Il voto del 24 e 25 febbraio si spera porti all’elezione di un governo stabile e forte che consenta l’attuazione delle riforme. Non è una speranza velleitaria, nonostante l’attuale quadro politico appaia frammentato; frutto anche di una pregressa balcanizzazione della nostra politica. Osta a questo risultato (lo abbiamo sostenuto in altre occasioni) la divisione nel campo popolare del ritorno di Berlusconi e l’alleanza del Pd con la sinistra radicale di Nichi Vendola. Quest’ultimo, sicuramente non dirimente per un eventuale accordo di governo Monti – Bersani.
Ma osta anche la legge elettorale, vituperata perché non agevola la formazione di solide maggioranze e perché non consente all’elettore di scegliere i candidati. I partiti in definitiva non hanno voluto rinunciarvi, nonostante i frequenti richiami del presidente Napolitano e il lungo tempo a disposizione per emendarla o abrogarla.
Tutto ciò può sortire un voto di rivalsa, di forte rottura coi partiti tradizionali, che può complicare (speriamo di sbagliarci) il varo di un nuovo governo e il cammino per le riforme. E a quanto sopra, si somma l’avversione di una parte degli italiani a Monti (e a chi vuole Monti dopo Monti), che condanna il suo operato e non asseconda un nuovo governo guidato dal medesimo.
Ci riferiamo ai proprietari di uno o più immobili, dapprima disponibilissimi a fare ulteriori sacrifici per salvare l’Italia, ma dopo, esacerbati per l’ammontare eccessivo dell’esborso (Imu) “studiato” dal professore. Una tassazione da Stato di polizia, da sopruso, da effrazione, da isteria contenuta. La stessa Unione Europea ha bacchettato il “professore” definendo l’Imu non equa e non progressiva.
Tuttavia, l’Opa (offerta pubblica di acquisto) lanciata da Casini per fare uno squadrone (associazione sportiva centro) con un giocatore di grande nomea internazionale come Monti (che ha accettato), può riportare a Palazzo Chigi il professore della Bocconi. E al di là della metafora, se questo avverrà, speriamo in una modulazione della pressione fiscale che dia respiro ad imprese e famiglie. Lo speriamo perché nelle ultime battute di fine legislatura l’Incumbent uscente, fra l’altro, ha parlato di spesa insostenibile del Sistema sanitario nazionale, di razionalizzazione e quant’altro. Ciò ha indotto la Cgil a sbottare: “Se vuole privatizzare lo dica subito”. E noi (speriamo sempre di sbagliarci) siamo pienamente convinti che vuole privatizzare. I ricoveri gli italiani, al momento delle dimissioni da una struttura sanitaria, se li dovranno pagare.
Barack Obama negli Usa ha reso pubblica la sanità, e in Italia (guarda caso) Monti vuole privatizzarla. Alla faccia della solidarietà sociale, della vicinanza alla Chiesa, del rispetto della dignità umana e dell’equità.
Non si è capito fino a che punto il “professore” intende raschiare il barile per far felice la signora Merkel. Meno male che in Italia c’è la democrazia (un pò scassata), ed esiste un contropotere: quello delle opinioni, della gente che scende in piazza, dei sindacati, dei media, dei partiti avversari.
E per fronteggiarlo (non s’illuda) necessitano grandi e solide maggioranze parlamentari.
Il governo tecnico era un’altra cosa. Ci sorge spontaneo porre qualche domanda a Monti: che ne pensa del sistema economico finanziario che vige in Europa e consente alle istituzioni creditizie di fagocitare centinaia di miliardi?; Che cosa ha fatto per evitare che i soldini, presi in prestito dalle banche dalla Bce all’1%, invece di essere prestati alle imprese vengono destinati all’acquisto di titoli per incassarne le cedole?; Va supportata così la produzione industriale di un Paese?; Come si può parlare di investimenti, occupazione e consumi?; Perché non ha ridotto i costi della politica e non è stata fatta una seria legge anticorruzione?
Il senatore a vita incominci a pensare a queste cose e vedrà che otterrà due grandi obiettivi (onore al merito): raggranellare tanti miliardi e non vessare ulteriormente gli italiani.
Rogero Fiorentino