di Mauro Mellini
Finora i “pentiti” erano stati quelli del Terrorismo, della Camorra e, soprattutto, della Mafia.
Ora, pare che ne avremo almeno uno (ma tutto sta cominciare) dell’Antimafia. Sissignori: un pentito d’Antimafia.
Leonardo Sciascia parlava di una “Sicilia come metafora”. C’è anche un suo libro-intervista con quel titolo. Agrigento può essere considerata una metafora, a sua volta, della Sicilia e di metodi siciliani.
Ad Agrigento, dunque, ha imperversato per anni, creandosi un suo buon cantuccio di potere, un classico “professionista dell’antimafia”. Dell’Antimafia e della Moralizzazione. Uomo dalla diffamazione e dalla denunzia “facili”, per scansare le quali molti hanno sopportato (ed anche supportato) le sue insopportabili imprese, Giuseppe Arnone, avvocato, è stato e forse è ancora, malgrado tutto, patrono e padrone di Legambiente.
Portato, come si suol dire, in palmo di mano, da una generazione di magistrati perché ritenuto indispensabile al manipulitismo “locale” (e forse anche per altro) è stato supportato da quelli della “generazione” successiva. Oggi le sue aggressioni, che si sono estese a giudici e procuratori rei di non assecondarlo, lo hanno reso insopportabile dalla “generazione” di magistrati attuale.
Bocciato inesorabilmente dagli elettori, da ultimo nelle elezioni comunali dello scorso maggio, in cui si è candidato a sindaco, sostenuto, in pratica, solo da sé stesso, condannato ripetutamente con sentenze definitive per diffamazione ed imputato e condannato già nei gradi di merito per moltissime altre, nonché indagato ed imputato per calunnia ed anche tentata estorsione, sospeso per due mesi dall’Ordine negli Avvocati, avanti al quale è incolpato in più di venti procedimenti, ha fatto di tutto e di più per farsi candidare dal P.D. (partito cui aveva mosso varie cause, perdendole, perché gli aveva negato la tessera, o, per essere candidato, almeno, con Crocetta designato Presidente da P.D.-U.D.C. Arrivando ad affiggere manifesti, distribuire manifestini, far girare “posterbus” annunzianti la sua candidatura “con Crocetta”, che andava ad intervistare per conto di un’emittente privata con lui legata da uno strano contratto.
Respinto dal P.D. e da tutti i suoi più seri esponenti, ma appoggiato da Lumia e Cracolici, a quanto pare dallo stesso Crocetta, ha letteralmente assediato il comitato elettorale che confezionava le liste, fino all’ultimo momento, per strappare una candidatura.
Pare che abbia apertamente dichiarato che la candidatura gli serviva “per numerosissimi processi da cui è assediato”, per accampare una persecuzione politica o, almeno, per ottenere rinvii.
E’ giunto al punto, alla vigilia della scadenza dei termini per il deposito delle liste, di far girare un volantino in cui richiama la sua campagna contro la nomina del dott. Gennaro (ex presidente dell’A.N.M.) a Procuratore a Catania, contro cui si era scatenato esponendo, anche avanti al Palazzo di Giustizia di Catania, poster carichi di veleno, in cui accusava quel Magistrato di collusioni con la mafia o con collusi con la mafia, dichiarando che ora è perseguitato dai magistrati berlusconiani, amici di Gennaro.
Arnone si è sempre pavoneggiato nella veste di presunto combattente antimafia, legato all’ex presidente dell’antimafia Sen. Lumia (a suo tempo messo in lista dal P.D.S. solo grazie ad un’estrema raccomandazione pubblicamente fornitagli da una Procura) nonché all’on. Cracolici ed a tutta l’ala dei “professionisti dell’antimafia” del P.C.I. – P.D.S. – P.D. Quale antimafioso patentato e professionale si è inteso in diritto di accusare di mafiosità diretta, indiretta, concorrente, connivente interno ed esterno etc. tutti i suoi avversari e quelli della “sua” Legambiente nonché dei suoi amici e Clienti o, semplicemente, quelli che maltolleravano le sue prepotenze.
Ora, almeno un mese prima della presentazione delle liste alle Regionali, il nostro Eroe mentre millantava di essere candidato anticipando la sua campagna elettorale con manifesti, spot televisivi, posterbus etc. cominciava ad attaccare pesantemente i suoi compagni di corrente dell’ala “ecologistico-antimafiosa” del P.D. accusandoli di timidezza nel sostenere la sua candidatura.
