Esistono professioni che la politica non ha alcun interesse a tutelare. Ad esempio avviene che, se si eccettuano gli interventi degli organi di categoria, rimanga fuori dal dibattito pubblico la condizione in cui si trovano a lavorare migliaia di giornalisti in Italia. Quelli che il presidente nazionale dell’Ordine Enzo Iacopino definisce “i nuovi schiavi”, offrono la loro professionalità a volte gratis, o per “stipendi” da due-cinque euro ad articolo. Senza garanzie per il futuro, senza tutele legali, senza speranze per un avvenire. Se questo quadro non dovesse bastare a rendere quelli che dovrebbero essere i “cani da guardia” del potere “fragili”, si aggiunge, a livello locale, anche il problema pesantissimo dell’abusivismo professionale.
Stupisce verificare ad esempio come molti enti ed istituzioni non abbiano realizzato dei piani per la comunicazione, né previsto la figura dell’ufficio stampa. Accade che sono gli stessi segretari, presidenti, rappresentanti, ad armarsi di “carta e penna” e rivolgersi direttamente alla stampa improvvisandosi giornalisti.
Una pratica che porta con sé alcune conseguenze: la prima è la mortificazione di una professionalità, quella giornalistica, che ad oggi viene sostanzialmente disconosciuta; l’esistenza di una figura di ufficio stampa, poi, consentirebbe a molti giornalisti eternamente precari di incrementare i propri magri stipendi. In ultimo, ma forse più importante, consentirebbe di fare chiarezza ed evitare “cortocircuiti” e pratiche poco limpide che riguardano operatori della comunicazione e non solo.
Credo, in conclusione, da giornalista pubblicista, che sia necessario che il prossimo Governo e i futuri deputati e senatori, (dopo che tante difficoltà si sono vissute per portare avanti un disegno di legge come quello sull’ “equo compenso”, per garantire retribuzioni dignitose) si impegnino anche per difendere i giornalisti. Impediamo che le ondate populiste, che finora hanno attaccato la magistratura e la politica, delegittimandole, possano travolgere anche la stampa e il diritto-dovere dei cittadini di essere informati.
Mariagrazia Brandara.
Ma guarda un pò. Onorevole Brandara ma lei e i suoi amici ed ex amici politici avete mai avuto addetti stampa o come gli altri avete fatto in proprio o usando “i nuovi schiavi”?
E come spiega che molti politici sono iscritti all’ordine dei giornalisti senza che nessuno si ricorda di queste mirabili penne dell’informazione?
Vogliamo scagliare la prima pietra?