Agrigento – Non sarebbe necessario aggiungere altro per suscitare l’ilarità dei lettori che conoscono Arnone.
Scrivere di questa campagna elettorale, è veramente difficile, tranne che non si sia asserviti a qualcuno dei contendenti che gareggiano per arrivare alla poltrona di sindaco.
Difficile per chi pensa di fare informazione in maniera critica, visto che a togliere qualsiasi entusiasmo, sono gli stessi candidati.
Accade così, che i giornalisti, i quali altrove son visti come il plotone d’esecuzione dei politici che devono rendere conto all’opinione pubblica, sono costretti a deporre le armi. Giù la penna, computer spento, niente registratore o macchina fotografica.
Come sparare a zero su chi, appena gli si dà parola, si punta da solo la pistola alla tempia?
Niente esecuzioni, visto che ci pensano già loro (i candidati) a suicidarsi politicamente. Basta vedere quello che è accaduto in questi ultimi giorni, per rendersi conto di come chi più, chi meno, preso dalla foga della competizione elettorale, si comporta da vero kamikaze o, nella migliore delle ipotesi, da autolesionista che si spara alla rotula del ginocchio per azzopparsi.
Per fortuna, a risollevare il morale del lettore che assiste frastornato alla carneficina, ci pensa il quasi ex consigliere Giuseppe Arnone, attuale candidato sindaco.
“Il centrodestra scrive Arnone -, intendendosi per tale sia lo schieramento ex democristiano che fa capo a Zambuto, De Francisci, Calabrese, Falzone, sia l’altro schieramento, sempre ex democristiano che fa capo a Pennica, Capitano, Angelino Principato, Paolo Minacori, stanno provocando un notevole degrado in termini di vera e propria rissa tra loro in questa campagna elettorale.
Occorre invertire la tendenza, e intendo utilizzare parole chiare per condannare gli eccessi dell’una e dell’altra squadra.”
Parole sante. Peccato che a pronunciarle sia quell’Arnone al quale un po’ tutti riconoscono continenza del linguaggio e modi garbati.
“E in tale quadro, esprimo condanna per l’anonima aggressione subita da Angelino Alfano con un costoso volantino a colori, rigorosamente anonimo, che insulta Alfano definendolo “nemico di Agrigento”.
Alfano è il mio principale avversario, ed io sono da sempre il suo. Ma l’essere a capo degli opposti schieramenti, essere in democrazia antagonisti e avversari politici, portatori di idee diverse, non consente l’utilizzo di simili fascistoidi e vili sistemi.
E’ indegno trincerarsi dietro l’anonimato per realizzare costosissime speculazioni aggressive di tale tenore.
Ma condanno anche la sfacciataggine dei manifesti e dei volantini del PDL, quelli con le immagini di Zambuto tra i cassonetti dell’immondizia, con le immagini del centro storico crollato, con le immagini del mare con le bolle.
Ma ciò che è più comico è che il PDL, l’on. Alfano, il candidato Pennica dimenticano che Zambuto e Alfano hanno governato strettamente abbracciati dal febbraio 2008 alla fine del 2011, cioè per quasi quattro anni (Arnone, con tanto di assessore in quota, dopo la storia dei “pupi e pupari”, invece no? Ndr). E Zambuto ha nominato, anche su indicazione di Alfano, assessori importanti come Buscaglia, Iacono, Putrone e Sciortino. Quest’ultimo, addirittura, è stato nominato nell’agosto 2011, nel corso della riunione nella villa estiva di Alfano.
Zambuto e Alfano, adesso, appaiono come due amanti che se ne dicono – con scarso equilibrio e serenità – di tutti i colori.”
Salvo un ripetersi della folgorazione di San Paolo sulla via di Damasco, resta da comprendere a cosa sia dovuta questa trasformazione arnoniana, che lo porta a scandalizzarsi dei toni utilizzati nel corso della campagna elettorale.
E siccome improvvise folgorazioni ci lasciano piuttosto perplessi, preferiamo correre con la memoria a quel famoso aneddoto che vuole Andreotti affermare “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina”…
gjm