“L’onta più grande per un politico, e ancor prima, per un amministratore, è non aver difeso i propri cittadini da fenomeni di speculazione, corruzione e sperpero di fondi pubblici”.
Così la candidata all’Ars, Mariagrazia Brandara, interviene oggi dopo lo scandalo che sta colpendo Tributi Italia e il suo patron, Giuseppe Saggese, rivendicando come, già anni addietro, aveva detto “no” alla Società.
“Ho sempre svolto la mia funzione di amministratore alla luce del sole, tutelando i cittadini, e i fatti che la cronaca porta all’attenzione pubblica ne sono la prova. Da sindaco di Naro, infatti, già nel 2006 avevo iniziato a chiedere i dovuti chiarimenti a quella che allora si chiamava “San Giorgio Spa”, provvedendo in seguito, sempre da primo cittadino, ad avviare la procedura necessaria alla rescissione del contratto”.
Il problema della gestione dei fondi pubblici, spiega Brandara, è essenzialmente di natura morale prima ancora che strettamente economica.
“Rifiuto, e credo che anche i cittadini lo faranno, di dare ascolto a chi oggi si erge a paladino della revisione della spesa pubblica solo perché la cassa è vuota – spiega -. Amministrare secondo coscienza il bene pubblico, per me, non è mai dipeso dalla disponibilità di risorse. Troppe cicale oggi si stanno travestendo da formiche, scendendo in piazza in difesa dei cittadini adesso che la fonte si è prosciugata, nel grottesco tentativo di cerca nuove sorgenti a cui attingere. Quando la crisi sarà superata queste persone torneranno a considerare il bene pubblico una risorsa da sfruttare. Contro questo stato di cose mi batterò per tutelare il nostro territorio”.