Il sindaco di Agrigento resta al suo posto. Il primo cittadino ha esposto davanti ai giornalisti le ragioni del suo diniego ad un posto in lista tra “i nominati” alla Camera dei Deputati. Un “colpo di scena” inaspettato, abituati a politici del territorio voltati alle opportunità di arricchimento personale e poco al sacrificio del lavoro e al buon governo.
Ad ogni modo sembrerebbe che – dall’Udc che conta – Zambuto non abbia ottenuto quel primo posto in lista che aveva chiesto, e capace di garantirgli un seggio con certezza. D’altro canto il sindaco può contare ancora su quattro anni e mezzo di sicuro investimento della sua carica politica, fortificato da un’opposizione in consiglio comunale inesistente che, anzi, gli addolcirà gli anni rimanenti.
Resta la certezza che c’è da lavorare per la città, che si è davanti ad una giunta comunale che ad oggi non si è particolarmnete distinta per attività di rilancio o per attenzione alle problematiche cittadine. Agrigento potrebbe essere governata solamente da Marco Zambuto e dal suo vice Luparello. Dell’attività della rimanente squadra di Palazzo dei Giganti non si ha alcuna traccia.
Proprio a proposito di assessori comunali, sono già state protocollate le dimissioni di Michele Mallia. Un cambio di casacca col collega Gerlando Gibilaro che già da tempo gravitava attorno allo staff di Marco Zambuto. La speranza è quella di non dover assistere al cambio di decine e decine di assessori, pratica usuale a cui siamo stati abituati durante lo scorso mandato, che ha prodotto solo sostegno politico e noccioline per il bene comune.
Zambuto nel corso della conferenza stampa ha rivendicato il risanamento di 22 milioni di debiti (carte alla mano e conti fatti sembrano un pò troppi) e parlato di progetti per il 2013: il nuovo vecchio impegno per la rete idrica e il contenimento dell’imposizione fiscale dopo il regalino di quest’anno che ha visto i cittadini di Agrigento vendere l’oro di famiglia per pagare certe tasse.
Eppure Zambuto, dopo aver aumentato al massimo Imu ed Irpef, durante un’intervista in aula Sollano, aveva promesso di ridursi la sua indennità e quella giunta “perchè sacrifici abbiamo chiesto e sacrifici faremo”. Nulla è accaduto. Ovviamente.
Nel foyer del teatro Pirandello il sindaco ha chiuso il suo discorso con parole di incoraggiamento e l’intento di “disturbare”, ancora una volta, la politica nazionale per i problemi della città. Cosa già sentita, a quanto pare tentata più volte, senza ottimi risultati. Probabilmente animato da vera sensibilità il sindaco agirà con giusta determinazione, ma in questi primi mesi non si è avuta la nemmeno la capacità di far “rinfrescare” le strisce pedonali (rimaste color trasparente) della città, come aveva dichiarato lo stesso (rullo in mano) durante un incontro con la stampa a Piazzale Ugo La Malfa lo scorso otto settembre.
Il sindaco è rimasto a Girgenti. Nel 2013 occorre ripartire. Ma seriamente.
Rogero Fiorentino
Un grande sindaco…….ma sarebbe bello sapere che posto gli avevano offerto in lista…………
Povera Agrigento e poveri agrigentini
meno male…….vi immaginate un’altra campagna elettorale di Arnone….