Agrigento – Qualche giorno fa, il candidato a sindaco Giuseppe Arnone, scegliendo di non candidarsi al Consiglio comunale e di non impegnare reali aspiranti alla poltrona di consigliere comunale, lanciava una proposta alla sinistra agrigentina guardando alla lista “Agrigento bene comune” di Idv, Sel e Federazione della sinistra affinchè questa potesse superare la soglia di sbarramento.
“Se vinco io non vinco da solo – affermava Arnone -, ma vinco per governare insieme a loro”, suggerendo al contempo di potenziare la lista a sostegno del candidato Giampiero Carta con personalità vicine a lui, e precisamente, di Legambiente, con Claudia Casa che sarebbe stata la candidata al Consiglio insieme ad altre personalità dell’associazione ambientalista agrigentina.
L’idea di mettere candidati da supportare nelle altrui liste, ci sembrò un po’ come il comportamento del cuculo che depone l’uovo nei nidi di altre specie. Lo pensammo. E lo scrivemmo. A scanso di sorprese e di canzoncine per bambini, che vorrebbero che il cuculo canti in maggio (le elezioni si terranno il 6/7 del mese di maggio), gli stessi vertici di “Agrigento Bene Comune” rispedirono al mittente la proposta…
Ucciso il sogno di possibili cuculi, altro non restava che presentare quella famosa “lista tecnica da non votare”, così come affermato da Arnone.
Ed evidentemente, proprio con l’intento di non farla votare, tra i candidati della LISTA PER ELEGGERE IL MIGLIOR SINDACO DI AGRIGENTO (così si chiama la lista che supporta il candidato sindaco Arnone) non c’è neppure una di quelle personalità dell’associazione ambientalista agrigentina pronte ad immolarsi per il “Bene Comune”, ma, forse, un po’ restie a fare possibili quanto assai probabili figuracce con una lista rabberciata alla meno peggio.
Come diceva Arnone, sarà una lista per così dire “tecnica”, cioè “che non dovrà essere votata? E serviva veramente un tanto accorato appello per non farla votare?
Forse val la pena di ricordare quello che scriveva il grande Indro Montanelli:
“In una conferenza stampa a Nuova Delhi, Henry Kissinger ha dichiarato che verrà a Roma e andrà a pranzo dal presidente Leone, ma non parlerà di politica perché quella italiana è, per lui, troppo difficile da capire. È la prima volta che Kissinger riconosce i limiti della propria intelligenza. Ma vogliamo rassicurarlo. A non capire la politica italiana ci sono anche cinquantacinque milioni di italiani, compresi coloro che la fanno.”
gjm