Il Ministro degli Esteri Bonino, ancora rauca per aver urlato la sua indignazione dopo la scontata decisione della Corte Suprema indiana che forse ha meravigliato solo lei, riferisce alle Commissioni Parlamentari sulla vicenda dei due Fucilieri di Marina e preannuncia di aver attivato il Segretario delle Nazioni Unite per un procedura sulla violazione dei diritti umani contro l’India.
Il Segretario Generale di UN risponde immediatamente invitando Italia ed India a consultazioni bilaterali per trovare una soluzione, come peraltro previsto all’articolo 100 della Convenzione UNCLOS. Un invito che peraltro era stato già formalizzato con la sentenza della Corte Suprema del 18 gennaio 2013.
Corrente di pensiero a suo tempo anche ribadita dalla Asthon che in coincidenza della decisione italiana di rimandare in India Massimiliano e Salvatore il 22 marzo 2013 riconfermava la sua posizione sul fatto che si doveva raggiungere un accordo fra le parti.
La stessa baronessa che però ora esplicita una qualche “preoccupazione per tutta la UE”.
Oggi il Segretario Generale dell’ONU, al quale si era rivolta la Bonino chiedendo di valutare se ci siano gli estremi per procedere “per violazione dei diritti umani, per quanto riguarda la mancanza di un capo di imputazione per i fucilieri di Marina da parte dell’India accompagnata da una restrizione della libertà”, risponde “È meglio che la questione venga affrontata bilateralmente piuttosto che con il coinvolgimento dell’Onu”.
L’India, intanto, non demorde dai suoi intenti ed attraverso la voce del Procuratore Generale fa giungere il messaggio “Magari ci suggerite anche di dargli una medaglia al merito”, concetto che sicuramente non lascia prevedere la possibilità di accordi.
Nel frattempo l’inerzia e l’indecisione italiana continua, nonostante lo sdegno della Bonino accompagnato anche da quello del Premier Letta. De Mistura sta rientrando in Italia per consultazioni, si attende anche il rientro del Ministro della Difesa Mauro, chiaradimostrazione che si è ancora ben lontani da decisione concrete e costruttive.
Il fuoco di fiamma che sembrava avesse coinvolto tutti a livello politico ed istituzionale per dimostrare all’India “chi fosse l’Italia” si sta spegnendo, solo qualche favilla sotto le ceneri.
Lo stesso Presidente della Repubblica e Capo delle Forze Armate per “debito Costituzionale” continua a tacere quando siamo stati abituati a sentire una voce ben più alta e perentoria in altre occasioni, come nel caso del sequestro in Iraq delle due Simona nel 2004, quello della Sgrena del 2005 e di Mastrogiacomo in Afghanistan nel 2007.
Vortici di parole che nascondono l’unica iniziativa possibile da portare avanti con la massima urgenza : l’Arbitrato Internazionale in Sede UNCLOS attraverso il quale i due Paesi in prima istanza si confrontano per trovare una soluzione per poi essere obbligati a negoziare, in caso di non accordo.
Ci sono migliaia di esempi in tal senso, uno anche recente dell’ottobre del 2013 quando i Paesi Bassi hanno attivato un Arbitrato contro la Russia norma dell’allegato VII alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (International Tribunal for the law of the sea Tribunal International du Droit de la Mer : Press Release, Arbitrators Appointed in the Arbitral Proceedings Instituted by the Kingdom of the Nerherlands Against the Russian Federation in respect of the Dispute Regarding the Artic Surnise).
L’ex Ministro Terzi lo invocava già dall’11 marzo 2013 e seguita a riproporlo continuamente. Molti Accademici italiani di Diritto internazionale in varie occasioni, anche recentissimamente, ne hanno confermato la validità e la necessità, solo il dott de Mistura attraverso dichiarazioni alla stampa fa sapere di non condividerne l’opportunità per la tempistica lunghissima che richiederebbe.
Non spiega il perché non si ricorra all’Arbitrato nemmeno la Responsabile della Diplomazia italiana che dovrebbe essere la tenutaria della “cultura del diritto internazionale”, ma preferisce continuare il suo mandato alternando fasi di irritata indignazione ad altre più lunghe di assoluto silenzio.
A tale riguardo, quindi, l’unica logica conclusione può essere quella che non si ricorra all’Arbitrato per evitare il rischio che in sede di giudizio arbitrale potrebbero emergere documenti scomodi per qualcuno e dai quali si avrebbe la possibilità di avere la conferma che i nostri due Fucilieri di Marina sono stati svenduti per trenta denari, a vantaggio di singoli o di lobby economiche anche internazionali.
Fernando Termentini