Aragona (Agrigento) – Lunedì 8 ottobre 2012, presso i cantieri culturali nella Chiesa sconsacrata del Purgatorio, l’europarlamentare Salvatore Iacolino in forza al PdL e candidato alle regionali del 28 ottobre ha incontrato i lavoratori precari aragonesi. Nel corso dell’incontro, che cade nel bel mezzo della campagna elettorale, Iacolino ha avuto modo di illustrare all’uditorio, oltre al suo impegno per la causa dei “Precari in Sicilia”, anche quanto discusso nella recente riunione romana col sottosegretario Catricalà.
“Oggi abbiamo parlato esclusivamente di proroga, c’è una circolare che sembra andare per il verso auspicato e, cioè, la prosecuzione dell’attività al primo gennaio 2013. È una circolare che va applicata e sembra, dal tenore del provvedimento, che sia per il personale ASU che per i contrattisti è estremamente ragionevole la possibilità della prosecuzione del rapporto di lavoro al primo gennaio 2013, nel presupposto che venga confermata la dotazione finanziaria per garantire continuità a queste attività. 308.000.000 di euro è il costo del personale ASU e contrattisti – ha dichiarato Salvatore Iacolino”.
Da una notizia delle ultime ore, l’assessorato regionale al lavoro avrebbe individuato la possibilità giuridica di rinnovare tutti quei contratti che scadono prima del 31dic. 2012. Niente potrà essere fatto, almeno per il momento, per quei lavoratori precari i cui contratti andranno in scadenza dall’1 gennaio 2013.
Approfittando dalla presenza ad Aragona dell’On. Salvatore Iacolino gli abbiamo posto delle domande su uno dei temi al momento più sentiti dalla cittadinanza: la cessione delle reti comunali alla “Girgenti Acque” e gestione del servizio idrico. “Gestione pubblica o privata?”.
On. Iacolino: “E’ una questione che non ho affrontato e sulla quale dico soltanto che ci vuole un senso di grande responsabilità per evitare la paralisi dei servizi e la penalizzazione dei cittadini che hanno l’esigenza assoluta di ricevere una prestazione dovuta da parte degli enti locali”.
D. – Lei personalmente, nonché il suo partito (PdL), come vi approccerete alla questione?
On. Iacolino: “E’ una questione che non ho affrontato con profondità per cui la mia è una valutazione assolutamente generale sulla garanzia della continuità di un servizio che è indispensabile”.
D. – Glielo chiedo poiché i Parlamentari PdL (unitamente ai fuoriusciti che adesso compongono il FLI), il 19 nov. 2009, nella votazione per convertire in legge il decreto 135 hanno votato favorevolmente. Avevano ben chiare le idee sulla privatizzazione della gestione del servizio idrico?
On. Iacolino: “Le ripeto io sono un parlamentare europeo e…”
D. – Si parla sempre di squadra. Tra parlamentari regionali, nazionali ed europei di un medesimo partito non c’è una linea strategica comune, prima di votare delle leggi?
On. Iacolino: “Come parlamentare europeo posso dare una valutazione di carattere generale, su una questione che probabilmente interesseranno i vostri lettori ma sulle quali rinvio genericamente al fatto che il servizio relativo all’acqua è un servizio indispensabile sulla quale è evidente che ci vuole una grande assunzione di responsabilità”.
D. – Ad oggi c’è un vuoto legislativo da parte della regione. Lei si sta proponendo per far parte del parlamento regionale. Se eletto, in futuro sarà chiamato a proporre delle soluzioni…
On. Iacolino: “Rispetto all’acqua le dico che bisogna individuare una soluzione legislativa per la quale il servizio da chiunque venga erogato costi il meno possibile al cittadino. E’ questa la filosofia sulla base della quale svolgerò il mio mandato nel caso in cui dovessi essere eletto”.
Non sembra superfluo ricordare che in parlamento quel 19 nov. 2009 votarono favorevolmente alla conversione in legge del decreto 135, Gianfranco Micciché (candidato alla Presidenza della Regione), Vincenzo Fontana, Carmelo Briguglio e Pippo Scalia, tutti in corsa per un posto a Palazzo dei Normanni; tutti taciturni sulla gestione idrica in provincia di Agrigento.
