Mara mi bacia ad occhi aperti. Mi posa le mani sul cuore, mi bacia e mi guarda. E mi cerca gli occhi negli occhi. I suoi occhi sorridono mentre mi bacia.
“Guardami mentre mi baci. Guardami mentre mi abbracci, mentre mi tocchi, mentre mi tieni le mani. Io ti guardo. Sempre.” La prima volta mi sembrò strano. Per via di quello che si dice. Che i baci d’amore si danno a occhi chiusi. Pensavo fosse il suo modo di rifiutarmi, di dirmi ancora non conti, sei uno dei tanti. Pensavo fosse una sfida anche. Guardami, guarda chi sono. Un modo per chiudermi fuori, sulla sua pelle, sulla sua carne, su quello che era di tutti e nessuno, che non era più suo. Un modo per non farmi entrare lasciandosi andare.
Abbandonarsi, fidarsi. Era questo che pensavo ci fosse in fondo a quel chiudere gli occhi. Concedersi alle emozioni. E concederle. Quegli occhi aperti, spalancati su di me, riuscivano ad offendermi, a ferirmi. Mentre d’istinto chiudendoli ferivo lei.
Era, è bella Mara. Bellissima. Bella da togliere il fiato. Un dono. L’ho sempre vissuta così. Come qualcosa che non ho meritato. Pelle bianca e sottile a coprire un mondo di fantasmi e memorie e occhi scuri e profondi dell’ansia di riempirsi di nuovo, nuovo in cui credere ancora.
Pelle bianca sottile e consunta. Di mani a sporcarla, di parole a vessarla, di unghie ad offenderla. Di guanti di crine e casse di sapone scadente a lavarla con rabbia, a stracciarla, punirla, tentare invano di consumarla. Per dimenticare.
Mara occhi chiusi. Occhi chiusi fino a me. Chiusi come le mani, come i suoi sogni svenduti, come il suo cuore, come il suo respiro. La sua vita nell’apnea del bisogno.
Anche a me mi ha baciato così. La prima volta che l’ho baciata. Occhi chiusi, pugni stretti. Senza respirare. A tratti pensavo mi morirà tra le braccia. Mentre mi concede tutto quello che ha. Il modo in cui Mara si regalava a me mi sembrava un sogno, un mito impossibile. E mentre lei mi esaltava l’orgoglio, di prenderla, di possederla, non leggevo quel suo modo di offendersi, di ferirsi e umiliarsi. Di lasciarsi indietro per non sentirsi altro che pelle, altro che carne da dare via. Mara concedeva tutto per non dare nulla, mai. Ti illudeva. Ti inebriava di potere. Ti lasciava conquistare il mondo attraverso il suo corpo. Trasformava così la tua rabbia, la tua frustrazione, la tua solitudine, l’odio, in un delirio di onnipotenza, di perfezione, di unicità. In quel delirio ti sentivi amato, adorato. Mentre lei ti odiava, odiando se stessa. “Si chiudono gli occhi per non vedere. Si ferma il respiro per non sentire gli odori. Per non riconoscere. Mentre ti prendono tutto tu non prendi niente. Perché è quando prendi che ti concedi.” Mi aveva portato indietro in tutti i percorsi della mia vita. In tutte le mani tese a prendere, a chiedere. E poi ad attendere. In tutte le attese disilluse. Mara mi riempiva le mani, riempiva le mani degli uomini, lasciandole vuote. “Perché ciò che ti riempie è la promessa che fai. Sono io che ci credo. Sono io che ti aspetto. Sono io che ho bisogno e che prendo.”
Mara in un giorno d’inverno dietro la scuola.
Mara in un branco di lupi affamati di sangue.
Mara e le braccia che aveva abbracciato. Gli occhi socchiusi su una prova d’amore.
Mara e le braccia che l’hanno abbracciata. Per poi mantenerla.
E buio e freddo e silenzio. Di sogni di carta pestati nel fango. Di lacrime asciutte di sale che piovono dentro a rigare il cuore.
Mara che ha caldo nuda e freddo vestita di vestiti da togliere e da strappare. Mara occhi chiusi si svende di quello che non le appartiene.
Mara regala violenza.
Mara non credo più a niente, io non ho bisogno.
Ma io, io occhi chiusi parole nel cuore, io avevo bisogno.
Di quegli occhi chiusi di quei pugni chiusi, della sua pelle bianca. Di rivestirla, coprirla, proteggerla. Di farmi aspettare. Di aspettarla e illudermi ancora.
Io mani tese a prendere, mani vuote a chiedere, promesse da regalare.
Mara le ho preso le mani. Mentre scappava ancora.
Mara di sesso ti stringo le mani ti faccio l’amore. Mara di fare l’amore ti guardo e sei tu che mi prendi.
Mara ti aspetto, Mara ti inseguo, Mara di spalle, ti devi fermare.
Dai mille sorrisi è spuntata una lacrima. Una soltanto. A rigare il viso.
Occhi aperti le mani sul cuore. “Guardami mentre mi baci.” E negli occhi le ho visto il sole. Quello che ha preso dai miei.
Quando esco Mara mi annusa.
Mi annusa la pelle, i capelli, i vestiti. Mi respira e mi ruba il respiro. A volte sorrido e le chiedo dove lo mette. In quale scaffale, in quale barattolo. Lei si schernisce, sorride, fa il muso. Mi prende le mani e mi bacia. Ad occhi aperti cercandomi gli occhi.
Le prendo le mani, le porto sul cuore. La bacio e la guardo negli occhi. Ho imparato.
Bello. Grazie. Mi avete portato Ispirazione & Coraggio. Spero durante quest’anno di poter Finalmente scrivere anch’io sull’Amore 🙂
intanto Vi metto la musica al Vostro testo
Zucchero: “Viaggio in fondo ai Tuoi Occhi… = DUNE MOSSE” http://youtu.be/b1VH2F44n7Y
grazie e te Marie-Jeanne, e grazie per la colonna sonora…
aspetto di leggere il Tuo prossimo 🙂