Col discorso pronunciato a Camere riunite Giorgio Napolitano ha messo le forze politiche di fronte alle proprie responsabilità. Si sapeva che il Presidente non avrebbe lesinato “colpi” ai partiti, perché il momento è eccezionale. Di tempo per il varo di un governo ne è passato anche troppo. La verità è che i veleni di una lotta politica, che dura da tempo, non sono stati ancora smaltiti dai rappresentati e rappresentanti dei partiti. “Meno male che Giorgio c’è”, così si è espresso Silvio Berlusconi in un’intervista dopo il discorso del Presidente. Mentre preoccupato appariva il volto di Bersani prima, durante e dopo il “pasto”. Chissà quante volte il leader del Pd si sarà detto: cosa farei per non trovarmi in questi guai? Bersani è uomo onesto, e sa che non sarà facile dopo la tegola che gli è caduta in testa, porre rimediamo ai “dolori” causati. Ma la partita in corso va giocata, e con Bersani devono giocarla anche gli altri compagni di squadra. Troppo comodo accollare tutto al segretario (ex). Il partito sembra frantumato su diverse posizioni che riconducono a capi e capetti; si assumano anch’essi le loro responsabilità per il bene del partito, ma soprattutto per il bene del Paese. L’oltranzismo dentro e fuori le istituzioni in questo momento non giova a nessuno. Alle prossime elezioni il voto degli italiani ne terrà conto. Dopo una consultazione politica in terra alemanna, Angela Merkel e Gerhard Schroder si sono ritrovati con un elettorato diviso tra i loro partiti, che non consentiva il varo di un governo. Non hanno esitato a governare insieme, non dimenticando che da sempre erano stati “l’un contro l’altro armati”. Il risultato è stato notevole. Si è dato corso a riforme e provvedimenti lungimiranti ed utili al Paese. La classe politica italiana ne tragga il dovuto insegnamento. E ponga al centro del proprio operato la “questione morale”. E’ una panacea per tutti i mali.
Rogero Fiorentino