San Vito Romano – Ma che mattacchione quel sindaco…

Tutto è iniziato da quando lui, sindaco di un paesino di 3.479 anime, trovatosi nel bel mezzo di una querelle finita sulla stampa, dichiarò di non essere a conoscenza della disabilità della sua concittadina Rita Genovesi e di sua madre. Da quel momento, Rita è diventata “la sconosciuta di San Vito Romano”, a cui gli amici (in un paese di 3.479 anime conoscersi non è difficile…) chiedono scherzando:

 

–         “Scusi, ma noi ci conosciamo?”

 

–         “Ma lei è di San Vito?”

 

È un paese allegro San Vito. E se non fosse che Rita Genovesi è costretta fin dalla nascita a vivere sulla sedia a rotelle e le viene interdetta la possibilità di recarsi al cimitero a deporre un fiore sulla tomba del padre, quanto è accaduto avrebbe fatto ridere anche noi e la stessa Rita.

Dopo la boutade della “sconosciuta”, la faccenda prese la giusta piega con tanto di nota a firma del sindaco, con la quale si invitava la Genovesi a comunicare la disposizione ritenuta più opportuna, in maniera che venga data disposizione alla ditta incaricata di collocare le salme come indicato:

 

“All’s well that ends well”, scriveva William Shakespeare… E così la pensammo anche noi, ringraziando il sindaco del paese. E così dovette pensarla anche Rita Genovesi, che rispose subito alla richiesta. Tanto più, che l’urgenza con la le era stata notificata, lasciava presagire qualcosa di veramente serio.

Il tocco alla Billy Wilder, vien fuori con la nota del 5 giugno, che potete leggere di seguito:

 

E dire che, a differenza di quanto dichiarato dal sindaco alla stampa, a vicenda era nota quantomeno a far data dal 10/06/11, quando l’avvocato Pasquazi, legale della Genovesi, comunicava che l’ubicazione dei loculi avrebbe dovuto tenere conto della grave forma di handicap che affligge la Genovesi, rendendoli facilmente accessibili per le consuete visite cimiteriali:

 

Considerato che da quanto dato sapere l’assegnazione dei loculi avvenne successivamente alla data indicata e che le salme vennero spostate tra il 28 maggio e il 16 giugno del 2012, con tutta la buona volontà di questo mondo, non si riesce a comprendere come il sindaco non fosse a conoscenza delle esigenze della Genovesi e come delle stesse non si sia tenuto conto nell’assegnazione dei loculi.

Quel mattacchione di un sindaco non finisce mai di stupire e che sia un birichino è ormai chiaro. Di certo scherza. Scherza quando dice di non sapere della disabilità di Rita (che abita a 200 metri dal Comune e a 30 metri dal bar dove il sindaco si reca a prendere il caffè); scherza quando afferma che nessuno ha comunicato le esigenze della Genovesi (lettera dell’avvocato); scherza quando invita la Genovesi a comunicare la disposizione ritenuta più opportuna, in maniera che venga data disposizione alla ditta incaricata di collocare le salme come indicato; così come scherza quando si dice disposto a cambiare la collocazione delle salme, fermo restando che rimarrebbero in un luogo le cui barriere architettoniche – così come riferito – impedirebbero comunque alla Genovesi di poter onorare la sepoltura del padre.

Ma se il sindaco scherza, noi italiani abbiamo perso la capacità di scherzare proprio grazie a quanti hanno scherzato con le nostre vite.

Tra una risata e l’altra, vorremmo invitare il Sig. Sindaco a guardare ancora una volta la persona con i cui sentimenti e con le quali sofferenze si sta scherzando, pregandolo nel contempo ad effettuare una facile ricerca su quanto previsto dalle vigenti normative in materia di tutela del disabile. E per rendere più facile tale ricerca, ci permettiamo di proporre uno dei tanti documenti reperibili in rete:

La tutela giudiziaria delle persone con disabilità Breve commento alla Legge 67 del 2006 “Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni” Avv. Prof. Carlo CRAPANZANO

gjm

 

 

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