Da tempo ormai, alcune forme di giornalismo, vengono considerate un’arte a sé, come testimonia in Italia la prova di saggio breve dell’Esame di Stato.
Ed è proprio partendo dal concetto arte-giornalismo, che appare ancora più assurda una censura ad un programma radiofonico, in un paese noto per il suo elevato grado di civiltà e democrazia: la Svezia.
All’amarezza di Marie-Jeanne Atanasia, giornalista free-lance svedese, impegnata nella realizzazione di servizi giornalistici, mostre e documentari sull’Italia per conto della radio svedese K103 Göteborgs Studentradio, che si è vista costretta ad interrompere la collaborazione con l’emittente, a seguito delle assurde imposizioni dei vertici organizzativi, si aggiunge lo stupore di quanti, come noi, avevano sempre pensato alla Svezia come ad un paese socialmente evoluto e pronto ad accogliere e sorreggere forme di libertà comunicativa.
A meno che questa non risulti offensiva dal punto di vista personale del pudore, o che sia perseguibile penalmente, la censura di qualsiasi forma di espressione artistica o di libertà di pensiero, si avvicina alle epurazioni e purghe dei tristi e oscuri regimi.
Nel caso della Atanasia, la censura imposta dall’alto, più che in materia di contenuti, riguarda scelte artistiche. Alla giornalista svedese infatti, non vengono contestati i contenuti dei suoi servizi, quanto le scelte dei brani musicali che dovrebbero accompagnarli.
Servizi, interviste e radio-documentari, aventi per oggetto storie, stili di vita e arte italiana, che secondo la conduttrice dovrebbero essere accompagnati da musiche italiane. Purtroppo, per i vertici dell’emittente così non è. La musica italiana, non è considerata adeguata al genere di programma. Senza voler scomodare censure xenofobe, ci limitiamo a riportare quanto affermato dalla Atanasia, che, anziché accettare un’assurda imposizione, preferisce cercare altre soluzioni che le permettano di continuare a svolgere in maniera dignitosa la propria professione.
“Farsi censurare quella che è senz’altro la più bella musica del mondo (la musica italiana), da una capostazione ignorante in materia, intollerante, discriminante, prepotente e maleducata, che non concede sufficiente libertà artistica, nè ha sufficiente apertura mentale, è inutilmente umiliante” – afferma la giornalista, che si ripromette di utilizzare le interviste già registrate per conto dell’emittente radiofonica, per realizzare articoli, mostre e un audiolibro dal titolo “Viaggio in Sicilia”.
Una vicenda, che Marie-Jeanne ha deciso di rendere nota all’opinione pubblica – oltre che tramite il nostro giornale -, con un articolo dal titolo “Lagens Mångfald & Åldersdiskriminering, Libertà Artistica & Apertura Mentale”, pubblicato sul suo blog personale.
Un’azione di pubblica denuncia, che va aldilà delle esigenze personali della giornalista, che ribadisce comunque la propria determinazione nel voler potere trasmettere quelli che la stessa definisce come “ritratti musicali dei personaggi intervistati”, con la musica come commento attivo, sia Sinatra “My Way” che Angelo Blù Salzano “King of the Blues”, “Vitti ‘na Crozza” e i Tinturia, Lucio Dalla, Zucchero, Vasco Rossi, Ligabue, Biagio Antonacci, Luna Pop, etc., etc., tutto il resto della Musica Italiana…
Nel rifiutarsi dunque di condurre una trasmissione con quelle che definisce “chiacchiere vuote per giovani superficiali”, la giornalista svedese reclama il proprio diritto a poter trasmettere le interviste già fatte, sulle quali ha investito tempo e promesse, mettendo in gioco la sua credibilità professionale.
Qual è il sogno di Marie-Jeanne?
– Voglio poter trasmettere sia musica di alta qualità audio registrata in studio che nei concerti live con qualità audio “okey”, come anche riprese fatte in strada e nelle piazze: sempre per le loro Qualità e Forme Artistiche Diverse. L’Hip-hop è divertente, ma non è nè l’unico genere musicale che esiste, nè l’unica musica che la radio Universitaria può trasmettere (a parte che già lo fanno tanti altri). In Svezia non abbiamo nè la mafia (almeno non come in Italia), nè la dittatura e nemmeno la guerra. Almeno non ufficialmente. Abbiamo invece tanta intolleranza che uccide lo stesso: in silenzio e nessuno si ribella, per imbarazzo, per stanchezza, per non uscire fuori dal branco, quello stesso branco che ti chiude e ti soffoca e ti impedisce di svilupparti normalmente.
