Il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, in ordine alle diverse prese di posizione che durante questa campagna elettorale, vengono assunte, spesso strumentalmente, sul parziale crollo del palazzo Lo Jacono-Maraventano, ad un anno di distanza dall’episodio, ricorda i diversi ed onerosi interventi compiuti nel merito dall’Amministrazione comunale.
In sintesi: dopo l’autorizzazione all’accesso all’area sequestrata, nel maggio 2011 si è svolta una prima conferenza di servizi conclusasi con la richiesta di autorizzazione alla Procura di esecuzione di un intervento diverso da quello proposto dalla stessa.
Ottenuta l’autorizzazione, nel mese di giugno è stata avviata la redazione del relativo progetto esecutivo, anche se occorreva aspettare l’esito di specifiche indagini geofisiche che venivano eseguite nel mese di luglio, mentre ad agosto è stato richiesto l’intervento dell’apposito gruppo specializzato dei Vigili del fuoco per l’esecuzione dei primi lavori di messa in sicurezza.
Detti lavori si sono svolti a partire dal mese di ottobre, dopo il dissequestro dell’area avvenuto nel mese precedente, per un importo di circa 210.000 euro e nel rispetto delle prescrizioni poste anche dalla Soprintendenza dei beni culturali.
Conclusi detti lavori, i tecnici del Genio civile e della Protezione civile hanno ritenuto che occorrano ulteriori interventi di messa in sicurezza per consentire la circolazione nell’area interessata ed autorizzare il rientro dei nuclei familiari sgomberati.
In questi mesi, inoltre, numerose sono state le ordinanze per la messa in sicurezza anche di altri edifici del centro storico che solo raramente sono state eseguite dai proprietari, mentre in molti altri casi è stato il Comune a doversi fare carico dell’esecuzione dei lavori che hanno comportato, solo nell’ultimo biennio, un esborso di pubblico denaro di circa 850.000 euro.
A tali importi sono da aggiungere quelli di cui alle richieste, avanzate già nel dicembre e, in maniera più dettagliata, nei mesi scorsi alla Protezione civile regionale relative ad un contributo per sostenere le spese derivanti dagli sgomberi effettuati a seguito del crollo del palazzo Lo Jacono con apposite ordinanze emanate ad aprile e maggio 2011. Tali spese, relative al vitto ed all’alloggio della famiglie interessate, sono state quantificate in circa 405.000 euro.
Alla luce di questi fatti ci si accorge di quanto siano demagogiche le recenti prese di posizione anche da parte di chi ieri si poneva alla testa di un movimento di protesta del quartiere per approdare oggi tra gli assessori designati di un candidato sindaco.
Quello stesso che, con le proprie inadempienze, ha contribuito a creare difficoltà alle casse del Comune che ha dovuto anticipare, per la messa in sicurezza degli immobili dallo stesso posseduti nel centro storico e lasciati in stato di abbandono in vista di più produttivi investimenti futuri, l’importo di 130.000 euro.
Così come illegittimi, oltre che sterilmente provocatori, sono gli appelli a ritornare nelle case sgomberate da parte di chi, forte della paternità di chi vive all’ombra dell’ex ministro Alfano, ritiene che sia anche questo un modo per fare campagna elettorale.
27/04/2012