Panorama ne dà notizia nel numero in edicola stamani: finisce in Parlamento, e il ministro della Giustizia dovrà rispondere, il caso della macchina di fango dell’antimafia sollevato proprio dal settimanale nel numero scorso grazie alla pubblicazione di intercettazioni che hanno riguardato l’ex consigliere comunale di Agrigento, Giuseppe Arnone e il “suo capo”, Giuseppe Lumia, ex presidente della Commissione parlamentare antimafia..
In particolare, si apprende che l’on. Maria Greco del Pd ha annunciato una interrogazione parlamentare che tende a fare chiarezza sull’incredibile vicenda che ha riguardato il giudice Giuseppe Gennaro, candidato a diventare procuratore capo a Catania ma massacrato con iniziative su commissione dell’ex inscritto al Pd Arnone.
Questo il testo dell’interrogazione:
Per sapere, premesso: Che il settimanale Panorama, nell’edizione attualmente in edicola, pubblica un lungo servizio dal titolo “La macchina del fango dell’antimafia” in cui sono riportate le trascrizioni di telefonate intercettate nell’ambito di un’indagine per corruzione in atti giudiziari a carico di tale avvocato Giuseppe Arnone da Agrigento, da cui risulterebbe che in combutta con alcuni personaggi politici e parlamentari, avrebbe imbastito una campagna di denigrazione contro il dottor Giuseppe Gennaro, Pm presso la Procura di Catania, mirante ad impedirne la nomina a Procuratore capo presso la stessa Procura, e tentando di influenzare il libero convincimento del Consiglio Superiore della Magistratura;
Che nel servizio giornalistico é riportata una dichiarazione di questo avvocato Arnone, in cui si manifesta il convincimento di avere raggiunto l’obiettivo, sostenendo che ” é stata una cosa studiata a tavolino, in cui mi sono esposto personalmente. La nostra battaglia, mia e di Lumia, é stata fondamentale per spostare voti al CSM”, rivendicando esplicitamente di avere condizionato l’orientamento dell’organo di autogoverno della magistratura che é un organo costituzionale;
Che dalla lettura dell’articolo in questione risulterebbe che comportamenti simili siano frequenti e ripetuti, in cui personaggi politici e parlamentari imbastiscono campagne denigratorie e ponendo in essere una vera e propria ” macchina del fango” ai danni di loro avversari politici o di magistrati nell’esercizio della loro funzione;
Che, sostiene il settimanale, nella veste di “stunt-man” di questa macchina “lanciato a folle velocità solo per sfasciare carriere” ci sarebbe l’Arnone, e che “dietro ci sarebbe, ammette lui stesso, il senatore Lumia: definito alternativamente “grande capo” e “un fratello”;
Che tale situazione si prolunga nel tempo, determinando condizioni un clima sfavorevole al libero esercizio dell’attività investigativa e giudicante, Se é a conoscenza di questa incresciosa situazione e se non intenda verificarne la fondatezza sia a Catania che ad Agrigento;
Se non intenda adottare misure volte a garantire condizioni di serenità per lo svolgimento delle funzioni giudiziarie nei distretti siciliani.
On. Maria Greco, Partito democratico
(Fonte: Grandangolo)
L’ interrogazione parlamentare dell’onorevole greco è ineccepibile e rappresenta un primo passo per fare finalmente luce su vicende che sembrano molto più vicine all’associazione a delinquere che alla lotta politica.
Alcune considerazioni:
1- Il plurindagato avvocato Arnone (sospeso due volte dall’ordine degli avvocati ed espulso dal PD…) negli ultimi anni ha collezionato una serie impressionante di procedimenti penali (tanti ancora in corso) e di relative condanne, egli risulta già condannato in via definitiva in tre processi anche per diffamazione aggravata. Come è possibile che un personaggio del genere sia stato considerato affidabile da giornali e trasmissioni televisive nazionali come il fatto quotidiano o servizio pubblico.
2- L’onorevole Lumia sembra essere il referente politico di Arnone, è vero, ma solo per la vicenda che riguarda il giudice Gennaro, per gli altri casi anche quelli citati pur parzialmente da Panorama ad appoggiare le plateali iniziative di Arnone ci sono gli ecodem del PD ed i vertici nazionali di Legambiente, Già nel 2010 contro la candidatura a sindaco di Enna dell’ex senatore Crisafulli scrivevano a Bersani : “Che il Pd candidi a sindaco di Enna, nelle amministrative di fine maggio, il senatore Mirello Crisafulli, sarebbe una scelta in totale, irriducibile contrasto con ciò che il Pd dev’ essere ed è nato per essere: un grande partito popolare e progressista impegnato, in via prioritaria, per la legalità e contro le mafie”.Comincia così una lettera-appello inviata a Pier Luigi Bersani ed al segretario del Pd siciliano, Giuseppe Lupo, a firma di 4 parlamentari, Della Seta, Ferrante, Lumia e Realacci, e da 2 esponenti ecologisti del Pd siciliano (Giuseppe Arnone ed Angelo Lomaglio).
3- Come è possibile che Arnone sia ancora oggi responsabile nazionale abusivismo di Legambiente, membro del direttivo nazionale e membro del direttivo regionale siciliano, nonostante le condanne e nonostante quanto oggi sta emergendo. Come può un’associazione che pone la legalità quale presupposto fondamentale di ogni azione non accorgersi della straordinaria gravità della vicenda riportata da panorama ove addirittura il CSM pare subire intollerabili condizionamenti. Certo esiste la presunzione di innocenza….ma esiste anche la sospensione cautelare dagli incarichi.