Che Grillo sia un fenomeno da baraccone e che i comportamenti tenuti in Parlamento dai grillini siano assai discutibili, è innegabile. Che tra i parlamentari del M5s ce ne siano che non brillano certo per capacità, non v’è dubbio alcuno. Così come potremmo dire per le passate esperienze di alcuni di loro.
Le cadute di stile per le quale si stanno distinguendo i grillini, sono molto simili a quelle berlusconiane, e non ce ne meravigliamo se soltanto andiamo ad analizzare le passate simpatie politiche di chi oggi dovrebbe rappresentare la svolta.
La guerriglia a colpi di insulti, tweet e commenti sui social, ottiene un risultato contrario a quello desiderato, facendo il gioco di quanti mirano a spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dai reali problemi di governabilità del Paese al ring da fiera paesana nel quale è stata trasformata l’Aula della Camera.
Passa così in secondo piano la “ghigliottina” decisa dalla presidente della Camera Laura Boldrini e la nuova legge-porcata “Italicum “. “Napolitano boia”, così come detto dal pentastellato Sorial? Ed è nuovamente bufera, senza che nessuno ricordi più il perchè di un’affermazione tanto violenta e stupida.
Non sarebbe stato sufficiente chiedersi se l’Italia da Repubblica Democratica si sia trasformata in una sorta di Repubblica Presidenziale senza che i cittadini avessero avuto modo di poter scegliere? Non bastava vigilare e rendere noto all’opinione pubblica quello che accade nelle segrete stanze dei palazzacci dove viene amministrato il potere?
“Siamo la nuova Resistenza” è il titolo di un messaggio di Beppe Grillo suo suo blog. Peccato che questa “nuova Resistenza”, che ragioni ne avrebbe da vendere, si sia trasformata in un’arma di distrazione di massa che rischia di generare soltanto confusione.
Ha torto Grillo quando afferma che la democrazia in Italia è in pericolo? No. Non v’è dubbio infatti che i cittadini sono stati privati dal diritto di eleggere i propri rappresentanti. Lo ha sancito la sentenza sulla legge “porcellum”. E mai nome fu più azzeccato… Non c’è dubbio sul fatto che al Parlamento è stata tolta la prerogativa di legiferare. Ormai lo si fa colpi di decreti legge, voto di fiducia e tutte le altre “anomalie” (per non definirle in maniera diversa) che hanno caratterizzato le più recenti forme di governo.
Ma, purtroppo, in ultimo, quello che resterà è la bagarre in aula, lo scambio di insulti e un popolo diviso in fazioni che, anziché guardare in maniera critica quello che accade, su Facebook parteciperà alla gara degli insulti secondo l’appartenenza o le simpatie politiche.
E se trasferissimo in questa piazza virtuale l’intero Parlamento? Del resto pare sia lo strumento più utilizzato anche in Aula (vedi foto) ed è quello che ha sempre detto anche Grillo: “Tutti a casa!”
gjm