Parte da uno scoop di Repubblica l’ennesima vicenda all’italiana che vede coinvolto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri che ne riferirà in Parlamento qualora si rendesse necessario chiarire i fatti che sono quelli relativi alla vicenda carceraria di Giulia Ligresti.
Il nome del ministro era comparso nell’inchiesta di Torino sul caso Fonsai a seguito delle telefonata intercettate tra la Cancellieri, Antonino Ligresti e Gabriella Fragni, rispettivamente fratello e compagna di Salvatore. Oggetto delle telefonate, le condizioni di salute di Giulia Ligresti, al quel momento detenuta, che aveva sofferto di anoressia e che in cella rifiutava il cibo.
Gabriella Fragni parla al telefono con il cognato, Antonino Ligresti: “La persona che potrebbe fare qualcosa per Giulia è il ministro Cancellieri”. La telefonata è intercettata. Il ministro tranquillizza i familiari dei Ligresti e subito dopo parla con i vice capi di dipartimento del Dap, il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, per “sensibilizzarli” sullo stato di salute della detenuta Giulia Maria Ligresti che soffre di anoressia. Il 28 agosto, dopo l’interessamento del ministro, alla Ligresti vengono concessi gli arresti domiciliari.
Dopo il polverone non si fa attendere la risposta della procura di Torino che definisce arbitraria e del tutto destituita di fondamento ogni illazione che ricolleghi la concessione degli arresti domiciliari a Giulia Maria Ligresti a circostanze esterne di qualunque natura.
Ma ormai il polverone si è sollevato, tant’è che la Cancellieri si vede costretta a scrivere una lettera ai capigruppo di Camera e Senato: In merito alla vicenda carceraria di Giulia Ligresti ritengo opportune alcune precisazioni. Tutti voi conoscete l’attenzione e l’impegno che fin dal primo giorno del mio mandato ministeriale ho riservato alle condizioni in cui versano i detenuti. Nel caso di Giulia Ligresti, non appena avuta conoscenza, per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza, era mio dovere trasferire questa notizia agli organi competenti dell’Amministrazione Penitenziaria per invitarli a porre in essere gli interventi tesi ad impedire eventuali gesti autolesivi. Mi sono comportata, peraltro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio segnalazioni, da chiunque inoltrate”.
Il ministro è amico di vecchia data della famiglia Ligresti e il figlio, Piergiorgio Peluso,aveva anche lavorato per un anno con i Ligresti. Un anno di lavoro che però aveva suscitato non pochi mal di pancia, tant’è che la stessa Giulia Maria Ligresti, il 19 ottobre 2012, parlando della liquidazione concessa al Peluso, ad un’amica confida al telefono: “Sono giornatacce, veramente, un incubo…. Ho degli sconforti, credimi. Ieri hanno fatto ’sta cosa alla Procura di Torino. Poi il commissario arriva in Fondiaria a sparare contro di noi. E Peluso… Gli hanno dato una buona uscita di cinque milioni, ti rendi conto? Cinque milioni, è stato un anno, ha distrutto tutto… […] invece di chiedergli i danni! Mi hanno detto che in consiglio nessuno ha fiatato. Sì, sì.. Approvato all’unanimità. Che se fosse stato il nome di qualcun altro… A mio padre di 85 anni avrebbero contestano quella cifra. Questo qui ha 45 anni, è un idiota. Perché veramente è venuto a distruggere una compagnia. Perché lo ha fatto proprio su mandato la distruzione… 5 milioni, è andato in Telecom, e l’Italia non scrive niente […] Cavolo, potessero scrivere qualcosa… Al contrario c’è un articolo su sua mamma, sai che è il ministro Cancellieri, pieno di lodi, figurati… Secondo me quella è un’area intoccabile proprio. Pazzesco…. L’Italia è un paese distrutto, è veramente una mafia. I giornali che scrivono tutti uguali, poi appena uno alza la testa…”.
Intercettazioni che sicuramente non giovano all’immagine di un paese che ha visto la presentazione di leggi ad personam, l’intervento di un allora presidente del Consiglio in favore di una persona fermata dalle forze dell’ordine e che, di contro, assiste impotente ad episodi di carcerazione di soggetti disperati che finiscono nelle patrie galere per aver rubato un tozzo di pane.
Una vicenda che anche nel mondo politico ha suscitato reazioni, anche se diametralmente opposte:
Angelino Alfano, che secondo quanto riportato dalla stampa vivrebbe nel condominio più lussuoso dei Parioli, di proprietà dei Ligresti, pagando un canone di favore, ha commentato così l’interessamento del ministro Cancellieri: “strumentalizzata ad arte… ha mostrato invece la sua grande sensibilità e la sua attenzione per le condizioni di salute in cui versava Giulia Ligresti”;
Gaetano Quagliariello: “La sensibilità della Cancellieri per il dramma carcerario è nota e non ha niente a che fare con i cognomi. Solidarietà per assurda strumentalizzazione”;
Beppe Grillo: “Come è umana la Cancellieri. Ecco cosa è successo. Smentisca o si dimetta. Su 63.000 e rotti detenuti su chi si è posato l’occhio benevolo della ministra Cancellieri?”.
Più tiepido Pd, che con una nota a firma di Sandro Favi invita il ministro ad attivare “subito una task-force permanente al Dap, dove almeno le situazioni estreme vengano trattate con una attenzione meno burocratica e senza questa intollerabile sensazione di ineluttabilità delle tragedie quotidiane. Eviterà così la sgradevole impressione che solo per i potenti il senso di umanità trova interlocutori attenti”.
Senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie dei Ligresti, riteniamo opportuno ricordare ai signori ministri come le carceri italiane siano sovraffollate e che al loro interno c’è una quantità notevole di detenuti per reati non gravi, gente in attesa di processo e sicuramente molti innocenti. Questo lo specchietto dei decessi avvenuti tra il 2000 e il 2013 all’interno delle strutture penitenziarie italiane, così come riportato dal “Centro Studi di Ristretti Orizzonti”:
Anni |
Suicidi |
Totale morti |
2000 |
61 |
165 |
2001 |
69 |
177 |
52 |
160 |
|
56 |
157 |
|
52 |
156 |
|
57 |
172 |
|
50 |
134 |
|
45 |
123 |
|
46 |
142 |
|
72 |
177 |
|
66 |
184 |
|
66 |
186 |
|
2012 |
60 |
154 |
2013* |
42 |
133 |
Totale |
794 |
2.220 |
* Aggiornamento al 29 ottobre 2013
Chi fosse interessato a verificare i dati dei decessi, può scaricare qui il documento sulle morti in carcere.
Difficilmente si potranno rinvenire nomi altisonanti della politica o big dell’imprenditoria italiana…
Tra i tanti commenti alla vicenda, su LinkSicilia ne abbiamo letto uno che ci ha particolarmente colpito e che riportiamo:
“SINFONIA SULL’ITALIA DEL MINISTRO ANNAMARIA CANCELLIERI
di Massimo Ciancimino
Vergogna ministro, io in carcere di chili ne ho perso 12, il doppio della Ligresti, ma non sono io il problema, non mi sono mai lamentato.
In carcere tanta gente sta male, molto male, vivono in condizioni disumane.
Perché privilegiare sempre i potenti, ho sempre mangiato il vitto del carcere, non potevo cucinarmi, sempre in isolamento, ho sempre accettato con dignità il tutto, dignità che spesso in quei posti fai fatica a trovare, dignità che talvolta voi politici totalmente sconoscete.”
Gian J. Morici