E’ giunto al colmo quando le liste erano oramai pressoché complete e “limate” con un volantino che definir minaccioso nei confronti di Lumia è troppo poco.
Ha cominciato a definire Crocetta un “Cuffaro di sinistra” (bel modo di presentarsi per essere incluso nella sua lista). Ma soprattutto a Crocetta Arnone scrive: “…Fatti spiegare da Lumia come e perché mi sono scontrato con Gennaro, chi stava al mio fianco. O alle mie spalle…”
Espressione, si direbbe, tutt’altro che sibillina ed estremamente inquietante e che non sarebbe arbitrario tradurre così: “guarda che io posso spiattellare che quando accusavo, calunniandolo, il magistrato Gennaro dietro di me c’era lui, Lumia”, come si dice in Sicilia io ero il pupo e lui il puparo.
Un giornale on-line di Catania, che pubblica la notizia della presa di posizione del noto Arnone titolando “L’attacco al procuratore Gennaro è stato orchestrato da…” rivolge la domanda, diremmo, manifestamente retorica al Senatore Lumia perché voglia chiarire la questione. Farà meglio a soddisfare altrimenti la sua curiosità.
Ma qualcosa, a parer nostro di assai più grave si è verificato dalle parti del P.D. e della coalizione Crocetta negli ultimi momenti utili per la presentazione delle liste, se è vero quel che si dice.
Crocetta si sarebbe presentato con la “lista del Presidente” contenente il nome di Arnone Giuseppe, nato ad Agrigento etc. etc. con tutto il corredo di certificati elettorali previsto dalla legge.
Solo l’opposizione fermissima degli esponenti serii del P.D. e dell’U.D.C. (componente della coalizione per Crocetta) che avrebbero minacciato di mandare a monte la loro stessa partecipazione, avrebbe impedito a Crocetta di portarsi dietro quell’inquietante personaggio.
Ora è noto in Sicilia persino ai selci delle strade che una simile candidatura sarebbe stata per Crocetta, come per qualunque altro, partito, coalizione ed esponente, un vero suicidio politico. Candidare un avvocato che l’Ordine ha sospeso dall’esercizio della professione, pluripregiudicato, con in corso processi clamorosi per reati gravi, dalla calunnia alla tentata estorsione, sarebbe stato darsi in pasto al dileggio non solo da parte dell’antipolitica, ma di ogni parte politica di qualche serietà e correttezza.
Se dunque tutto questo è vero, (non faremo anche noi domande retoriche al riguardo a Crocetta, come quel giornale on-line le fa a Lumia). Ci sarebbe tuttavia proprio da domandarsi quali argomenti possa aver avuto questo Arnone per portare Crocetta, che non sarà poi uno sprovveduto, al punto di compiere un passo così funesto. Ora pare che questo Arnone sia fuori di sé dalla rabbia e dalla disperazione per aver fallito un’operazione per la quale aveva giuocato tutto per tutto, esponendosi al ridicolo di essere un candidato alla candidatura che si era spacciato spudoratamente con tutti i mezzi mediatici di cui stranamente dispone, come già candidato.
Ancora una volta, come è suo costume, i suoi amici che non lo hanno assecondato fino in fondo, diventano in un attimo suoi nemici, contro i quali il suo accanimento non conosce limiti…
Ed allora? Allora è da ritenere che sarà ancor più esplicito in quella accusa che non ha atteso la scadenza dei termini per la presentazione delle liste per già abbastanza esplicitamente avanzare.
Pare che molto se ne preoccupi Lumia, che ha fatto alla stampa una sconcertante dichiarazione: Arnone sarebbe stato un ottimo candidato. Escluderlo è stato uno sbaglio. E lo invita a rimanere “al fianco” di Crocetta.
Ad avere la stoffa ed il mestiere di un Travaglio, si direbbe che ci sarà da divertirsi. Ma ai pentiti, siano essi di mafia che di antimafia, non ce la sentiamo di attribuire facilmente attendibilità e, tanto meno di darla per scontata, Né ci siamo mai divertiti con le loro sparate.
Ma la novità del profilarsi del fenomeno dei pentiti antimafia è un fatto da non trascurare. Può avere, a breve o a lunga scadenza, effetti imprevedibili.
Attenzione dunque: sta per entrare in scena l’avanguardia dei pentiti d’antimafia.
Fonte: Giustizia Giusta