La notizia che vede il sindaco Zambuto indagato dalla procura di Agrigento per disastro colposo per il crollo del palazzo Lo Iacono, conferma quanto avevamo denunciato alcuni mesi addietro, cioè che il Comune era il responsabile della tutela dell’immobile in forza alla norma prevista dal piano particolareggiato del centro storico. Altro che responsabilità dei proprietari del palazzo barocco! Le ordinanze emesse dal sindaco erano tutte tese a scaricarsi dalle proprie responsabilità. Tutti questi particolari sono già stati messi in evidenza dallo scrivente con apposita nota stampa del 22 settembre 2011 che per memoria allega alla presente.
Infine sentiamo la necessità di rivolgerci al Consigliere Arnone per dirgli di fare una seria autocritica per la semplice ragione che egli su questo argomento aveva difeso in più occasioni l’operato di Zambuto quando ancora era il migliore sindaco che Agrigento avesse avuto.
Agrigento 24 gennaio 2011
Comunicato stampa del 22settembre 2011
“Il palazzo Lo Iacono amministrativamente è del comune, ecco le prove !”
Sul palazzo Lo Iacono in altri momenti ho sentito il dovere di informare l’opinione pubblica, per far chiarezza circa la reale responsabilità del comune di Agrigento in merito allo stato di abbandono che è la causa principale del degrado che ha portato al collassamento strutturale dell’immobile. Oggi, alla vigilia della manifestazione di protesta promossa dagli abitanti del quartiere, è opportuno fare ulteriori riflessioni, soprattutto sul piano giuridico/amministrativo, considerando ingiusto che il comune abbia deciso di scaricare le proprie responsabilità sulle spalle dei poveri proprietari, i quali erano solo formalmente proprietari, ma materialmente per circa 15 anni il comune ha tenuto in possesso l’immobile.
Già dal 1986 il comune con propri atti deliberativi aveva assunto il compito di restaurare l’edificio grazie al disposto art. 4 della LR 70/76, previa approvazione del progetto, finanziamento, procedure di esproprio e gara da appalto . L’iter approvativo si completa in pochi anni, solo la gara non arriva a compimento (per ragioni inspiegabili), mentre l’esproprio si inceppa, perché nel contempo il finanziamento regionale va in perenzione (ma non si perdono la somme per pagare l’architetto Prestigiacomo che aveva stilato il progetto).
Nessun atto deliberativo allo stato attuale risulta revocato, e nonostante ciò tutte le ordinanze sindacali emesse a carico dei proprietari sono servite solo per intimarli ad adoperarsi per l’eliminazione del pericolo, scaricandosi giuridicamente in tal modo dalla pregressa responsabilità comunale; infatti il sindaco Zambuto, ogni volta che parla del crollo del palazzo da la colpa ai proprietari perché non hanno ottemperato alle ordinanze. Il comune, avendone avuto per molti anni il potere giuridico effettivo nonché il possesso materiale senza avere avuto cura di salvaguardarne la struttura, lo ha abbandonato senza mai attivarsi per richiedere il finanziamento perso.
Il comune recentemente è intervenuto (malamente) in via sostitutiva, è non può affermare, dopo 20 anni di detenzione del palazzo barocco, di non essere responsabile del pregresso possesso, quindi è scandaloso tacere sui i propri ritardi ed omissioni anche perché le procedure amministrative sopra citate erano giuridicamente efficaci per un intervento di restauro, considerato che si tratta di monumento di interesse storico ed artistico da tutelare per legge .
Neanche la proposta di apposizione di vincolo monumentale chiesto nel maggio del 2004 dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, ai sensi del Decreto Legisl. N. 490/99 notificato al comune e ai proprietari, è stata sufficiente affinché gli organi deputati ottemperassero per la salvaguardia del palazzo barocco.
Fa rabbia che nessun esponente dell’amministrazione, compreso il consigliere comunale Arnone che dopo il crollo ha difeso Zambuto e tutta l’amministrazione, conosca minimamente quello che hanno approvato in sede di Consiglio Comunale pochissimi anni fa. Mi riferisco al Piano Particolareggiato del Centro Storico adottato dal Consiglio Comunale con delibera n. 146 del 10 novembre 2006 ed approvato definitivamente dall’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente con decreto del 23 settembre 2007, e pubblicato nella GURS il 23 novembre 2007 n. 55.
Il sindaco ed altri consiglieri che hanno votato questo strumento urbanistico come possono dimenticarsi che fra gli elaborati che hanno esaminato e votato è scritto a chiare lettere che fra i monumenti da restaurare e da espropriare è confermato il palazzo Lo Iacono ? (vedi gli elaborati n. 5.8) ex 115, n. 5.9) ex 116, n. 8.1) ex 147, e n. 8.2) ex 148).
Il lungo iter amministrativo del P.P. del Centro Storico si conclude molto prima che il sindaco Zambuto emette le ordinanze a carico dei proprietari, infatti il P.P. del Centro Storico diviene esecutivo a partire dal 23 settembre 2007, quindi, nella funzione, chi è demandato per l’esecuzione ha il dovere di ottemperare, e chi non ottempera incorre nelle violazioni di legge, perciò si può comprendere perché il sindaco in questi mesi si aggrappa rimarcando la sentenza di condanna del tribunale civile di Agrigento a carico degli incolpevoli proprietari.
Bisogna dire che il comune in tribunale non doveva portare solo le ordinanze emesse a carico dei proprietari firmate dai sindaci Piazza prima e Zambuto dopo, infatti i proprietari sono stati ingiustamente condannati dal giudice civile per la vigliaccheria del potere politico e della burocrazia che ne è asservita, ma dovevano mostrare al giudice tutto l’incartamento che è stato prodotto dal comune dal 1986 in poi ed in particolare la Gazzetta Ufficiale della Regione dove si evince che il P.P. del Centro Storico è esecutivo, sottolineando che non c’è mai stata soluzione di continuità.
Agrigento 22 settembre 2011 Calogero Miccichè
Coordinatore Provinciale di Sinistra Ecologia Libertà
Seè vero, mi dicono che anche stasera in consiglio Arnone ha difeso con i denti Zambuto.