In un momento economico particolare del nostro Paese,si assiste al duro scontro tra magistratura e politica . La presunta trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra sarebbe stata una negoziazione, avvenuta all’indomani delle tristi vicende di quegli anni, le bombe del ’92 e ’93 di Milano Roma Firenze, tra lo Stato italiano e la mafia per giungere ad un accordoche avrebbe previsto la fine della stagione delle bombe in cambio di una rivisitazione delle misure detentive previste dall’articolo 41 bis e di altri 11 richieste: Revisione della sentenza del maxi-processo Annullamento del decreto legge 41 bis Revisione della legge Rognoni-La Torre – Riforma della legge sui pentiti – Riconoscimento dei benefici dissociati per i condannati per mafia – Arresti domiciliari dopo i 70 anni di età – Chiusura delle super-carceri – Carcerazione vicino alle case dei familiari – Nessuna censura sulla posta dei familiari – Misure di prevenzione e rapporto con i familiari – Arresto solo in flagranza di reato- Defiscalizzazione della benzina in Sicilia.Da quel giorno,ad oggi si sono scritti fiumi di parole,alle quali si sono aggiunte rivelazioni tardive e sorprendenti ,(vedi Report del 9/10 2009: Claudio Martelli, Ministro di Grazia e Giustizia di quell’epoca; per non parlare delle “ricostruzioni” di Ciancimino Junior.Molte le deposizioni e audizioni di politici : Ciriaco De Mita e Arnaldo Forlani ex segretari della Dc, l’ex presidente del Senato Nicola Mancino, Giovanni Conso gli ex presidenti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Oscar Luigi Scalfaro e tanti tanti altri.E che dire delle parole del Presidente Giorgio Napolitano: (..) “per giungere alla verità sulla trattativa Stato-mafia è importante scongiurare sovrapposizioni nelle indagini, difetti di collaborazione tra le autorità ad esse preposte, pubblicità improprie e generatrici di confusione, tanto più si riuscirà a vincere questa dura e irrinunciabile battaglia di giustizia”. E mi sovviene un saggio” Attentato alla giustizia – Magistrati, mafie e impunità” che ci ricorda come, in Italia, la voglia di scendere a patti con le mafie c’ è sempre stata. L’ha scritto Piergiorgio Morosini, giudice per le indagini preliminari a Palermo e segretario generale di Magistratura Democratica. Dentro un paio di capitoli del suo libro si leggono un bel pò di “papelli”, un’elenco di inconfessabili accordi, di negoziati e scambi che risalgono all’ Unità d’Italia e anche a prima. Che la mafia esiste ufficialmente da un secolo e mezzo, è altrettanto vero che da un secolo e mezzo lo Stato ha sempre trafficato con boss di ogni risma e rango. Il libro di Morosini ricostruisce vicende estratte da archivi storici e giudiziari. Ne affiora un’ Italia occulta dove la “trattativa” non si è fermata mai. Basta,basta parole,basta litigiosità – Gli italiani non perdono la speranza in una società più giusta ed onesta e per questo chiedono ad alta voce la verità. Buttiamo giù quel muro di diffidenza e di omertà costituito dai misteri del nostro passato.
Aldo Mucci
Ha pienamente ragione signor mucci,buttiamo giù quel muro di omertà.VOGLIAMO LKA VERITA’