Carmelo Terrasi, designato assessore del candidato Sindaco di Agrigento Totò Pennica, in prossimità del primo anniversario della “morte” del Palazzo Lo Jacono non può che prendere atto della politica fallimentare del Sindaco Marco Zambuto, per i motivi di seguito elencati:
- Le 39 famiglie sgomberate sono tuttora fuori di casa;
- La zona continua ad essere interdetta al traffico pedonale e veicolare con gravi disagi e danni per gli abitanti;
- Decine di famiglie della zona continuano ad essere senza linea telefonica;
- Gli interventi di messa in sicurezza, tanto pubblicizzati, non sono stati efficaci tanto da necessitare di ulteriori interventi;
- Gli interventi sono ancora gestiti dagli stessi tecnici che hanno “messo in sicurezza” il Palazzo Lo Jacono, con risultati sotto gli occhi di tutti e al vaglio degli organi inquirenti.
- Gli interventi di natura demolitiva, già autorizzati il 09.06.2011 dai Tecnici della Procura della Repubblica di Agrigento, per come richiesto dallo stesso Comune, non sono mai stati effettuati.
- La gestione farsesca dei resti del Palazzo Lo Jacono è confermata dall’abbandono degli stessi in luoghi non adatti (all’esterno del Palazzetto dello sport): altro che numerazione e catalogazione.
“Il Sindaco Zambuto – dichiara il prof. Terrasi – eviti ennesimi proclami elettorali, segnaletici di una incapacità nel gestire l’emergenza che dopo 1 anno è ancora tale. Eviti piagnistei, interviste demagogiche, attacchi ai politici di turno e ammetta il suo fallimento. Le diffide di messa in sicurezza degli immobili pericolanti sono spesso indirizzate a soggetti non proprietari, avendo cura di non disturbare gli “amici” e, in molti casi, non vengono effettuati gli interventi sostitutivi , lasciando vivere nella paura gli abitanti degli immobili limitrofi. Si continua invece – sottolinea Terrasi – a sgomberare la povera gente dalle proprie case e si programmano interventi di chiusura con muri (i c.d. muri del Pianto del Sindaco Zambuto) delle pubbliche vie, murando vivi i cittadini. Gli abitanti del centro storico non tollereranno ulteriori costruzioni di mura attuando tutte le forme di resistenza passiva (o “disobbedienza civile”) atte ad impedire questi squallidi interventi. E la tanto decantata via di fuga? Il sindaco la sta forse progettando per andare via dal Comune? I cittadini non aspettano altro – conclude Carmelo Terrasi -.”