Le elezioni in quella che è la quarta economia europea rischiano di portare ad una battuta d’arresto che avrebbe serie ripercussioni in tutta l’area dell’euro.
Uno scenario da incubo non diverso da quello temuto dalle nazioni europee nel caso in cui avesse vinto Berlusconi. Da un lato lascia sperare la possibilità che il governo Bersani possa trovare nella Francia un alleato nel sostenere le politiche per la crescita e l’occupazione nella zona euro, facendo pressioni sulla Germania per ridurre i costi dell’indebitamento italiano, così come accaduto con la stessa Francia, laddove Berlino per timore delle conseguenze sull’euro a seguito di una crisi economica francese, ha abbandonato la linea dura, a condizione che gli obiettivi di bilancio siano soddisfatti entro l’anno prossimo.
Ma altri sei mesi di instabilità in Italia potrebbero mandare a monte le riforme economiche, turbando i mercati e infiammando la imminente campagna elettorale tedesca che in settembre vedrà il leader più potente d’Europa, Angela Merkel, tentare di ottenere il suo terzo mandato.
In mancanza di una maggioranza in Senato, e con un clima di instabilità politica, i mercati hanno reagito bruscamente, nonostante le borse europee, dopo il crollo di ieri di Piazza Affari (bruciati 17 miliardi), tentino un recupero.
A condizionare pesantemente le borse, sono ancora una volta le agenzie di rating che manifestano scarsa fiducia nell’esito della consultazione elettorale italiana, temendo che il rischio di nuove elezioni prolungherebbe l’instabilità politica del paese, trascinando nella tempesta l’euro.
Dinanzi al rischio di ritorno alla moneta nazionale da parte di alcune nazioni, gli analisti affermano che il rischio è inesistente, visto che il ritorno alla loro vecchia moneta sarebbe catastrofico per la nazione che si troverebbe ad affrontare i costi del debito separazione dall’euro comporterebbe. Un autentico suicidio economico che neppure la Grecia ha voluto affrontare nonostante la catastrofica situazione interna.
La speranza è quella di un’assunzione di responsabilità da parte della classe politica italiana, che assicuri in breve quella stabilità di governo indispensabile a scongiurare la tempesta che finirebbe con l’investire l’euro causando una crisi globale dalla quale questa volta sarebbe veramente difficile venir fuori.
Gian J. Morici