Ad ogni modo rimane lodevole l’interessamento dell’europarlamentare agrigentino per i Precari di Sicilia, “una questione essenzialmente siciliana con il concorso responsabile del Governo nazionale”, questione che certamente non può riguardare ma neppure esser vista di buon’occhio dall’Europa. Intanto, accanto ai 75.746 precari di Sicilia, ci sono ben 248.094 disoccupati. Chissà cosa riserverà loro il futuro e la politica regionale, nazionale ed europea.
Totò Castellana
La risposta, o per meglio dire la mancata risposta, alla semplice domanda “gestione pubblica o privata” del servizio idrico fornita dal Candidato Iacolino – dispiace è fa male! -.
Perchè fa male? Perchè l’acqua è una questione fondamentale, strategica.
Giusto per il gusto di noi comuni lettori ed elettori di volare alto, le Organizzazioni Internazionali definiscono l’acqua come “oro blu”; l’acqua ed il petrolio saranno materia del contendere in questo secolo tra le potenze mondiali.
Non può un rappresentante politico, specialmente uno che ha avuto l’onore di rappresentare l’Italia in Europa, non affrontare tale questione e non stò parlando di citare a memoria articoli o numeri di legge.
Dispiace perchè l’acqua è un bene pubblico per eccellenza, un bene che per sua natura garantisce benefici a tutti, anche a quelli che non usufruiscono o ne fanno a meno (questa è la principale definizione di bene pubblico).
Nessun cittadino sano di mente metterebbe in dubbio che la difesa nazionale deve essere garantita dallo Stato a tutti i cittadini e senza pagare nulla: in realtà quest’ultima affermazione non è vera perchè il costo della difesa nazionale viene ripagato dalla fiscalità generale.
Ma, come per magia, per l’acqua è giusto che venga venduta da privati e con costi salatissimi. Perchè?
Personalmente, posso dare la mia risposta: l’acqua è diventata una merce, venduta ad un prezzo tale da garantire un extra-profitto all’imprenditore. Chi ha fatto diventare merce l’aqua? Le stesse menti che in questi ultimi venti-trenta anni hanno lodato la deregolamentazione, la privatizzazione ed il mito del libero mercato come arena di scontro: tutto questo è miseramente fallito dal 2007 in poi.
L’Onorevole Iacolino non ha affrontato la questione, io si: per Alfonso Albano – l’acqua è un bene pubblico che deve essere gestito esclusivamente dallo Stato, e con costi che tengano conto sia dell’obiettivo di pareggio della gestione ma anche della capacità di spesa delle famiglie (lo Stato non deve fare utili con l’acqua, i privati si).
Ultima considerazione accademica: le infrastrutture necessarie alla gestione dei servizio idrico comportano la nascita di un monopolio naturale – è impossibile rendere concorrenziale la gestione idrica affidata ad un privato quando il consumatore non può scegliere un altro gestore.
Ricordino i difensori ad oltranza del libero mercato che la locuzione “libero mercato” include necessariamente anche quella di “libera concorrenza”.
Povero Smith: gli abbiamo negato l’eterno riposo!
Della questione precari avevo già letto e commentato nei giorni scorsi su di un’altra testata on line, dove ho avuto modo di leggere comunicati trionfalistici circa la paventata possibilità di proseguire ad “oltranza” con i precari.
Sottolineo e premetto che non c’è nulla di personale contro il mondo del precariato, vittime anche loro di un sistema asfittico e clientelare figlio di una classe dirigente inadeguata, ma leggere che per il mantenimento dello status quo (precari per un altro anno!) servono quasi 3800.000.000,00 di euro è a dir poco aberrante.
Considerato il drammatico momento economico che si sta attraversando,non credo che tale spesa sarà alla portata delle casse regionali, cui nessuno potrà attingere, per pagare cambiali politiche, senza incorrere nel veto del governo nazionale.
E’ chiaro come, oramai, tutti i nodi siamo arrivati al pettine e la coperta, da ovunque la si tiri, è sempre più corta e qualcuno dovrà iniziare a rimanere scoperto.