La potente cancelliera Merkel ,nel corso del congresso regionale della Cdu a Sternberg, sottolinea che: “dobbiamo dar prova di rigore per convincere il mondo che è redditizio e conveniente investire in Europa”. Il mondo della finanza e le aziende estere guardano ancora con diffidenza al Vecchio Continente, per questo, spiega ancora che “è necessario attuare riforme strutturali nell’area euro che producano risultati per ripristinare la fiducia”. E prosegue:” Il momento di tirare il fiato e rilassarsi non è ancora arrivato”.Ed aggiunge : “dobbiamo dar prova di rigore per convincere il mondo che è redditizio e conveniente investire in Europa”. Dobbiamo resistere in apnea altri cinque anni,forse qualcosina di più.
E pensare che il “rigorista” Monti,ad un recente convegno disse: ”iniziamo a intravedere la fine della crisi economica e finanziaria”.Gli fa eco dalla Francia Francois Hollande: si è vicinissimi all’uscita dalla crisi perché “abbiamo preso le decisioni giuste”. Anche il primo ministro greco Antonis Samaras aveva affermato di aver raggiunto un accordo con la UE-BCE-FMI, per sbloccare una nuova tranche di aiuti finanziari e quindi superare la crisi.Le parole della Merkel hanno il sapore di una terza guerra mondiale,una guerra che non usa cannoni o armi nucleari;una guerra silenziosa e infida che distrugge intere famiglie,rendendole sempre più povere,costrette a rivolgersi ai Centri Caritas che, secondo la stessa organizzazione, sono il 34,3%.( I dati sono contenuti nel Rapporto povertà 2012 redatto dalla stessa Caritas Italiana) . Oggi,chi si rivolge ai centri Caritas non è necessariamente un emarginato o un barbone,ma in fila trovi casalinghe, anziani e pensionati.E pensare che,in Mozambico, uno dei paesi più poveri del mondo, è prevista una crescita economica del 8% per il 2012.Ma torniamo alla fila,stanca ed impaurita.Qualcuno gli deve far capire che,(come dice la Merkel) è il momento di “tirare il fiato”,oltre che stringere la cinghia,solo per altri cinque anni e qualcosina………Il tempo di morire.
Aldo Mucci
Questa volta la Cancelleria tedesca non ha sbagliato. La crisi è in piena evoluzione. Pesano come macigni le incognite sul debito USA, il default annunciato (e poi sospeso) della Grecia e della Spagna, le prossime elezioni americane capaci di condizionare le politiche della FED, il rallentamento di potenze economiche come la Cina, le prossime elezioni italiane.
La verità è che il dualismo “moneta unica”-“politiche fiscali nazionali” soffre oggi in maniera eccessiva sia della lentezza dei processi decisionali europei sia, soprattutto, dell’assenza di nuove visioni.
L’impoverimento delle famiglie e la costante deindustrializzazione del Paese non troverà soluzione nell’immediato. Non è semplice ricostruire la fiducia (unica molla dell’economia).
Nessuno s’interroga a sufficienza sul fatto che l’imposizione fiscale privilegia (da tempo) le rendite finanziarie al lavoro.
La produttività è ancora legata all’unica variabile facilmente accessibile anche da menti inferiori: il costo del lavoro.
Siamo entrati nel XXI secolo con ricette economiche che, nel migliore dei casi, sono centenarie.
Un’informazione corretta è tale anche se la crudeltà della notizia toglie il fiato a tutti: ma della verità abbiamo un gran bisogno.
La stampa, cartacea e virtuale, è ricca (forse troppo) di commenti e analisi della crisi. E’ ancora dominante la convinzione che mercato e capitalismo siano la stessa cosa.
Il Mozambico ha ancora l’arma della bilancia commerciale. Noi abbiamo ceduto anche il porto d’armi.
Alfonso Albano