ROMA – Una competizione elettorale che vede vincere il partito dell’astensionismo e la crescita della protesta, in un paese che – stanco della malapolitica, senza leader credibili tanto in Italia quanto all’estero – si è recato alle urne poco motivato e senza molte illusioni per il futuro.
Gli exit poll ancora incerti danno il centrosinistra verso la maggioranza (alla Camera ma non al Senato, dove potrebbe avere la maggioranza il centrodestra), seguito dal centrodestra e dal Movimento 5 Stelle, con Monti al 9,5% e Ingroia al di sotto del quorum.
Le elezioni italiane sono sotto i riflettori del resto del mondo che segue con attenzione gli sviluppi, temendo le eventuali conseguenze che potrebbero venirne per i mercati finanziari.
L’Irish Times (foto del giornale) con un articolo dal titolo “Pericolo reale di stallo in seguito a sondaggio italiano”, il giorno prima delle elezioni aveva tracciato uno spaccato di questa tornata elettorale non proprio gratificante per gli italiani e per i leader politici.
“Se si dovesse inventare un sottotitolo per le elezioni italiane di questo fine settimana – pubblicava il giornale -, dovrebbe essere Sei personaggi in cerca di un disastro elettorale. In termini di caos imminente, il cast promette: la Vecchia Volpe Berlusconi, lo Scomodo Monti, l’ex Investigatore antimafia Ingroia, l’attivista gay Vendola, dignitoso Uomo Disordinato Bersani, e, forse più interessante di tutti, l’ex comico e Anti-Sistema Grillo.
Per una produzione amatoriale presso il municipio, potrebbero garantire una serata divertente. Come candidati per le elezioni politiche nella quarta economia dell’Unione europea, c’è il pericolo reale che possano garantire solo confusione, situazione di stallo elettorale e un parlamento senza maggioranza.”
Gli italiani, con il loro voto, dichiareranno principalmente se sono disposti a sospendere il corso della dolorosa riforma economica in atto o se vorranno semplicemente inviare un messaggio di discontinuità alla classe politica che ha portato il paese sull’orlo del disastro.
Pier Luigi Bersani, leader della coalizione di centrosinistra, ha sostenuto le dure misure economiche proposte da Mario Monti.
Silvio Berlusconi, che è stato costretto alle dimissioni nel novembre 2011, ha cercato di colmare il divario con gli avversari ricorrendo alle solite promesse elettorali, come il rimborso dell’IMU.
Monti, che ha ottenuto per l’Italia una maggiore considerazione all’estero, è l’autore di misure impopolari dettate dalla necessità di scongiurare la crisi del debito pubblico, ma senza essere riuscito a mettere a segno quelle manovre che avrebbero dato nuova linfa al paese evitando di penalizzare ulteriormente le fasce sociali più deboli.
La più grande incognita di questa tornata elettorale è stata quella di Beppe Grillo, il cui movimento di protesta contro la classe politica non ha certo dovuto faticare molto per raccogliere i consensi di una popolazione massacrata dal peso fiscale e nauseata dalla diffusa corruzione.
Una vittoria del centrosinistra guidato da Bersani, sarebbe auspicatta anche da altri paesi che temono l’ingovernabilità dell’Italia, a partire da quelli dell’area euro per i quali la stabilità di governo del terzo più grande paese debitore è fondamentale per il mantenimento dell’Europa.
Il timore dei mercati – oltre ad alcune tendenze antieuropeiste – è quello di una grave instabilità politica in Italia che finirebbe con il trascinare nel caos il resto dell’Europa.
Ai “Sei personaggi in cerca di un disastro elettorale”, come li ha definiti l’Irish Times, per concludere potremmo aggiungere quanto scritto da Indro Montanelli in uno dei suoi migliori Controcorrente: “In una conferenza stampa a Nuova Delhi, Henry Kissinger ha dichiarato che verrà a Roma e andrà a pranzo dal presidente Leone, ma non parlerà di politica perché quella italiana è, per lui, troppo difficile da capire. È la prima volta che Kissinger riconosce i limiti della propria intelligenza. Ma vogliamo rassicurarlo. A non capire la politica italiana ci sono anche cinquantacinque milioni di italiani, compresi coloro che la fanno.”
Gian J. Morici