Tutto ci saremmo aspettati, tranne di dover raccogliere un atto di denuncia proveniente dalla civilissima Svezia….
A Marie-Jeanne Atanasia, auguriamo il nostro “in bocca al lupo”, garantendo nel contempo la nostra disponibilità ad ospitare eventuali suoi servizi, senza il timore di doverseli vedere censurare…
Gian J. Morici
Questo l’articolo pubblicato sul blog di Marie-Jeanne Atanasia:
Lagens Mångfald & Åldersdiskriminering
Öppet brev till Studentradion:
Man kan inte ta emot en medlem i 2 terminer som man om inte annat på personnummret vid inbetalning av medlemsavgiften ser är 45 år & sen hindra denna medlem att i sitt programm spela utvald musik med motiveringen “inte ungdomlig”, musik som medlemmen efter många års universitetsstudier i 3 EUländer (Sverige, Paris & Rom) & i relevanta ämnen för programmet samt efter många års yrekeserfarenhet, bl.a. frilansat för RR & SVT, anser passa i det egna redaktionella programmet, dels för att skapa stämning men även som aktiv musikalisk kommentar i egna serien av “radiodokumentärintervjuer” som denna medlem gör på sin fritid.
För det är ju skillnad på musiken i”spellistan” & musik som lämpar sig till ibland allvarliga ämnen i en serie “radiodokumentär i intervjuform”.
Begär därför lagenligt att åldrsgränsen höjs formellt till minst 45 plus & detta även då många studenter i Sverige, dels pga det skattefinansierade studielånssystemet, omskolning men oxå pga. ren “studievilja”, inte enbart är under 40 år & särskilt inte de grupper & ämnen, redan underrepresenterade på radion idag, som jag istället representerar:
kvinnlig student
utlandsfödd
in- & utvandrad flera ggr., flera länder & flera språk,
multimamma (dvs. mer än 2 barn),
med universitetsstudier ämnena
italienska,
konstvetenskap,
filmvetenskap,
(s.k. “Individuell Utbildningslinje
med ämnena Italienska, Konst- & Filmvetenskap, fil.kand.)
franska,
kinesiska,
japanska,
därefter postuniversitära studier i regi – tv & film
& sist, men inte minst, musik.
Stationschefen behöver tillåta Tillräcklig, dvs. MER
Konstnärlig Frihet & Mental Öppning
& det finns utrymme för detta inom Lagen.
Se vad jag kan Tillföra isf att diktera dessa diskriminerande inskränkningar.
För ett Annu Bättre Fortsatt Samarbete,
Marie-Jeanne Atanasia, redaktör för programmet “Radio Italia”, K103.
PS.
Det är heller inte okey att ni tagit bort 3 av mina reklaminslag runt den 23/4/12 från radions allmänna sida för just reklam för alla programmen, dit just stationschefen specifikt sagt att jag skulle lägga upp även min programreklam.
DS.
Vengo da una famiglia di giornalisti studiosi d’arte & non saprei cos’altro fare: potrei farlo di più ma non di meno il mio mestiere. Fondalmentalmente importante anche per le Donne poter esercitare i propri mestieri.
Scordavo: F. Buzzurro & G. Millici: “no, evita musica strumentale”;
quando invece secondo me la musica strumentale può andare Molto Bene
almeno x i “documentari interviste” che ho fatto io & non come musica di sottofondo, dato che le interviste che ho fatto io sono troppo intense x avere anche musica sopra, ho scelto invece di poter sentire bene i diversi timbri di Voce & la lingua Italiana.
nemmeno Jovanotti “Come Musica” è piaciuto alla capastazione in diretta: “de gustibus”…
comunque fa parte del patrimonio della Musica Italiana,
che in Svezia non è affatto conosciuta
& va perciò almeno presentata,
nella sua Multitudine,
come permette la Legge,
per poter sapere poi cosa Ti piace & non.
adesso aspettiamo solo che ce lo permette anche la capastazione…
Credevo fosse un problema solo italiano. Non mollare…