyahu, dato che le storie di Sara sono state a lungo un segreto di Pulcinella. Anche tra i rivali politici di Netanyahu, che avrebbero potuto usare la vicenda per attaccarlo, il discorso rimane per lo più a livello di pettegolezzo e non viene sfruttato per una critica seria”.
La speranza è l’ultima a morire. Giornalisti abituati a trattare vicende tanto scabrose, apprendendo di questo scandalo potrebbero indagare sui retroscena e sui risvolti che a livello internazionale potrebbe avere la “notizia”. Una storia che potrebbe destare l’interesse da parte dell’intelligence russa e che, se ben alimentata, potrebbe servire a sensibilizzare l’opinione pubblica israeliana ed indurla a decidere di manifestare contro il dittatore di casa Jerusalem’s Balfour Street.
Insomma, di carne sul fuoco ce n’è tanta, una rivoluzione in Israele è pur sempre possibile e giornalisti attenti come Chiesa potrebbero lavorarci su. Netanyahu passerebbe alla storia come il presidente rovinato dai cattivi comportamenti della moglie. E Chiesa, o altri, come il giornalista che annientò il premier israeliano.
Peccato però che negli Stati Uniti ci sia chi fa pressioni sull’Amministrazione Obama affinchè vengano resi noti i contenuti di documenti secretati che riguardano Putin e il mondo degli affari al quale è legato a doppio filo. Documenti che sembra vadano un po’ oltre le urla di una First Lady e un vaso da fiori gettato a terra… Ne leggeremo su Al Monitor e ne scriverà mai Giulietto Chiesa? Meglio gli Ufo e le scie chimiche…
Gian J. Morici