Con quanti mazzi di carte giocano i francesi? Forse è il caso di cominciare a chiederselo. Nella vicenda dei due marò italiani prigionieri in India, la Francia tace. Nonostante il fatto che la vicenda avesse risvolti di carattere internazionale, che non potevano non interessare i francesi, avremmo potuto pensare a scelte strategiche funzionali a lasciar spazio alle diplomazie per venir a capo di una spinosa vicenda. Salvo poi scoprire che alla stessa maniera in cui l’Italia aveva consegnato i due militari all’India mentre c’era in ballo la commessa militare degli elicotteri AgustaWestland (gruppo Finmeccanica), la Francia aveva anch’essa un’importante commessa militare che forse non consentiva prese di posizione molto dure: la fornitura all’India di aerei da combattimento Rafale del Gruppo Dassault Aviation, della famiglia Dassault, che conta nei suoi ranghi anche un senatore dell’UMP (il partito dell’ex presidente Sarkozy), riduceva a ben poca cosa l’affare italiano dei dodici elicotteri.
Del resto, se gli italiani avevano consegnato all’India – come atto di dovuta obbedienza – due loro militari, perchè la Francia avrebbe dovuto obiettare quando oltre ai caccia Rafale in gioco c’è anche la realizzazione della più grande centrale nucleare al mondo che vede la francese Areva impegnata nel mega affare? “Business is business”, direbbero gli americani. Ma dal business ad agire come gli avvoltoi sulla carogna di un paese alleato, un po’ di differenza passa. Passa forse per gli altri, ma non per il presidente francese Hollande che dopo la rinuncia da parte del governo indiano alla maxicommessa degli elicotteri italiani, con un tempismo a dir poco impressionante, si recò in India ad incontrare il primo ministro indiano Manmohan Singh per portare a termine gli accordi sulle commesse militari francesi e sulla centrale nucleare da realizzare in India. Del resto, come recitava un noto proverbio, “dove vola l’avvoltoio c’è la carogna”.
Ma non sempre le specie che orbitano nel mondo degli affari sono specie saprofaghe che si nutrono di carogne. A volte, queste specie si nutrono anche di animali vivi. La regola vuole che si tratti di piccoli animali o di animali già moribondi.
Ma la regola ha le sue eccezioni e Hollande, in tal senso, è l’eccezione alla regola. Mentre la crisi ucraina tiene il mondo con il fiato sospeso per il timore di una guerra della quale si sconosce la possibile gravità, l’apparente pacioccone Hollande non rinuncia alla commessa militare con la Russia di Putin. Quella stessa Russia che dopo aver invaso la Crimea sembrerebbe pronta ad affrontare in armi le altre nazioni. Compreso quelle dell’Alleanza Atlantica della quale fa parte la Francia di Hollande.
Tanto per non farsi mancare nulla, le aziende francesi non disdegnano di condurre affari anche con l’Iran. Il mese scorso una delegazione della società energetica francese GDF Suez ha partecipato ad una tre giorni a Teheran per esplorare nuove opportunità di business a seguito dell’attuazione dell’accordo nucleare intermedio tra l’Iran e il P5 +1.
L’incontro della delegazione della società, che ha già fatto affari in Iran con iraniana National Iranian Oil Co., o NIOC, per valutare le riserve di idrocarburi del Paese, in questa circostanza ha finito con il suscitare la reazione di Barack Obama, il quale nell’affermare che l’interesse di GDF Suez nel mercato iraniano è mal consigliato e prematuro, ha precisato che le aziende che esplorano il mercato iraniano “lo fanno a proprio rischio e pericolo, perché noi scenderemo su di loro come una tonnellata di mattoni. Per quanto riguarda le sanzioni, queste ultime saranno revocate solo se e quando vi sarà un accordo definitivo. Durante il periodo di un accordo provvisorio, rimangono in vigore”.
Parole che hanno il peso di una pietra tombale sulle velleità di Hollande, in considerazione anche del fatto che la GDF Suez mantiene una grande presenza negli Stati Uniti, con decine di siti in tutto il Texas e la parte orientale degli Stati Uniti. GDF Suez ha inoltre beneficiato di ingenti contratti con il governo degli Stati Uniti, per un totale di oltre 87 milioni dollari a partire dal 2000.
Se è pur vero che la democrazia è una forma di religione che si traduce nell’adorazione degli sciacalli da parte dei somari, come affermava Herman Melville, altrettanto saggia e vera è l’affermazione di Woody Allen che Hollande farebbe bene a ricordare in futuro: “Il leone e il vitello giaceranno insieme, ma il vitello dormirà ben poco”.
Gian J. Morici